Curiosità – Il piede del generale

(ricerche di Rosalba Anzalone)..
Su Garibaldi non si sono certo risparmiate parole, ma pare che non si sia scritto ancora tutto sulla tragedia occorsagli nell’agosto del 1863 sull’Aspromonte. Partito, come è noto, dalla Sicilia con un gruppetto di seguaci per conquistare Roma, si scontrò, sull’Aspromonte con i soldati del colonnello Pallavicini che avevano l’ordine di catturare Garibaldi ”vivo o morto”.

Morirono nella battaglia cinque soldati del re e sette Garibaldini e lo stesso Garibaldi fu ferito ad una caviglia e trasferito come prigioniero a LaSpezia dove rimase per cinque mesi.

Nella rivista Coronet, molto diffusa negli Stati Uniti, il dottor Benjamin parla di un dramma clinico che appartiene certamente alla storia della medicina. Egli racconta che inizialmente i medici non sapevano come curare il piede del generale in quanto non sapevano innanzitutto se la pallottola fosse rimasta nella ferita in quanto non esisteva ancora la radiografia. Di fronte allo sgomento destato nel mondo intero dalla notizia della cattura e della ferita di Garibaldi, i più grandi medici interpellati come il chirurgo inglese Partridge, il francese Nelaton, il russo Ivanovic Pigorov esaminarono per molte ore ogni giorno la piaga ; la caviglia tumefatta e infetta, rischiava di manifestare la cancrena. Mentre l’eroe resisteva stoicamente a questi esami che, oggi, sarebbero definiti maldestri, venivano esaminate le secrezioni della ferita dai migliori chimici italiani con risultati negativi.

Il dott. Nelaton inventò, però, in quella occasione una speciale sonda di argento e porcellana cruda, sensibile alla presenza del piombo e, così, con l’aiuto del medico militare Giuseppe Basile, si poterono scoprire le tracce di piombo.

Si inventava allora una particolare tecnica per estrarre la pallottola dalla ferita. Venne immersa una spugna pressata nella cera liquida e poi introdotta nella ferita per una intera notte In questo modo il decano dei chirurghi italiani, Ferdinando Zanetti potè, quando la cera si sciolse facendo dilatare la spugna e la ferita, catturare col forcipe la pallottola, estraendola.

Tutto questo per il piede del generale!…

Per un’altra persona nelle stesse condizioni si sarebbe tagliato il piede senza pensarci due volte, constatando successivamente la presenza o l’assenza della pallottola.