Assad o il trionfo della verità: 600 mila profughi siriani rientrano a casa

Arriva dalle agenzie stampa ufficiali un’informazione che probabilmente non sarà gradita a tutti ,  specialmente a quelli che incoraggiano e favoriscono  l’immigrazione verso il continente europeo  e serve a mettere finalmente ordine nella congerie di cifre riguardanti i profughi  che fuggono o son fuggiti effettivamente dalle zone sconvolte dai combattimenti.

Ricordando i dati pubblicati da fonti di contro-informazione , necessaria e non allineata, i  media ufficiali non fanno altro che confermare la tesi secondo la quale piu’ dell’80% dei flussi migratori sia costituito proprio da migranti economici,- i ragazzotti in jeans e t-shirt firmate – e solo il rimanente scarso 20% sia invece costituito da gente che fugge da guerra e distruzione .

Secondi fonti OIM, agenzia ONU,   sembrerebbe che la guerra,  in Siria e alla confluenza dei due fiumi, come succede d’altronde in iraq , stia cambiando di vincitore.

Gli orgogliosi combattenti del califfato islamico, come le milizie anti-assad, pare stiano perdendo , giorno dopo giorno, parte di quei territori che avevano conquistato a danno delle imbelli popolazioni cristiane , sciite, e jazide.

L’Organizzazione internazionale delle migrazioni, OIM, agenzia delle onnipresenti e multidisciplinari Nazioni Unite, conferma infatti in un comunicato ufficiale che , durante i primi mesi dell’anno, 600 mila rifugiati siriani sono rientrati nelle loro case.

Il numero esatto sarebbe di 602 .759 profughi, l’84% dei quali sarebbe costituito da siriani rifugiati nella stessa Siria. Il restante 16%  rimane formato da chi era invece fuggito nelle zone limitrofe,  in Turchia, in Libano, in Giordania e persino in Iraq.

Secondo le fonti ONU pero’,  5 milioni di siriani restano ancora oggi al di fuori del Paese e, sempre secondo le stesse fonti, 6 milioni – a conferma del fatto che nessuno  privilegerebbe  l’ipotesi di abbandonare parenti , amici e i suoi  luoghi consueti, pur sconvolti da guerra e distruzione , per fuggire verso l’avventura e l’ ignoto, ma piuttosto cercherebbe di impegnarsi personalmente per combattere la distruzione di casa –  hanno preferito rimanere rifugiati nei loro stessi territori , in villaggi distrutti e occupati da daech  o dai ribelli della jahd, in attesa della liberazione, o di partecipare essi  stessi attivamente  a questa  liberazione .

Il  97 % di questi  rifugiati ha quindi ripreso possesso della sua abitazione , anche se in parte distrutta e sta procedendo alla necessaria ricostruzione. Attività che sembra  piu’ alacre nella zona di Aleppo dove,  nella parte Est della città martire, di casa in casa tutta la popolazione è impegnata nella riparazione di strade e palazzi con un solo obiettivo dopo i lutti e le tragedie: riprendere possesso della  propria casa in modo da  riprendere la normalità del loro quotidiano  precedente  alla guerra .

Fonti giornalistiche internazionali riportano reportage con le accuse di questi profughi  che hanno dichiarato di non aver mai sofferto privazioni di libertà prima della guerra che i sedicenti combattenti della libertà hanno spacciato come guerra di liberazione dal “tiranno” Assad , portando , invece della libertà,   sofferenze, solitudine, povertà e morte.

Nessuno degli intervistati, soprattutto le donne, ha accettato di venire fotografato per paura di  tradire i  mariti ,i  fratelli, i familiari che, contrariamente a quelli che fuggono e soprattutto  a quanto riferiscono  i media europei e quelli usa, uniti da tempo  nella demonizzazione di Assad ,-come lo erano stati nel caso di altri pseudo satrapi mediorientali-  hanno deciso di arruolarsi  nelle truppe regolari governative per combattere le milizie islamiche e liberare il loro Paese.

Eugenio Preta