Se con il ponte arriva l’italianità vuol dire che la Sicilia non è Italia

Bruxelles, 5 febbraio 2006


Finalmente si comincia a parlare apertamente della “Questione Siciliana”.

Secondo l’attuale Presidente del Consiglio, infatti, la Sicilia con la costruzione del ponte diventerebbe italiana al 100%; se così è si sta ammettendo finalmente, anche se in modo implicito, che il Popolo Siciliano ha conservato sinora, almeno in gran parte, una sua identità distinta dall’Italia e che quindi ha una sua Patria anche se purtroppo sottomessa, con l’inganno e con la forza, all’Italia stessa.


L’Autonomia ottenuta nel lontano 1946 e mai riconosciuta nei fatti dallo stato centrale, anzi, lentamente demolita a cominciare dalla incostituzionale e forzata soppressione dell’Alta Corte, ha beffato un Popolo che pensava di aver visto finalmente riconosciuti i suoi diritti di Autogoverno, per i quali lottava da secoli, a prezzo di un ragionevole compromesso che non intaccasse i confini internazionali dello stato dominante.


Italiani per forza dal 1860, emarginati dal contesto sociale nazionale, depauperati della propria cultura e della propria indipedenza economica, i Siciliani sono nei fatti colonizzati da uno stato che ha fatto di loro un popolo di sovvenzionati che produce solo, o quasi, voti in cambio di sussistenza.

Oggi, l’Altra Sicilia deve ringraziare Berlusconi per essersi lasciato sfuggire quello che tutti a Roma pensano ma che nessuno ha mai avuto il coraggio di dire: i Siciliani sono un Popolo a sé e la Sicilia non è Italia!


Aggiungiamo solo – non ce ne voglia l’attuale capo del governo italiano – che a noi non importa niente né del ponte, anzi ritenuto dannoso, né di diventare italiani al 100 % quando, fino ad oggi, l’italianizzazione della Sicilia ha rappresentato per noi solo un’occasione di degrado, di sottosviluppo e di emarginazione.

Alle anime belle che gridano che “l’Autonomia sarebbe fallita”, replichiamo che è il “risorgimento” ad essere clamorosamente fallito e con esso una presunta “unità d’Italia” con la sua antistorica annessione della Sicilia all’Italia.
Se vogliamo salvare qualcosa di un’unione politica che pure è uno stato di fatto di cui tenere conto, unione non priva di qualche vantaggio reciproco, rifondiamola sul riconoscimento dell’identità nazionale del Popolo Siciliano e sull’esistenza di una grande irrisolta “Questione Siciliana”, altrimenti sarà troppo tardi.



ANTUDO!

L’ALTRA SICILIA – Ufficio stampa