Entrata in vigore del Trattato UE-Ucraina

Con una vera e propria manovra anti-democratica  che, tra l’altro, dimostra di non tenere in alcun conto la volontà  espressa dai cittadini olandesi – chiamati per referendum a manifestare il loro gradimento,  al 61% si sono dichiarati contrari-  l’Unione europea ha dato il via libera al trattato di associazione con  l’Ucraina .

Il trattato pero’ appare come la conseguenza della posizione anti-russa assunta da molti paesi dell’UE.

Ricordiamo che nell’inverno del 2013  l’allora  presidente ucraino Jankovic,certamente  su pressione di Mosca, si era rifiutato di sottoscrivere  questo  trattato di associazione scatenando la protesta di migliaia di ucraini che erano scesi in piazza Maidan inaugurando una stagione di violenze che hanno  causato centinaia di morti. Approfittando della crisi, la Russia annetteva la Crimea scatenando le proteste dell’occidente . In tutta la regione del  Donbas ancora oggi la pace sembra un’ipotesi lontana.

Con la firma della scorsa settima, 1° settembre,  , il trattato con l’Ucraina rende applicabile giuridicamente  la parte relativa alla libertà di commercio e rafforza  la collaborazione con l’UE nei settori della sicurezza, della giustizia, dell’immigrazione e della fiscalità.

I Paesi Bassi sono stati l’ultimo paese membro a ratificare il Trattato ,   e se alla fine lo hanno fatto nonostante l’opposizione manifestata al referendum dai cittadini olandesi è stato grazie alle concessioni   che i capi di stato e di governo riuniti nel Consiglio europeo avevano deciso per venire incontro all’insistenza  del premier olandese Mark Rutte che, per mantenere il consenso al suo partito,  richiedeva  l’inclusione  di una clausola complementare che imponeva l’obbligo di non rivedere alcune automatismo  per una futura richiesta di adesione dell’Ucraina all’ Unione  ed escludeva  la concessione di aiuti finanziari supplementari.

Nè il Parlamento europeo né quello ucraino, ma neanche  le assemblee legislative dei Paesi membri, avevano ritenuto importante consultare direttamente per referendum i loro cittadini prima di ratificare questo trattato di associazione, cosa che solo gli olandesi avevano osato, avanzando di fatto il sospetto che, in maniera a dir poco antidemocratica ,le istanze interessate spingessero alla conclusione frettolosa dell’accordo.

La clausola complementare che cosi’ generosamente il Consiglio europeo aveva concesso a Rutte ha permesso a Camera e senato olandesi di salvare la faccia e di ratificare , solo nel marzo del 2017, quel  trattato che il popolo aveva rifiutato soltanto qualche mese prima.

L’ iniziativa UE non è servita pero’ a dare piu’ vigore democratico ad un accordo che nasce minato in effetti dall’esistenza di un referendum ignorato. Ora le formazioni politiche  come i liberali del VVD o i cristiano democratici del CDA , che dalle elezioni del marzo 2017   ormai tentano di accordarsi per la formazione di un nuovo governo , sempre rifiutando il dialogo con il partito populista e anti-islamico PVV di Gert Wilders – in effetti il vero vincitore delle passate elezioni- stanno brigando per sopprimere la possibilità ,concessa dalla stessa costituzione olandese ,  di prevedere la  consultazione popolare per via referendaria.

Mi piace ricordare a questo proposito la frase di Luigi Pirandello sulla democrazia,cioè il governo della maggioranza , secondo lui la causa vera di tutti i nostri mali:. quando  i molti governano pensano soltanto ad accontentare se stessi determinando quindi una tirannia mascherata da libertà.    

La ratifica del Trattato con l’Ucraina dimostra che  persino in un paese di antiche tradizioni democratiche come i Paesi Bassi, la volontà del cittadino puo’ essere manipolata e, peggio ancora raggirata, dalle manovre di una classe politica auto-referente, influenzata dalle diverse lobby  e, in  definitiva,  fuori dalla realtà quotidiana.

Eugenio Preta