Manifestazione contro l‘immigrazione a Londra
Uno tsunami di bandiere britanniche ha allagato le strade di Londra questo sabato 13 settembre 2025, all’appello di Tommy Robinson, alias Stephen Yaxley-Lennon, figura emblematica della destra nazionale britannica e fondatore della English Defence League, che ha presentato l’evento come “la più grande marcia per la libertà di espressione”.
Londra si è infiammata sotto slogan come “Unite Kingdom” (“Unisci, regno”, o “Make England Great Again” (“Restituire la propria grandezza all’Inghilterra”).
Riunendo, secondo le stime della polizia, 110.000 persone, la manifestazione è una delle più imponenti della storia recente del Regno Unito. Provenienti da tutto il paese, i partecipanti hanno marciato pacificamente da Russell Square verso Whitehall, il cuore del potere londinese, brandendo cartelli “Free Speech Now” e “Stop Immigrants“.
Da venerdì sera, una veglia in onore di Charlie Kirk ha riunito centinaia di persone davanti alle tribune in fase di installazione.
Tra la folla, emergono testimonianze sorprendenti, come quella di Leslie, venuta da Rotherham: “Tommy Robinson ha fatto un lavoro straordinario per informare sulle gang di grooming! » Evoca le 1.400 adolescenti violentate da bande di origine pakistana nella sua città, uno scandalo che Robinson è stato uno dei primi a denunciare, al prezzo della sua libertà.
Il corteo, partito alle 11:00 da Russell Square, ha sommerso il ponte di Westminster Bridge, formando una catena umana senza fine.
Bandiere gallesi e scozzesi si affiancano alle Union Jack, segno di un’unione nazionale di fronte a un governo percepito come troppo accondiscendente.
Ovviamente, le sinistre multicolore hanno indetto una contro-manifestazione che, anche se rumorosa con i suoi slogan “Benvenuti ai rifugiati”, ha raccolto poche migliaia di partecipanti. Prova questa che il vento comincia a girare e che questo 13 settembre ha segnato una data importante per storia futura della Gran Bretagna.
Eugenio Preta