“Sicily culture and conquest” (Sicilia, cultura e conquista)

Mentre in Italia non si fa altro che buttare fango sulla Sicilia e sui Siciliani, in altre parti del mondo, apprezzano quello che  questa regione ha fatto e, soprattutto, confermano che il Meridione d’Italia non è la palla al piede d’Italia: è la culla della cultura e della ricchezza del paese.
Per questo motivo, tra poche settimane, al British Museum di Londra, verrà inaugurata una mostra dal titolo “Sicily culture and conquest” (Sicilia, cultura e conquista). Saranno esposti 200 oggetti, molti dei quali mai visti oltremanica. Oggetti che dimostrano come un tempo la Sicilia era fonte di ispirazione e di invidia in molti settori, dalla cultura, ai sovrani “illuminati”, dall’architettura, all’industria (molte invenzioni furono portate al nord dalla Sicilia dopo l’unificazione del regno d’Italia).
La mostra, che durerà sino al 14 Agosto 2016, è stata realizzata grazie alla sponsorizzazione di Julius Bear, ed è la prima nel Regno Unito ad essere dedicata interamente alla Sicilia. Gli oggetti esposti risalgono fino a 4,000 anni fa. Manufatti realizzati da molti dei popoli che hanno dominato in Sicilia e che in Sicilia sono cresciuti: Fenici, Greci, Romani, Bizantini, Arabi e Normanni che, come ha preannunciato il British Museum nel presentare la mostra, hanno  creato “un’identità culturale diversa da qualsiasi altra”. “Ci siamo concentrati su periodi della storia che il pubblico non conosce molto – ha detto il curatore Dirk Booms – pochi sanno che i normanni arrivarono in Sicilia nel 1061, prima che conquistassero l’ Inghilterra, e che nel 1091 l’ intera isola era nelle loro mani”.
Oltre a oggetti che fanno già parte dell’esposizione permanente del British Museum, sono stati richieste in prestito opere provenienti da altri musei in tutto il mondo, come il Metropolitan di New York o il Bodleain di Oxford. Altre saranno portate a Londra dalla Sicilia. Come il mosaico della Vergine Maria risalente al XII secolo proveniente dalla cattedrale di Palermo. O la testa in terracotta di Gorgone parte di un tetto ritrovata a Gela.
Nella presentazione avvenuta nei giorni scorsi su Twitter (con l’hashtag #SicilyExhibition) e su Periscope, i curatori hanno presentato, tra l’altro, una moneta coniata nel 1138 dal re Ruggero II, la prima moneta a usare i numeri arabici (un altro esempio di come la cultura e anche le finanze della Sicilia erano molto più avanti di tutte le altre – in quel periodo in Inghilterra, per gli scambi, al posto delle monete si usavano ancora i bastoni….). Un segno piccolo, ma significativo, che in questo campo come in molti altri la Sicilia è da sempre antesignana e ideatrice di novità e di sviluppo. Ieri come oggi.
Un aspetto che gli organizzatori della manifestazione pare abbiano compreso. Non a caso sono stati previsti numerosi eventi a tema, cominciare da corsi di cucina siciliana (da sempre esempio di arte e cultura ineguagliabili) e brani di musica siciliana.
Come spiegano gli esperti britannici la straordinaria fioritura culturale e artistica della Sicilia nell’ epoca greca e normanna? Secondo Dirk Booms tutto è spiegabile col tipo di governo a cui l’ isola era soggetta. “Durante i periodi di dominazione romana, bizantina e araba, la Sicilia era governata da altri centri di potere a cui interessava l’Isola per la sua ricchezza”.
E ora? A chi interessa la ricchezza della Sicilia?
C. Alessandro Mauceri