« TIMEO DANAOS ET DONA FERENTES »

Bruxelles, 24 novembre 1999

In seguito al comunicato stampa del 18 novembre 1999 « Un sogno che diventa realtà », nel quale si chiedeva la trasparenza assoluta nella gestione del progetto di illuminazione del pilone di « Torre Faro », la Fondazione « L’altra Sicilia », impegnata in prima persona nel progetto, osserva preoccupata la gran confusione nata intorno alle mille iniziative che oggi tutti propongono e, da un’osservatorio privilegiato come quello che può avere chi vive fuori dalla città, si chiede: perché ?


Analizzando la rassegna stampa sulla vicenda, ne deduciamo che:

1°) – La Gazzetta del Sud nelle sue edizioni del 9 e del 13 novembre scorsi aveva riferito l’intenzione del Comune di erogare, una volta ultimata la raccolta da parte dei privati e degli sponsor, la somma mancante per la realizzazione del progetto;

2°) – La Banca Nazionale del Lavoro, senza esserne stata incaricata nè dalla Fondazione nè dagli sponsor, ha aperto un conto corrente autonomo, come confermatoci dal direttore stesso, conto al quale, immediatamente, la Fondazione ha chiesto di aderire, proponendo un suo responsabile quale garante del conto stesso e dichiarando di voler pubblicare il dettaglio della raccolta con relativi costi e spese, dopo aver richiesto alla Gazzetta di pubblicare i nominativi dei sottoscrittori;

3°) – La ditta Schipani che ha un rapporto contrattuale con il Comune per la manutenzione dei maggiori punti luce della città (sic), come riportato dall’articolo del quotidiano messinese del 20 novembre, si offre di sostenere tutte le spese per la realizzazione dell’opera forse nella speranza di ottenere, alla fine, « soltanto » la gestione e la manutenzione del traliccio (re-sic);

4°) – Dulcis in fundo, a detta del giornale locale, il Comune, grato, studierà la possibilità di dirottare le somme versate dagli altri sponsor su obiettivi di pari valore (sic).

L’Altra Sicilia ricorda che il progetto « Illuminiamo lo stretto, 1000 Lire per una lampadina » da lei pubblicizzato in tutto il mondo, via internet, posta elettronica, comunicati stampa, agenzie di stampa di emigrazione, quotidiani, radio e televisioni locali è finalizzato esclusivamente ad illuminare il traliccio. Lo stesso ha riscontrato un largo consenso nella comunità siciliana nell’Isola e all’estero, consenso che la Gazzetta del Sud ha voluto annullare con il suo articolo « Ci pensa Schipani », scatenando la reazione contraria: « perché dovremmo contribuire anche noi ? » si chiedono oggi i cittadini. Al Comune, se quanto riportato dalla Gazzetta del Sud risulta veritiero, diciamo: distogliere oggi i versamenti dalla loro destinazione originale, oltre ad essere inopportuno e scorretto, può configurarsi come ipotesi di reato.

Alla ditta Schipani, dopo i ringraziamenti d’obbligo diciamo: pensi ad illuminare come conviene la città… Per ciò che concerne il prosieguo della vicenda, diffidiamo di chi offre doni…e come Laocoonte di fronte al cavallo di Troia, diciamo « timeo danaos et dona ferentes ».

L’Altra Sicilia –
al servizio della Sicilia e dei Siciliani