Bruxelles, 19 ottobre2000

La lotta all’esclusione, al razzismo, alla xenofobia, in nome della tutela dei diritti dell’uomo e del cittadino, sancita dai Trattati e dallo stesso principio di cittadinanza comunitaria vive oggi le pesanti contraddizioni della situazione degli emigrati italiani che vivono in Germania per motivi di lavoro.


Ancora una volta, di fronte al silenzio e all’ignavia delle nostre autorità diplomatico-consolari, le autorità tedesche si permettono di infierire su di una famiglia di disoccupati, decretandone, oltretutto in maniera ignobile e certamente non in linea con i principi di un grande stato democratico, l’espulsione verso l’Italia.

L’Associazione “L’Altra Sicilia” interviene nella vicenda per salvaguardare e difendere un lavoratore sfortunato e gli stessi principi comunitari denunciando il comportamento delle autorità tedesche.

“L’Altra Sicilia” chiede al cancelliere Schroeder se è cosi’ che il suo governo combatte il razzismo e la xenofobia: difensori dei diritti umani, i loro, sono i peggiori vessatori quando cittadini, che essi reputano di 2° categoria, incappano nelle maglie di un’amministrazione pubblica ancora legata al passato.

“L’Altra Sicilia” ricorda che la salvaguardia degli interessi legittimi della nostre comunità che vivono all’estero costituisce la sua prerogativa prioritaria.

In un Europa comandata dai mercati e dalla globalizzazione selvaggia, l’uomo, il cittadino, specie se costretto a cercare lontano dal posto in cui è nato i mezzi per vivere decorosamente, senza abbandonarsi a compromessi, deve essere tutelato dalle proprie autorità.

L’emigrato siciliano che si è contraddistinto in tutti i continenti con il valore del suo lavoro, del suo impegno e della sua serietà chiede che le autorità regionali e nazionali si facciano carico delle sue aspettative legittime, dando priorità assoluta all’ascolto di quanti versano in questo momento in gravi situazioni di disagio.

La famiglia siciliana, svegliata nel cuore della notte, spogliata, perquisita (un neonato di nove mesi a cui è stato negato persino il biberon) e trascinata in cellulare – come si fa con i peggiori criminali – all’aeroporto di Stoccarda per essere rispedita in Italia, è la prova confermata della discriminazione che tanti nostri emigrati vivono quotidianamente.

“L’Altra Sicilia”, ringraziando il consigliere del Comites di Stoccarda e membro CGIE, Bruno Zoratto, che da anni si prodiga per la comunità italiana residente nel Baden-Wurttmberg, vuole dare giustizia ad una madre, ad un padre ed ai loro figli e porta a conoscenza delle istanze comunitarie la vicenda della famiglia siciliana presentando una petizione al Parlamento europeo insieme ad un ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo.

“L’Altra Sicilia”


Al servizio della Sicilia e dei Siciliani