Il petrolio siciliano… e lo sviluppo

Cari Siciliani,

stavolta scrivo in lingua italiana, almeno se c’e’ qualcuno ‘addormentato’ spero che si sveglia!!!
Prendo lo spunto dall’articolo sul petrolio per farvi fare una riflessione!!!


Lunedì scorso parto dall’estrema parte settentrionale della penisola iberica, per la precisione la Galizia, per tornare a casa dopo avervi trascorso una settimana.
Non voglio dire che là è tutto rose e fiori, ma siamo all’opposto di come si intende sviluppo.
Lunedì 8 agosto uno dei principai quotidiani “la voz de la Galicia” titola in prima pagina seguito da servizio interno che per assicurare uno sviluppo europeo in quella regione bisogna creare circa 200mila posti di lavoro, anche per garantire un’adeguato aumento della popolazione, e che siano diciamo posti ‘fissi’ (non voglio dire fessi).
Non hanno petrolio, hanno molta cantieristica, pesca, e … molto verde (certo l’umidità dell’Atlantico favorisce ciò), di conseguenza acqua non ne manca!!! In piu’ si scaldano d’inverno con una bolletta elettrica che di notte costa molto meno!!!
Il mio conoscente, pure lui siciliano, mi dice che là le regione ricche vogliono dividersi da Madrid, certo sono ‘egoiste’.
Ma diciamolo francamente in Italia le cose non sono gestite in modo egoistico a favore di gruppi di potere??? Favorendo ogni tanto qua e là una zona del territorio giusto per avere consenso!!!
Certo dispiace parlare di zone ‘ricche’ che vogliono la separazione come diceva la Lega Nord circa una decina d’anni fa. Ma almeno nella penisola iberica pensano a far gestire le risorse locali e le capacità a beneficio di tutta la regione, che poi in un secondo tempo si riversa a benificio di tutta la penisola.
In Sicilia invece si pensa solo a ‘sucari’. Poi ci danno il contentino del ponte, i posti di lavoro solo nelle amministrazioni statali, etc… alla fine avremo siciliani che per aver stipendio sicuro devono quasi ‘sopraffare’ altri siciliani meno ‘fortunati’ di loro.
Non vi spaventate tra poco ci saranno ‘security guards’ arruolati tra i ‘malfortunati’, anche loro per lo stipendio, a difendere le trivelle della Val di Noto.
Così a Palermo la benzina si pagherà 3 euro il litro e le italian corporations sucano a circa 20eurocent e il resto?
Manteniamo il ‘sistema Italia’ che investe in Cina, in India, dove far lavorare costa poco e loro fanno profitti così possono far vedere che la Ferrari vince, e così anche il ‘sistema Italia’ è ‘competitivo’.
In Sicilia e come del resto d’Italia dove la gente che ha voglia di far di meglio ‘emigra’ ormai all’estero, perche’ a far la guardia alle trivelle petrolifere non servirà a far quadrare il bilancio delle famiglie, cosicchè metteranno i più forzuti che sbarcano sulle nostre coste siciliane, altri ‘morti di fame’ che difenderanno il ‘sistema Italia’ dove la Sicilia sarà ridotta in un enorme campo di concentramento, tra servitù militari e petrolifere, e il resto del territorio solo importante a consumare il surplus non smaltito nella penisola. Si con prodotti di scarsa qualità a costi maggiori per trasporto da milano-torino-roma con petrolio sucato in Sicilia a 20centesimi!!!
Sarà il mio uno sfogo, ma sinceramente se alle possime elezioni per il nostro Parlamento Siciliano vinceranno le liste per la Sicilia Addummisciuta è meglio che vado a cercare altrove una bella addormentata dove possa viver felice e contento con la mia famiglia…
Ritornando alla penisola iberica, al ritorno passo dal Principato delle Asturie, dove trovo dei cartelli lungo la strada, e striscioni sui balconi, con scritto “NO ORO”, si non vogliono che siano riaperte le miniere d’oro, perchè gli asturiani hanno capito che lo sfruttamento delle miniere non va a loro benificio ma solo delle corporations attenti solo alle quotazioni giornaliere di WallStreet o Londra, lasciando a loro solo la massa di detriti estratti e di conseguenza l’inquinamento industriale a corollario!!!
E’ meglio uno sviluppo equilibrato tra ecoturismo, pesca e agricoltura che rende possibile le attività familiari che durano nel tempo, oppure uno sviluppo industriale pronto a sfruttare le opportunità favorevole del mercato salvo poi immediatamente abbandonarle (come la storia recente insegna) con gravi crisi occupazionali?

RRusariu