Palazzo Ciambra o della Giudecca

Palazzo della Giudecca o Ciambra©-.
Del quartiere Casalicchio faceva parte il ghetto degli ebrei, sito nella via ancora oggi chiamata, della Giudecca.
La zona nel periodo antico corrispondeva alla parte più periferica del quartiere. A Trapani, i primi ebrei giunsero nel settanta dopo Cristo. Crebbero di numero e di fama durante le varie dominazioni . Fu riconosciuta la loro grande abilità nel commercio ,nelle professioni e nelle arti. Ebbero propri insegnanti, medici e notai.
Gli ebrei si sistemarono successivamente nel ghetto di Via Giudecca nel 1485 ed utilizzarono come luogo di culto il palazzo della Giudecca o Palazzo Ciambra, che fu sede di una scuola superiore di studi talmudici. Il 2 gennaio 1492, Ferdinando “il Cattolico”, mentre Trapani era sotto il dominio degli spagnoli fece un editto per l’espulsione degli Ebrei su tutti i territori spagnoli. Gli allievi della scuola si riunirono intorno al Rabbino espandendo sulla città la straziante voce del “sophar” (il tipico corno d’ariete) fino all’alba.
L’edificio sarebbe stato edificato dalla famiglia dei banchieri Sala verso la fine del 1300 e inizio del 1400.
Attorno al 1500 il nobile Ciambra acquistò molte case nel quartiere e per ultimo il palazzo della Giudecca , che viene chiamat0, appunto, palazzo Ciambra.
Esso ha un aspetto tra il privato e l’istituzionale, in quanto una parte era adibito a sinagoga ; è in tipico stile plateresco, “le bugne diamantate” che rivestono le pareti della torre, sulla facciata numerosi stemmi del casato Ciambra, sul portone un arco il cui profilo è costituito da due archi di cerchio, intersecandosi, in modo da formare un vertice alla sommità , il palazzo presenta ,inoltre, timidi elementi rinascimentali. All’interno dell’edificio è presente un ampio e lussureggiante giardino con un pozzo.
Nel 1901 quando fu Sindaco Eugenio Scio, il palazzo è stato acquistato dal Comune di Trapani , con fondi ministeriali, in quel periodo era Ministro il nostro concittadino Nunzio Nasi.
Durante i secoli ha subito numerose trasformazioni, oggi però ,purtroppo, qualche finestra e il portone d’ingresso sono murati.
Francesco Catania