Il club degli intoccabili (ladroni)
Il Tribunale dell’UE, lo scorso 14 maggio, ha lanciato una bomba nel mondo ovattato di Bruxelles, dove lo spessore della burocrazia nasconde sempre meno bene il profondo disprezzo dei popoli.
Nel mirino dei giudici proprio la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Il Tribunale dell’Unione europea ha infatti deciso che l’UE doveva trasmettere alla stampa il contenuto delle conversazioni via SMS tra Ursula von der Leyen e l’amministratore delegato dei laboratori Pfizer Albert Bourla.
Nel 2021, la presidente dell’UE è infatti intervenuta a monte di un ordine di 1,8 miliardi di dosi di vaccino Pfizer e BioNTech.
Un ordine stimato a… 35 miliardi di euro, ovvero l’importo del prestito concesso dall’UE all’Ucraina nel 2024. Si trattava del terzo contratto ottenuto dal tandem farmaceutico, nascondendo peraltro documenti indispensabili per far luce sugli acquisti di vaccini dell’UE.
Riflettendo, la presidenza dell’UE ha sempre più l’aspetto di una scatola nera. Ursula von der Leyen aveva tuttavia auspicato, al momento del suo rinnovo, “un partenariato più stretto tra la Commissione e il Parlamento” e aveva parlato di “trasparenza”.
Il caso rivela la sfrontatezza di una casta eurocrate che si pensa al di sopra delle leggi. Mentre il sindaco del comune più piccolo è costretto a pubblicare gare d’appalto e qualsiasi azienda deve fornire dossier complessi per allontanare i sospetti di favoritismo, nei vertici dell’Europa si può invece negoziare tutto o parte di un contratto miliardario , via… SMS, senza la minima traccia e il minimo controllo.
I contribuenti europei hanno senz’altro il diritto di sapere come si spendono i soldi delle loro tasse versate all‘Unione. In questa Europa, gli eletti del popolo appaiono come variabili di aggiustamento senza potere. Sembra che Von der Leyen possa spendere senza controllo rigoroso delle somme faraoniche. Un posto d’oro massiccio, inimmaginabile in un’azienda privata dove l’accusa di abuso di potere e di abuso di beni sociali sarebbe subito perseguita. A questo punto c’è da chiedersi se l‘Ue, così generosa a dare lezioni di trasparenza a molti paesi, sia effettivamente un’istituzione democratica
Finora nessuna notizia neanche del Qatargate. Nè un gruppo politico europeo, né un attore della società (associazione, ecc.), e nemmeno un media europeo ( i giornalisti del Vecchio Continente hanno perso l’abitudine alla giusta informazione; si sono assuefatti al silenzio e al rifiuto quando chiedono conto dello spese della Commissione) ma solo un media americano ( NY Times)ricorda la vicenda e ne chiede conto
Lo scandalo Quatargate, la prova della vera natura, profondamente antidemocratica, dell’istituzione europea . Gli eletti europei non hanno per il momento nessuna notizia della procedura nata dopo la scoperta di valigie di banconote presso la deputata greca socialista e vicepresidente del Parlamento europeo Éva Kaïlí e nella sua cerchia di collaboratori.
Lo scandalo più grande è che nessuno finora, ne abbia chiesto conto.
Eugenio Preta