Avignone: la Città dei Papi e il Natale della Giraffa

Una citazione divenuta celebre grazie ad una tragedia di Pierre Corneille, Sertorio, recitava :”Roma non è piu’ a Roma, ma dovunque io mi trovi” . La stessa citazione che riecheggiava nel Medioevo quando i Papi si esiliarono ad Avignone e per oltre 70 anni, dalla cittadina provenzale, governarono l’intera comunità cristiana.

Allora si diceva che Roma era ad Avignone come oggi siamo costretti a dire , a distanza di oltre due secoli dal ritorno della città dei Papi alla Francia, Avignone non è piu’ ad Avignone.

Sembra infatti che il consiglio comunale socialista abbia deciso di vietare nello spazio pubblico cittadino tutto cio’ che potrebbe ricordare le radici cristiane della citta’ papale.

Non si arriverà sicuramente a cancellare a colpi di martello gli stemmi nobiliari nei frontespizi delle case piu’ antiche rimaste,come si faceva ai tempi della rivoluzione francese né i volti delle statue delle piazze come facevano gli Hyksos quando occuparono l’Egitto, ma le intenzioni sembrano esserci tutte se l’antico presepe una volta esposto permanentemente nell’androne del Municipio è stato relegato in fondo ad una chiesa sconsacrata in attesta di poterlo trasferire al di là della cinta muraria, oltre il Rodano, e se il mercato di Natale, che almeno serviva a mantenere, se non lo spirito (..guai) ma almeno le atmosfere natalizie è stato radicalmente soppresso.

Il processo di sostituzione è portato avanti dal sindaco che trionfalmente annuncia un Natale diverso ad Avignone, tanto diverso da culminare con l’esposizione di un nuovo simbolo dell’antica città dei papi che arriva direttamente dal continente africano: una giraffa .

Un Natale effettivamente diverso dagli altri come annunciato oltre che dal Consiglio comunale anche da una manifestazione, autorizzata dalla Prefettura il 17 dicembre scorso che , col pretesto di sostenere gli aleppini massacrati dal dittatore Assad, ha approfittato per fare campagna politica nazionale.

Un centinaio di persone , tra cui numerose donne velate dal burqa , ha sfilato scandendo slogan che amalgamavano Daesh ad Israele e, approfittando del clima pre-elettorale che si vive oggi in Francia , ha messo in guardia dal voto a favore di Marine Le Pen , a favore del Fronte nazionale , dei fascisti che qui, vista l’aria che tira, vanno molto per la maggiore.

Invocando alternativamente la rivoluzione, l’illuminismo, la resistenza , Gesu’ Cristo , Allah e Maometto, la manifestazione , accompagnata da musiche orientali si è conclusa davanti al Municipio con una preghiera recitata in lingua araba.

Tra gli slogan piu’ scanditi : Resistenza ad Aleppo, resistenza in Siria, resistenza in Palestina ,resistenza nei nostri quartieri, resistenza ad Avignone… Tanto che i pochi francesi he ancora abitano ad Avignone dopo le ondate migratorie musulmane che hanno occupato i quartieri , ancora si domandavano: resistenza? ma contro chi?

Eugenio Preta