All’osteria number “uan”…

Trump eletto presidente degli USA: si facciano da parte i detrattori, i politici corretti schierati alla sinistra di Bill Clinton, i banchieri e i massoni dell’Europa democratica, i campioni dei diritti dell’uomo (e della donna), gli artisti dello show business che piombano come avvoltoi laddove c’è aria di dollari e affari, neri, ispanici e meticci: Donald Trump, lo si accetti o no, è il 45° Presidente degli Stati Uniti d’America.

“Il porco che fa politica” come lo hanno descritto fino a ieri il NYT, e molti giornali americani insieme ai profeti della Sylicon Valley, i padroni di Apple, Google, e i media USA uniti in un odio viscerale contro il tycoon biondino con la moglie straniera, eppure sempre loro figliolo, devono recitare un mea culpa per la loro stoltezza.

Adesso tutte le intelligenze mondiali sono silenti, ma anche i dirigenti dell’Europa, filo-americana quando si tratta di compagnuzzi come la Hillary, o gli artisti come Spingsteen, Bon Jovi, Madonna ed altri il cui abbraccio, alla fine, ha rimbombato a grancassa più’ che le mail secretate di Hilary e le inchieste sbollite dell’FBI, si è dimostrato letale.

Apparteniamo a quella schiera numerosa di osservatori delle cose mondiali, come famosi commissari tecnici della nazionale di calcio, ma non abbiamo mai pensato di dover “mettere becco” in affari che non ci riguardano per cultura, tradizione e modi di essere; un’intrusione in un mondo a noi lontano a cui non saremmo neanche invitati, al contrario di tante menti eccelse.

Abbiamo sempre dichiarato la nostra difficoltà a determinare chi fosse il migliore dei contendenti in campo. Troppe differenze ci dividono dal mondo americano, eccetto forse per il sogno… ed avevamo pensato che non c’era un migliore tra i due: da una parte dollari e petrodollari e intese subdole con Quatar, Arabia Saudita e conseguente terrorismo Isis, dall’altra uno con i soldi, ma che i soldi che ci mette, sono soltanto suoi.

Ci chiediamo se vremmo preferito il secondo. Ma non siamo americani…

Adesso è il momento di stare tutti zitti: i vari Cazzullo, Mentana, Jabril, Friedmann, ma anche tutti gli opinionisti Sky, Rai e Mediaset e i sondaggisti… si mettano una maschera, incapaci di fare informazione seria e indipendente. Tutti hanno aspettato che la vittoria di Trump si delineasse inequivocabile per salvarsi la faccia dicendo che una cosa è la campagna elettorale ed un’altra quando si mette in pratica la facoltà di governare, pararsi il colpo per la vittoria di Trump che tanto hanno avversato.

Trump ha vinto. E’ stata la sconfitta del political correct assurto a religione, delle elites lontane dalla gente, la stessa che in Europa è capace di crocifiggere e dare l’ostracismo ad Orban, Salvini, a Marine Le Pen, o a Beppe Grillo e Farage, tra gli altri.

Trump ha vinto ed è la vittoria di quel populismo che i “ben sistemati nelle stanze dei bottoni” hanno gioco facile a giudicare becero e inviso, ma che in verità, lo ha dimostrato la nazione americana, è ben reale e concreto; è quel populismo con il quale, specialmente oggi che i venti elettorali soffiano in Europa, la classe politica costituitasi a casta presto dovrà ormai fare i conti.

Eugenio Preta