Lettera di uno ”sporco siciliano” in terra straniera

Riceviamo e pubblichiamo la mail ricevuta da un nostro lettore.

***

Condivido la vs analisi sul ponte ed in linea di massima la carta costituzionale della Sicilia.

Mi sono recato per lavoro in Sicilia e tutti quelli con cui sono venuto a contatto esprimevano una opinione positiva sul ponte, ho cercato di esporre le tesi che coincidono con le vostre forse con argomenti più coloriti, anche nel mio sbiadito siciliano, Calatino-Catanese, restavano perplessi a volte attoniti,

specialmente quando ponevo la problematica delle infrastrutture interne e che il ponte serviva più all’Italia che alla Sicilia, colonia importatrice di tutto e solo esportatrice di agrumi, perchè non si fa un’opera di divulgazione più capillare i siciliani non sono stupidi è gente buona e intelligente, ma se si incazza…

viva il vespro!

Firmato
Un siciliano figlio di emigranti siciliani ed educato da siciliano in terra straniera, in Italia, dove gli italiani chiamavano me ed i miei famigliari “sporchi siciliani”, mio nonno fuggì dalla sicilia per non sottomettersi alle cosche che taglieggiavano la sua azienda manufatturiera, gli affandarono le barche, le carrette al fine misero a repentaglio la sua vita e quella dei suoi famigliar, gli uccissero il più fidatio dei suoi collaboratori, poichè tentò di impedire l’incedio dei magazzini, era suo cugino carnale.