Bye Bye England

I britannici hanno deciso di lasciare l’Europa. Gli exit poll che davano il “ remain” in testa, sono stati ribaltati nella notte e il “leave” l’ha spuntata con il 52 contro il 48%.
Sono arrivati, dopo i voti dei quartieri chic, di Chelsea o della City, quelli delle periferie, delle campagne, delle zone del paese che non vanno in tivù’, che si confrontano giornalmente con disoccupazione e multiculturalismo, che vivono un ambiente sociale sempre più difficile, con la paura dell’immigrazione e quella, grave, del domani .

Sono loro i fautori del No all’Europa inutile delle banche e delle lobbies massoniche, della cancellazione delle eccellenze europee, della fine delle sovranità degli Stati nazione .
Sono le classi popolari della piccola borghesia che si confronta ogni giorno, nei grandi casermoni delle periferie con lo straniero, quello a cui viene concesso tutto ,a dispetto degli indigeni costretti a passare in secondo piano.

Ogni tanto è lecito entusiasmarsi ed oggi , 24 giugno, i britannici si sono entusiasmati, senza lasciarsi spaventare dalle Cassandre che gridavano sventure e , come un secondo muro di berlino che cade e la libertà che si riversa nelle vie del continente, i britannici hanno abbandonato l’Ue, sfidando la fredda macchina amministrativa di bruxelles ed hanno vinto,

Un popolo antico ha dimostrato come deve funzionare effettivamente una vecchia democrazia , e non lo ha fatto a metà,ma trascinando una maggioranza del 72,2 % degli iscritti al voto, alle urne. Partecipazione quasi plebiscitaria come non se ne vede più’ dalle nostre parti… il sindaco di napoli è stato eletto dal 66,55% del 34,98 % dei votanti .

“Lo vuole l’Europa “ era un’imposizione che i fieri britannici non potevano accettare.
Cosi’ l’unione ne esce ridimensionata e a ragione: aveva creduto di potersene infischiare dei popoli europei, delle loro identità specifiche , della Storia di un Continente. Da quando è caduto il primo muro di Berlino si è creduta invincibile, ritenendo, a torto, che la Storia dei popoli fosse stata archiviata ed iniziava l’era della tecnocrazia che tutto regola e livella: popoli, lingue , tradizioni, oltre alle produzioni agricole, alle eccellenze culturali, e alle sovranità peculiari degli Stati .
L’Europa si è sbagliata perché non ha ravvisato lo scricchiolio delle fondamenta, le piccole/grandi crepe che si andavano aprendo con Orban, con il gruppo di Visegrad, con la vicenda della Grecia dove aveva cercato di farsi beffe della democrazia grazie ai ricatti di tecnocrati assurti a ministri controllori e alla vigliaccheria di Tsipras, il campione delle sinistre , con l’ Austria dove solamente i brogli elettorali hanno impedito l’affermazione del candidato populista, quindi nemico da crocifiggere, dell’ FPO ( tanto smaccati i brogli che già si parla di ritornare al voto) con il ripetuto rifiuto delle quote di ripartizione dei migranti, decisione presa senza interrogare i popoli e sulla pelle dei più’ fessi (o più’ furbi ) se ripensiamo ai rimborsi di cui godono Curie, Croci rosse, comunità di sant’Egidio , cooperative rosse ed Ong .

L’unione è in crisi irreversibile perché ha saputo solo fabbricare stati di disagio.
Pianifica l’invasione delle terre europee obbligando gli Stati Nazione ad accettare questi poveretti che sono fregati due volte : quando partono e quando arrivano nella terra promessa …dai mercanti di schiavi…

Questa Europa ha reso la nostra sicurezza un otpional facendo dello spazio Schengen, che qualcuno ancora celebra come una grande vittoria della libertà, in verità solo la reale constatazione di quello che è diventato il continente europeo: un grande mercato senza frontiere dove tutto può circolare senza controllo, persino terrorismo e criminalità .

Ogni anno richiede continue trasfusioni finanziarie agli stati membri: quest’anno ancora di piu’ perché i nostri Soloni, ancora silenti, avrebbero deciso di aprire l’Europa ad Erdogan per consentirgli ricatti e bombardamenti a curdi e oppositori, sotto l’egida del buon partito popolare europeo di cui è pure vicepresidente.

L’Europa ha costruito un multiculturalismo deleterio che ha celebrato proprio questo “senza – frontiere” , come sua religione ufficiale. Con l’esaltazione della concorrenza sleale, gli abusi di posizione dominante, ci ha imposto i regolamenti piu’ ridicoli su zucchine e cetrioli, sulle dimensioni delle patate o la quantità consentita di latte nei formaggi ; ci ha inondati di arance tunisine (mentre quelle siciliane restano sugli alberi) ci ha fatto sradicare ulivi centenari inventandosi la xilella in Puglia; controlla la nostra moneta, la presta agli Stati sovrani che possono fabbricarsi solo i pezzi di rame o di ferro che non vuole piu’ neppure il prete alla messa notturna del sabato sera; ci ha costretto a metterci ogni anno i libri contabili sotto il braccio e andare a fare gli esami a Bruxelles per chiedere a tecnocrati nominati l’autorizzazione di spese sempre più necessarie ai nostri Paesi .

Lo stesso Junker ,ora presidente della commissione dopo una brillante carriera di vertice nel suo Paese , finita a causa di scandali e ricatti finanziari, si è permesso di dire che “non può’ esserci scelta democratica quando si va contro i trattati…” L’arabo contraddetto, come diceva Vincenzo Consolo…, Oggi i britannici gli hanno provato il contrario e ne hanno contraddetto l’arroganza.

A dispetto dei media , BBC e Sky su tutti, che avevano annunciato, tronfi ma troppo prematuramente il “Remain”, minacciando apocalissi finanziarie, sismi monetari, fallimento delle Borse,nel caso dell’affermazione del leave, i britannici hanno votato imperterriti per l’uscita dal baraccone continentale , per la riapprorpiazione della loro identità, sebbene venisse tutelata dai loro dirigenti in Europa molto meglio dello zerbinotto che noi siamo capaci di offrire alle richieste di Bruxelles.
Oggi mezze tacche come Schultz, Tusk, Mogherini, o Junker sono riusciti ad annullare il “labor limae” che statisti del calibro di Bollendorf, Schuman, Jean Monnet o De Gasperi, sempre pero’ nel solco di Coudenhove -Kalergi, erano riusciti a tracciare ed ora , come un effetto domino , tanti popoli europei, che più dei britannici avrebbero ragione di voler abbandonare l’Europa, chiederanno di poter decidere liberamente senza ricatti e senza minacce il futuro della loro sovranità nazionale.
L’ossimoro che oggi leggiamo è che lo Stato nazione senza sovranità non è uno stato indipendente .
I britannici questo lo hanno capito ed hanno oggi indicato la strada da seguire.

Immagino ora i grandi “statisti” europei, artefici di questa effettiva distruzione dell’ originale idea di Europa fatta deragliare sui binari dell’incapacità e dei favoritismi, messi di fronte ai risultati del Brexit.
Adesso sarebbe necessario , se la dignità fosse un valore, che Schultz, Junker, Tusk e Mogherini e il gabinetto dei commissari europei tutti facesse il passo indietro.
Dovrebbero poi essere i capi di stato e di governo del Consiglio europeo a imporlo per evitare ogni complicità e per impedire che tanti altri popoli , che si sono accorti dell’Europa “ inutile”, ribadiscano con un referendum anche nei loro paesi quello che hanno sottolineato gli inglesi : la fine di questa Unione costruita sulla pelle dei popoli europei.

euegnio preta