LA SCUOLA EUROPEA, UNA VERGOGNA TUTTA COMUNITARIA

Bruxelles, 8 Gennaio 2002

È il titolo di una lettera aperta pervenutaci nei
giorni scorsi. Il titolo è in linea con quanto noi
abbiamo da sempre sostenuto. E anzi ha costituito uno
dei punti di maggiore impegno nei programmi elettorali
presentati all’estero in occasione delle ultime
elezioni Comites.


Come non dare ragione alla lettera pervenutaci, quando
dice che “la scuola europea può essere considerata una
scuola di elites, una scuola di razza con buona pace
per le leggi razziali del nostro Duce di oltre mezzo
secolo fa.?

“Ma non siamo nell’Italia post-fascista, bensì nella
democraticissima Europa dove l’uguaglianza è alla base
del vivere civile e dei rapporti tra il cittadino, le
istituzioni e la legge.

“Nelle Scuole Europee, istituzione intergovernativa
“riservata” ai figli dei funzionari europei, le
“categorie” di iscritti sono ben tre, alla faccia
dell’uguaglianza e della parità.

Come non condividere la lettera quando parla dello
scandalo del minerval, ovvero della retta “che è
gratuita per i figli dei funzionari mentre ha dei
costi proibitivi per i figli dei nostri poveri
concittadini emigrati e per quanti non hanno comunque
la fortuna di potersi iscrivere in una “istituzione
riservata”?

E in tutto questo marasma, la comunità siciliana è
quella che paga maggiormente questa forma di razzismo
scolastico.

“Ma dove sono i buoni propositi dei partiti
democratici europei che predicano così bene e
razzolano così male? ”

“Come si può concepire una scuola democratica nella
democratica Europa dei popoli dove solo chi è figlio
di una “categoria superiore” può usufruire di un
servizio gratuito mentre gli “altri” non possono
essere iscritti e quando lo sono devono appartenere a
categorie “elette” – figli di funzionari d’ambasciata,
di enti come ENIT o ICE , di rado figli di semplici
commercianti molto, molto abbienti perché le rette da
pagare che superano i 5 milioni di lire all’anno
comprese le elementari e le materne ?.”

“Naturalmente i figli di semplici lavoratori
all’estero sono esclusi assolutamente da queste
“nobili istituzioni” nonostante si tratti di semplici
scuole statali per giunta fatte ad hoc in città dove
ci sono molti italiani emigrati e dove esistono solo i
cosidetti corsi dei Coascit (Comitato d’assistenza
scolastica italiana) e dove i docenti italiani vengono
catapultati ad insegnare per poche ore, a chi ne fa
richiesta, un pò d’italiano, con buona pace di
ispettori tecnici che sono inamovibili e non tengono
alcun conto dei cittadini (leggasi, in Belgio,
l’eterno ispettore Fratangelo o la signora Zanatta che
disprezza i genitori quando è con i maestri ed i
docenti quando è con I genitori).”

L’Istituzione di una scuola italiana al pari di quella
dei francesi, degli americani, etc…, richiesta nei
consessi ufficiali, quali il Comites (Comitato degli
Italiani all’estero), dai nostri rappresentanti –
basta leggere i processi verbali delle riunioni – ha
trovato da sempre degli avversari, specialmente in
quelle forze che avrebbero dovuto esserne i promotori;

basti pensare alle somme elargite a questi comitati
(solo per il Coascit di Bruxelles vanno più di un
miliardo di lire all’anno e di queste farse
istituzionali in Belgio ne esistono nove: provate a
fare il calcolo e vedrete quanti miliardi si sprecano
a favore di un gruppo di persone politicamente
identificabili, che gesticono queste somme a loro
guisa senza alcun controllo (infatti chi potrebbe
realmente controllare viene di fatto ecluso ed un
comitato di controllo, diverse volte richiesto, non è
stato mai istituito).

Ma se l’apertura di una scuola italiana è stata sempre
ritenuta superflua dal momento che esiste una sezione
italiana nelle scuole europee, non si è mai tenuto in
debito conto il fatto che le scuole europee sono ormai
divenute privilegio di alcune caste di diritto che
negano la possibilità di iscrizione ai figli di quelli
che con tanto amore hanno partecipato allo sviluppo e
al successo economico dell’Italia all’estero. A questo
punto ci chiediamo: quanto tempo ancora dovrà durare
questa gravissima situazione di discriminazione
razziale che neanche il Sud Africa di Botha tollerava?

Lì i negri almeno erano scolarizzati gratuitamente !
(I figli sono stati iscritti ed espulsi dalla scuola
europea di Bruxelles 1).

P.S.: La lettera pervenutaci è a firma di un Siciliano
i cui figli prima iscritti nella scuola europea di
Bruxelles 1 sono stati ora espulsi.

Francesco Paolo Catania

L’Altra Sicilia –
al servizio della Sicilia e dei Siciliani