Appello di Roberto La Rosa agli indipendentisti

Un appello del candidato Ministro Presidente della Regione Siciliana (Stato di Sicilia), pacato, razionale, logico che ci dimostra la qualità di Roberto. La sua umiltà e il suo essere persona perbene.

Care patriote e patrioti siciliani,
voglio rivolgermi a voi in uno dei momenti politicamente più importanti della mia vita. Ringrazio i vertici e i militanti del Movimento politico “Siciliani Liberi” che mi hanno offerto quella che considero una responsabilità e un onore al tempo stesso unici. Ringrazio in particolare Massimo Costa, al quale va riconosciuto il merito di una coerenza di principi e di un disinteresse personale al di sopra di ogni sospetto. Avrebbe potuto porsi come “generale” delle sue “truppe”, come fanno tanti, e sta preferendo continuare il suo lavoro di ideologo dell’indipendentismo del XXI secolo, talvolta oscuro ma indispensabile alla causa.

Io non sono un fondatore, né un promotore dei “Siciliani Liberi”. Mi sono avvicinato più tardi, quando ho compreso, di fronte all’epilogo inglorioso di un partito nel quale ho militato per 30 anni e finito alla corte del centro-destra italiano, che in Sicilia sta succedendo qualcosa di nuovo. Abbiamo tenuto alta, per decenni, una bandiera: quella della denuncia e dell’indipendentismo di pensiero. Ho compreso che stava nascendo, con tante risorse umane nuove, sempre più siciliani e sempre meno sicilianisti, un indipendentismo nuovo, di azione, di proposta, potenzialmente vincente. E ho aderito, con la fede di sempre, per fare il soldato semplice.

Mi è stato proposto di fare, almeno per questa battaglia, il “comandante”. Io però mi sento oggi solo un portavoce.
La mia storia parla per me. Non sono spuntato ieri. Non ho “collaborazionismi” o compromessi sulla coscienza. E sono convinto allo stesso tempo che però la ricchezza degli indipendentismi e delle associazioni, sia una ricchezza, non una debolezza di questa Nazione. Ognuno ha il suo percorso, rispettabile. Non è pensabile il mito del “partito unico”, non sarebbe democratico.

Mi rivolgo perciò in primo luogo all’unità degli indipendentisti della Consulta per l’Indipendenza del Popolo Siciliano e non solo ai “Siciliani Liberi”. Ma mi rivolgo anche a quegli indipendentisti, come persone e associate in movimenti, che non ne fanno parte, ma che sono accomunate dalla lunga opposizione al sistema coloniale della Sicilia.
La Consulta ascolta, è aperta, crescerà.

Oggi in Sicilia comunque c’è una novità.
Per la prima volta nella storia ci sarà nell’urna un candidato alla Presidenza della “Nazione” Siciliana che si dichiara apertamente indipendentista. Nell’anno del referendum sull’indipendenza in Catalogna e della Scozia saldamente governata dagli indipendentisti, non potevamo presentarci, quasi vergognandocene, ancora con i compromessi autonomisti. Basta. Noi siamo gli indipendentisti e chiamiamo a raccolta tutti i Siciliani che credono nella libertà e nel benessere della nostra Terra. C’è una bandiera che sventola: la nostra!
Chiamiamo a raccolta tutti coloro che vogliono subito l’indipendenza economica, per arrivare presto a quella politica.
Cosa resterà infatti di queste elezioni?

Possiamo e dobbiamo vincere. Dobbiamo però crederci. Il sistema di potere italiano si sta sfaldando. Ma qualunque risultato otterremo sarà attribuito non a me. Di me domani non si ricorderà nessuno. Sarà attribuito all’indipendentismo. Se vinceremo, vincerà l’indipendenza; se perderò, a perdere sarà l’idea dell’indipendenza.
Per questo vi chiedo aiuto. Senza di voi non posso vincere. Ho bisogno dell’affetto e dell’energia di tutti coloro che credono in questo sogno.
E perdonate a me o ai “Siciliani Liberi” se c’è qualcosina che qua e là non va, che sarebbe emendabile, e così via. Da indipendenti avremo una nostra Costituente e lì tutto potrà essere discusso e ridiscusso.
Questo è un sogno che oggi può diventare realtà.
Mettiamo da parte ogni divergenza. Marciamo uniti. Scriviamo la storia.
Il 2017 potrebbe essere scritto nei futuri libri di storia dal Popolo siciliano.
Dipende da noi, da tutti noi.

Fonte: www.sicilianiliberi.org/