Totò (Cuffaro) e lo Statuto

Ragusa, 27 agosto 2001

Ci risiamo, e ci ridiamo sopra. Non se ne abbia a male nessuno, per
carità!!


Gli è che ci piace ridere sulla seriosità di certi personaggi e sulla
spericolatezza di talune loro affermazioni. Destino volle, poi, che a
contendersi l’una e l’altra partita fossero i due ex: ex democristiani,
ex
di altri partiti ed ex contendenti del 24 giugno per carica di
presidente
della Regione.

Uno lancia la boutade e l’altro gli fa eco con la
boutade
della boutade.
Il sempre più sorprendente Totò (Cuffaro) sfrutta l’ospitalità
concessagli
dai ciellini, unico serbatoio politico attivo in estate, per proclamare
ai
quattro venti che lui applicherà lo Statuto Siciliano e, perciò, si è
già
autoincoronato Capo Della Polizia.

Tutte maiuscole, please, data
l’importanza della notizia e la ricaduta che potrebbe derivarne. Se,
infatti, Totò (Cuffaro) riprendesse a ribaltonare come ha
magnificamente e
proficuamente (per lui medesimo) fatto negli ultimi cinque anni, si
potrebbe
essere indotti a temere che gli uomini in divisa, oggi a difesa e
tutela
delle leggi e dei cittadini, domani potrebbero essere al servizio della
malavita, per poi rientrare nelle… caserme e riuscirne per darsi alla
macchia…

Insomma, Orlando, preoccupato ché questo è un tema serio,
preferirebbe se ne occupasse il Parlamento nazionale; quindi il
ministro
Scajola, quello stesso che la sua cordata di sinistra ha sconfessato
per i
fatti di Genova.

E’ evidente che qualcosa non va, ma è anche
lapalissiano
che quell’articolo 31 dello Statuto sancisce proprio la possibilità
paventata da Totò (Cuffaro).

Benedetto (?) Statuto!! Sembra l’araba fenice di cui tutti parlano, ma
nessuno conosce. E se non fosse stato per la martellante campagna de
L’Altra
Sicilia, oggi sarebbe un pezzo di carta come tanti, di quelli, cioè,
che
presto o tardi finiscono nel cestino o in un cassetto.

Sulla scia della
dichiarazione di Totò (Cuffaro), anche il ministro palermitano La
Loggia ha
dichiarato il suo “amore” per la Carta siciliana e tutti sono concordi
nel
dire che è lo strumento più idoneo per intraprendere il lungo e
vorticoso
cammino per rilanciare e rianimare le sorti dell’Isola.

Parrebbe
perfino che
ne conoscano i contenuti e questo ci farebbe ben sperare se non fosse
che,
da sempre, siamo abituati a sentire dire l’esatto opposto di ciò che
poi si
fa realmente.

E Totò (Cuffaro), che di mestiere fa ribaltoni, domani
potrebbe rimangiarsi i propositi di oggi qualora i suoi interessi
dovessero
declinare da tutt’altra parte.

Comunque, non vendiamo la pelle dell’orso senza averlo, almeno,
avvistato.

Ma una domanda a Totò (Cuffaro) viene proprio spontanea: presidente,
qualora
lei decidesse di capeggiare veramente le forze di polizia e il suo
assessore
Granata mandasse le ruspe a demolire qualche quartiere abusivo, davanti
alla
resistenza dei cittadini (suoi elettori) avrebbe il coraggio di inviare
la
polizia per rimettere tutto a posto dopo le promesse sanatoriali?


In
caso
contrario, chi farebbe rispettare l’ordine e gli ordini, la mafia?
Tuttavia siamo lieti che lo Statuto sia stato riesumato dalle catacombe
del
Palazzo, se non altro perché aveva bisogno di prendere un po’ d’aria e
dare
nuovi argomenti alla favela di Totò (Cuffaro).

Ed ora ci dia un’ultima
risposta, presidente: perché non ha ancora dichiarato che lo farà
studiare
in tutte le scuole dell’Isola. Non vorremmo che finisse come per la
bandiera: accanto al tricolore, impostoci dai piemontesi col sangue,
sventola l’azzurro a stelle gialle dell’Ue. Manca, troppo spesso, la
Trinacria e, ci creda, la cosa ci rattrista e ci umilia.

Giovanni Cappello


L’Altra Sicilia – Ragusa