Il suicidio collettivo di questa nostra vecchia Europa

Dopo ogni vigliacco attacco catalogato come terrorista, assistiamo , e questo ormai ciclicamente, ad un rituale mediatico sempre uguale, strettamente simile da paese a paese. Ieri sera le radio e le televisioni nazionali, particolarmente ruffiane nell’occasione, non hanno trovato di meglio che intervistare fonti governative come la Pinotti o Tajani, o testimoni chiamati ad esprimersi in diretta, tutti appena reduci dal momento di pericolo personale e perciò’ molto loquaci e pieni di informazioni che non servono a nessuno.

Dopo l’evento drammatico arriva il momento dei tweets, delle note ufficiali che non spiegano nulla , piatte dichiarazioni che ripetono all’unisono solidarietà al popolo colpito , tristezze e solidarietà, l’assicurazione di aver messo in moto ogni misura necessaria…

Oggi è il turno di Barcellona, colpita nel cuore palpitante delle Ramblas… un lungo corridoi di viale in gran parte vietato agli automezzi…eppure l’attentato è un attentato soprannominato “veicolare” Ma non si effettuano i controlli anche se si continua a blaterare che la guerra contro il terrorismo è la nostra maggiore preoccupazione e che restiamo uniti e determinati a combatterlo.;.

Poi arriverà il momento delle veglie funebri, delle fiaccolate con in testa i massimi responsabili governativi…Poi tutto scivolerà ancora nel dimenticatoio.. fino al prossimo attentato.

I media sono tutti solidali a mascherare fin dove possibile l’entità della tragedia, , specialmente quando si tratta di terrorismo islamico, Qualche fonte di informazione contro corrente parlava ieri sera già di decine di morti mentre la stampa ufficiale ne riferiva solo 1.

Eppure questa stessa stampa aveva , soltanto avant’ieri, enfatizzato l’atteggiamento del “pessimo” Trump, da noi DRAMP, incapace di condannare come si doveva l’attentato di un suprematista bianco che aveva causato un morto secondo un modus operandi simile a quanto successo ieri sera alle Ramblas: neonazista/ islamici, Charlotteville/Barcellona, lo stesso teorema che ormai abbiamo imparato

Se fossimo onesti riassumeremmo tutte le chiacchiere in una semplice considerazione: nell’islam regna una guerra civile praticamente dalla sua nascita. .

Invece , da una trentina d’anni i Paesi evoluti democraticamente e fieramente avversi ai “cattivi” populisti, in nome della libera circolazione e di una costruzione europea di banche e capitali, hanno azzerato un certo numero di difese naturali, prime tra tutte, le frontiere, creando quell’area di libertà democratica che i popoli pure dovevano avere. E’ stata pero’ una bugia. Si poteva circolare democraticamente anche nel tempo delle dogane e delle frontière con un semplice passaporto. Gli unici che hanno approfittato di quella libertà di circolazione piu’ di prima e meglio di prima sono stati proprio i delinquenti animati da intenzioni criminali: acqua che scorre per l’islamismo. Senza dimenticare che la soppressione delle frontiere, il verbo della comunitarizzazione a tutti i costi, si effettua su due livelli: quello materiale , le frontiere esterne, e quello culturale, apostolo di antirazzismo e multiculuralismo , le frontiere interne

I responsabili politici europei, da noi la situazione è ancora piu’ grave perché si tratta ancora di gente senza alcuna legittimità democratica che dell’accoglienza ne hanno fatto business, ci hanno imposto una situazione migratoria che è sfuggita ad ogni controllo e ci ha portato in casa nostra proprio l’islam e quella sua guerra civile trentennale, la stessa a cui abbiamo assistito attoniti ieri sera a Barcellona e le sue remblas, quartieri di aggregazione e , a detta dei testimoni che si sono cimentati ai microfoni, regno del multiculturalismo piu’ avanzato e condiviso.

Pero’ c’e da ricordare che in moti paesi musulmani tragedie come quelle importate in Europa costituiscono la regola quotidiana da molto tempo ormai, nonostante i nostri media si ostinino p a dire che un paese musulmano non ha niente a che vedere con l’islam. Contenti loro! Noi diciamo che probabilmente il peggio deve ancora arrivare se pensiamo che tra i 1200 e i 3000 europei combattenti dello Stato islamico stanno rientrando in Europa . I nostri governi pero’ continuano con l’ accoglienza senza senso; rifiutano leggi speciali negando che ci troviamo in un momento speciale; relativizzano a bella posta tutto quello che succede in questo Occidente votato ormai al suicidio collettivo.

Eugenio Preta