Cittadinanza ed Europa delle 100 bandiere

Il dibattito che si è acceso da alcuni anni sul tema dell’identità nazionale ha finora seminato confusione e provocato incomprensioni semplicemente perché si articola su basi poco chiare. In effetti, prima di evocare l’identità , dovremmo cercare di definire di che cosa effettivamente si voglia discutere.

Il vero problema appare , in definitiva, quello creato dalla confusione esistente tra cittadinanza e nazionalità.

La cittadinanza dovrebbe essere un tema di natura esclusivamente giuridica : una serie di diritti politici che procedono da una logica amministrativa che permette di accordare o meno la cittadinanza a chiunque risieda su di un dato territorio.

Nessun altro requisito viene richiesto, tanto che concedere la cittadinanza diventa solo un atto amministrativo che prescinde da ogni condivisione particolare relativamente ai valori o all’appartenenza ad una comunità umana o all’attaccamento ad una storia condivisa, ad una cultura e ancora meno ad un tipo di civilizzazione.

La cittadinanza non richiede quindi alcun impegno di fedeltà

Al contrario la nazionalità implica una nozione etnica, il legame con una nazione , vale a dire con una comunità umana dai valori comuni e dai destini condivisi.

La storia , le tradizioni, la difesa della propria identità ne costituiscono l’intima sostanza; la volontà di aderire alle sue regole di convivialità ed ai suoi codici sociali, il suo esercizio quotidiano reale . La Patria resta un sentimento carnale , la nazione un’ organizzazione e un ordine sociale di donne e uomini dal passato (e dal futuro) identificato e comune.

Finché, solo per ragioni ideologiche, non saremo capaci di definire la differenza tra cittadinanza e nazionalità , ogni discussione sull’identità o sull’Europa resterà sterile, inutile e pure pericolosa.

L’origine di questa confusione riposa sulla creazione artificiale di Stati nazione che confondono cittadinanza e nazionalità modificandone la nozione stessa e peggio fabbricando una nazionalità fasulla che si conforma solo ai contorni geografici dello Stato e trova la sua origine da entità regionali senza fondamento storico. Nazionalità quindi che trova la sua giustificazione nella cittadinanza e legata a Stati di recente costituzione , in linea con i dettami prodotti dalla nuova filosofia progressista e “Illuminata”

Qui sta la confusione e le ambiguità che ne derivano per gli Stati nazione e l’impossibilità di un dibattito serio sulla nozione di identità, divenuta oggi essenziale nel nuovo mondo della globalizzazione imperante. Gobalizzazione finanziaria che pero’ non significa globalizzazione umana, nonostante la persistente volontà delle elites mondialiste dominanti.

Separare del resto le nozioni di cittadinanza e di nazionalità solo per consentire ad identità artificiali e recenti di ritrovare un’apparenza di legittimità porterebbe alla cancellazione degli attuali Stati nazione europei.

Una nuova Europa potrebbe venire alla luce solo se la nazionalità fosse propedeutica alla cittadinanza e non l’inverso. In tal modo, chiunque potrebbe diventare cittadino, e quindi divenire titolare di diritti civili esclusivi, come il diritto di voto, senza in cambio condividere vantaggi sociali, partecipare alla vita culturale, senza essere soggetto alle regole imposte ai membri della nazione , per esempio il dovere della difesa militare dello stato.

La nazione , dicevamo, rinvia ad una comunità comune di destini , la cittadinanza ad un atto giuridico amministrativo

In Italia il dibattito sull’identità appare meno filosofico e poco attuale forse confrontati come siamo, soltanto da pochi anni all’immigrazione e all’accoglienza del diverso da se. Ma sono concetti che devono essore posti in discussione , capiti e analizzati per poi poter effettivamente essere in grado di originare una coscienza che possa consentire di prendere le decisioni piu’ appropriate . Non si tratta certo di discutere questioni ideologiche, ma semplicemente di fare “ pedagogia”, riconoscendo che esiste senz’altro quell’Europa dalle “ 100 bandiere” ma capire anche il senso dell’ essere cittadino.

Oggi si parla tanto del fallimento di questa Europa e della necessità di dover riformare le sue istituzioni proprio per dare avvio ad un’Europa nuova. Ma un’Europa veramente nuova potrà esistere solo riconoscendo che essa effettivamente è costituita da cento bandiere nazionali. E da una cittadinanza supplementare.

Eugenio Preta