La Nato e le vite umane (The Guardian)

La NATO ha lasciato morire di fame e di sete 61 migranti africani.
Dal Guardian del 8 maggio 2011 (link articolo).

Una imbarcazione che tentava di raggiungere Lampedusa è stata lasciata nel Mediterraneo per 16 giorni, nonostante fosse stato lanciato l’allarme.

Il Guardian ha appreso che decine di migranti africani sono stati lasciati a morire nel Mediterraneo dopo che un certo numero di unità navali dell’unione europea e della Nato hanno apparentemente ignorato le loro grida di aiuto.

Alla fine di marzo, una barca che trasportava 72 passeggeri, tra cui diverse donne, bambini e rifugiati politici, ha avuto problemi dopo aver lasciato Tripoli per l’isola italiana di Lampedusa. Nonostante gli allarmi diramati dalla Guardia costiera italiana e il contatto della barca con un elicottero militare e una nave da guerra della Nato, non è stato tentato alcuno sforzo di salvataggio.

Tutti, tranne 9 delle persone a bordo, sono morti di sete e di fame dopo che la loro nave è stata lasciata andare alla deriva in acque aperte per 16 giorni. “Ogni mattina ci si svegliava per trovare altri corpi, che avremmo lasciato per 24 ore prima di buttarli a mare”, ha detto Abu Kurke, uno dei nove sopravvissuti. “Negli ultimi giorni non ci riconoscevamo più, ognuno di noi o stava pregando, o stava morendo”.

Il diritto marittimo internazionale obbliga tutte le navi, comprese le unità militari, a rispondere alle chiamate di soccorso dalle barche vicine e ad offrire aiuto ove possibile. L’agenzia dei rifugiati delle Nazioni Unite, ha chiesto un’intensificazione della cooperazione tra le navi commerciali e militari nel Mediterraneo, nel tentativo di salvare vite umane.

“Il Mediterraneo non può diventare il selvaggio west”, ha detto la portavoce Laura Boldrini. “Coloro che non soccorrono le persone in mare non possono rimanere impuniti”.

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