LO SAPEVATE CHE… Sulla Sicilia del 1944…

L’ALTRA SICILIA, apprende con sconcerto che dalla rimozione del segreto sugli archivi pubblici a sessanta anni di distanza, emerge una verità che tutti sapevano ma che nessuno ha avuto il coraggio di dire o la certezza di affermare.
Il 19 ottobre 1944 l’esercito italiano ebbe l’ordine di sparare sulla folla palermitana in rivolta per la mancanza del pane! Ci furono ben 24 morti, in prevalenza ragazzi! Lo Stato Italiano appena sessant’anni fa, con i poteri appena passati dall’occupazione alleata, sparava sui suoi cittadini siciliani, come nella lontana rivolta del Sette e Mezzo (1866)!

Era questa la risposta dell’Italia ai disordini in cui prosperava il Separatismo. Altro che intelligente risposta politica… Altro che illustri politici del CLN (ma che “liberazione” facevano se la Sicilia era stata occupata dagli alleati?) che sarebbero stati “padri” dell’autonomia.
La verità che emerge ha un enorme valore, non solo storico ma assai attuale. L’Italia diede alla Sicilia rioccupata una risposta militare. Stroncò con la forza il malcontento. Disperse con bande di saccheggiatori le sedi del MIS ed incarcerò i suoi leader per impedire di organizzare democraticamente le loro iniziative (in quel tempo non era ancora iniziata la lotta armata dell’EVIS, che fu una risposta, atrocemente sbagliata, successiva a quella repressione militare). L’Alto Commissariato, con la rimozione di Musotto e la nomina di Aldisio, fu il principale strumento di repressione e di riorientamento dell’opinione pubblica siciliana. La Consulta Regionale era “assediata” da una società siciliana alienata dall’Italia e diede la sua risposta solo come antidoto al separatismo ma senza reale convinzione politica (con la sola eccezione del Prof. Guarino Amella, vero padre del Nostro Statuto). Accanto alla strage di stato (a questo punto incontrovertibile) del 1944, va annoverata quella (più controversa, ma nella sostanza non meno chiara) del 1947 di Portella della Ginestra. Questa fu attribuita in fretta a Salvatore Giuliano e, indirettamente, al separatismo. Le coperture da parte di alcune parti dello Stato Italiano furono chiaramente insabbiate negli anni successivi (che strano! ma cosa avevano da temere monarchici, liberali e democristiani da una maggiore chiarezza sull’episodio se la strage era di marca separatista?) e i protagonisti furono messi a tacere con la morte. Questa interpretazione di maniera fece comodo anche ai partiti di sinistra italiani in chiara collaborazione antisiciliana con la destra. Di fatto l’altro braccio della repressione militare della Sicilia fu dunque quello della mafia cui venne consegnato di nuovo il controllo silenzioso dell’isola e l’impunità in cambio di un sostegno incondizionato agli equilibri politici emergenti e che sarebbero durati tanto a lungo.
Si dirà che sono fatti lontani… per fortuna oggi lo Stato Italiano non spara sui Siciliani… Per fortuna! E’ vero! Ma:
– gli equilibri tra Sicilia ed Italia, segnati allora col sangue e a nostro sfavore sono ancora lì, mentre la Sicilia attende ancora il suo riscatto da una condizione coloniale;
– si può uccidere un popolo in tanti modi, non solo mandando l’esercito a sparare su tante persone insieme, ma facendolo morire di povertà e costringendo, talvolta, persino al suicidio i singoli cittadini come è accaduto in Sicilia purtroppo anche di recente;
– se queste sono le colpe dell’Italia di sessant’anni fa, non si possono aspettare altri sessant’anni per sapere quanto e come siamo sfruttati oggi; è ora di fare chiarezza tra “fratelli d’Italia”.

Bruxelles,20/10/2004