Concentrarsi sulle soluzioni

Uno degli errori che facciamo tutti con una frequenza impressionante è quello di focalizzarsi su ciò che non va, sulla denuncia.

Conoscendo la dinamica del nostro cervello la cosa da fare sarebbe proprio il contrario, proprio perché poi creiamo quello che pensiamo.

Questo non serve per capire i meccanismi, serve solo per rafforzare quello che NON vogliamo, mentre allontaniamo sempre più la costruzione di un mondo migliore.

E’ chiaro che prima di cambiare dobbiamo capire cosa non vada e quali sono i meccanismi, ma una volta individuate le criticità e come queste condizionino la nostra vita è necessario fare un salto di qualità per ergersi sopra la “melma vischiosa” della realtà attuale.


Vi confesso una cosa, Berlusconi è niente rispetto a chi verrà dopo di lui e che si maschererà e si affermerà come il risolutore dei problemi e carpirà la fiducia di molte persone e farà cose che al solo pensarci mi si accappona la pelle.

Questo accade perché mentre le cose accadono noi siamo distratti e si pensa sempre ad un deus ex machina che risolve tutto dall’alto, perché pensiamo che la soluzione sia “fuori” dalla nostra portata, ma non è così e fino a quando non riusciamo a focalizzarlo, il potere potrà fare di noi ciò che vuole direzionando a suo piacimento le energie creative, o in questo caso distruttive, della nostra mente.

Guardatevi questo filmato, può servire come esempio.

Pierluigi Paoletti

Fonte: http://www.centrofondi.it/report/report_11_03_06.pdf

La chiave per la libertà in un’immagine

Ai tempi degli antichi romani non era certo facile vivere ridotti in schiavitù. Gli schiavi erano privati della libertà personale, dovevano lavorare in condizioni disumane, non si potevano muovere liberamente, si rimettevano nelle mani del padrone che decideva della loro vita o della loro morte.

Era normale che ogni persona ridotta in schiavitù avesse come massima aspirazione quella di riuscire a liberarsi da quella vita di stenti e di privazioni per ottenere tutti i diritti dei cives romanorum, poter decidere della propria vita ed essere finalmente un uomo libero.

I termini della questione erano chiari: chi era più forte, sfruttava l’altro e lo teneva imprigionato, l’altro invece cercava di liberarsi con ogni mezzo. Nel corso dei secoli, infatti, affrancarsi dalla schiavitù per ottenere la libertà è stata l’origine di molte rivolte e battaglie di popoli contro altri popoli. Quando un uomo è privato della sua libertà, diventa una belva inferocita difficile da sconfiggere. E’ per questo che nel tempo il potere ha affinato le sue strategie ed ha capito che è inutile ridurre in schiavitù persone e popoli che immancabilmente si rivolteranno; la cosa migliore per mantenere il potere è sottrargli l’energia, il denaro e avere masse di schiavi che non sanno di esserlo.

Secondo voi è impossibile?

Invece no. Riguardo al denaro basta appropriarsi della facoltà di stamparlo rendendolo una “merce” rara e se conosci i meccanismi del cervello umano puoi rendere docili come agnellini masse imponenti di persone senza fare troppa fatica, per nostra fortuna queste sono alcune delle molte verità nascoste che stanno emergendo e su cui dobbiamo lavorare.

Sul meccanismo di creazione del denaro ne abbiamo parlato approfonditamente (es. http://www.cronologia.it/biogra2/moneta.htm ) in altre occasioni, oggi invece ci concentreremo su quell’organo che crea la nostra realtà fisica: il cervello.

Dovete sapere che il nostro cervello lavora per immagini, se io vi dico: pollo arrosto con patate, immediatamente nella vostra testa si forma l’immagine di una casseruola con un pollo fumante e croccante con tante patate e immediatamente in bocca compare quell’acquolina che fa pregustare già il suo buon sapore.

Come avete visto una parola scatena un’immagine che a sua volta fa aumentare la salivazione, un fatto fisico innescato da qualcosa di immaginario.

Il cervello traduce in immagini ogni parola o concetto e molte di queste immagini producono effetti fisici o emozioni, pensate solo alle sensazioni di ansia che scatena la lettura di un libro giallo o alle lacrime che sgorgano dal vedere film d’amore o alle reazioni “fisiche” generate da immagini erotiche ispirate dalla vista di un bel corpo.

Secondo molti studiosi addirittura la frequenza delle immagini in un cervello addirittura scava dei sentieri neurali per cui la reazione ad uno stimolo sarà sempre la solita e difficilmente la si potrà scardinare oltre al fatto che il nostro subconscio farà di tutto per compiacerci cercando di riprodurre nel nostro mondo reale quello che le nostre immagini interiori e i nostri pensieri gli hanno trasmesso.

Ed è proprio questo che è la chiave del tutto: il nostro cervello è creatore della nostra realtà e può essere programmato come un computer. Questo è quello che scoprirono ad esempio John Grinder e Richard Bandler che proprio di computer si occupavano prima di scoprire una tecnica rivoluzionaria la Programmazione Neuro-Linguistica. In realtà la cosa era stata scoperta tanto tempo prima e faceva parte degli insegnamenti delle scuole esoteriche riguardo alla Metafisica (oltre la fisica), ma Grinder e Bandler ebbero il pregio di farla diventare di dominio pubblico a metà degli anni ’70. Con la PNL si hanno risultati sbalorditivi e veloci nella cura di fobie, traumi emotivi e miglioramento della propria autostima.

Una una cosa importante che si è compreso è che il nostro subconscio non è tanto “intelligente” e tende a riprodurre nella nostra realtà le immagini che abbiamo evocato senza tener conto delle “sottigliezze”. Cercando di essere più chiari se pensiamo alla “lotta fra bene e male” nella nostra mente si formerà una immagine di LOTTA ed il nostro subconscio tenderà a riprodurre nella nostra vita quotidiana esattamente quella, tralasciando che il bene vince sempre ed il male perde perché a lui questo non interessa un bel niente.

Se volete fate una prova: prendete un foglio e dividetelo in due colonne: quello che voglio da una parte e quello che non voglio dall’altra.

Bene, la statistica dice che la colonna di quello che voglio è sempre scarna, mentre quella del non voglio è sempre affollatissima.

Non voglio essere povero, non voglio morire, non voglio la guerra, non voglio invecchiare, non voglio soffrire, non voglio la tirannia ecc. ecc.

Ora la nostra mente sarà affollata di immagini che riproducono proprio quello che non vogliamo, la povertà, la morte, la guerra, l’invecchiamento, la sofferenza e la tirannia e sapendo come reagisce il nostro subconscio, i nostri buoni propositi rischiano di dare luogo ad un vita di inferno, infatti non capendo la sottigliezza della negazione egli si attiverà per far diventare reali tutte quelle immagini. Oltretutto per lui sarà più facile trasformare in realtà le immagini in cui il trasporto emotivo è maggiore e poiché tutte le cose negative hanno un trasporto emozionale notevole ecco che in un battito di ciglia la nostra realtà “infernale” è pronta.

Ma sapete perché tutti riempiamo maggiormente la colonna del non voglio? Semplicemente perché siamo stati “programmati” per dare risalto alle cose negative.

Da bambini intanto ci leggevano orribili favole come quella di Hansel e Gretel dove i bambini erano affamati e tenuti prigionieri dalla strega malvagia, o la favola di

Biancaneve che veniva avvelenata anche lei dalla strega malvagia e Cenerentola soffocata.

Poi giocavamo (noi maschietti) alla guerra, cresciamo e ci fanno vedere i film di guerra ed i telefilm di polizia dove c’è sempre, guarda caso, una lotta tra bene e male.

L’idea che ci siamo fatti del mondo è che è un’eterna divisione e lotta tra bene e male, destra e sinistra, onesti e disonesti, dove c’è sempre qualcuno che viene sopraffatto da un cattivo che nel film, telefilm e storie varie non vince mai, ma questo ai fini del nostro subconscio, che è sempre poco sveglio, è ininfluente e lui da buon genio della lampada esegue solo quello che la mente gli ha fatto vedere cioè le immagini evocate dalle parole in grassetto e sottolineate.

Vogliamo spendere una parola anche sui telegiornali? Se siete dei fini osservatori vi sarete accorti che negli ultimi anni la cronaca (sempre nera) da un angolino ritagliato quasi alla fine del giornale prima dello sport, ora è in prima pagina e addirittura spesso viene data come notizia di apertura mentre le trasmissioni pomeridiane e serali sono piene di approfondimenti su efferati delitti, stupri e violenze varie .

A causa di questo martellamento, che viene messo in atto appena veniamo al mondo, il nostro cervello trasmetterà all’inconscio sempre e solo un unico messaggio: io non valgo niente (da dove pensate che provengano i pensieri negativi su noi stessi che ci tarpano sul nascere qualsiasi nostro sforzo di uscire dal grigiore quotidiano?), il mondo è pieno di cattivi e la vita è una lotta continua e piena di privazioni.

Per cui la nostra vita sarà tutta piena di continue frustrazioni e se anche ci ribellassimo, non faremo altro che esprimere tutte le cose negative che abbiamo imparato e con rabbia e violenza affronteremo il sistema (manifestazioni, terrorismo, rivoluzioni ecc.) e da questo con altrettanta forza verremo repressi. Il bello è che ognuno di noi è a sua volta un “portatore insano” di questo virus e complice inconsapevole del potere: essendo educatori dei nostri figli, nipoti, trasmetteremo loro quello che di sbagliato abbiamo imparato perpetuando la nostra schiavitù (non fare questo perché caschi , non fare quello perché ti fai male ) .

Fatto questo il potere trova un terreno fertilissimo e riesce a vivere e prosperare tranquillamente commettendo ogni sorta di abuso e sopraffazione, se è in difficoltà crea un nemico ed il popolo degli schiavi gli delega tutto il suo potere per poter essere “salvato”.

Gli strumenti non gli mancano, politica, religione, denaro, mass media, cinema, tutti pronti a servirlo. Mantiene una sempre leggera dose di scarsità, soprattutto di denaro, per rinforzare tutti i condizionamenti negativi. In certi momenti storici, come questo, esaspera gli animi alimentando lotte, diminuendo le libertà e aumentando le differenze tra ricchi e poveri.

Oggi però finalmente abbiamo messo a nudo il meccanismo che ci ha fatto recitare il ruolo degli schiavi, finalmente sappiamo che le sbarre sono dentro di noi e che la libertà è alla nostra portata quindi non resta che mettere in atto una forma di decontaminazione facendo sempre più attenzione alle parole. ai pensieri ed alle immagini che passano nel nostro cervello.

Quando parliamo, cerchiamo di non usare termini che evochino lotta o divisioni (combattiamo contro la guerra, la povertà), ma trasformiamo le frasi in positivo (lavoro per la pace e per l’abbondanza). Ascoltiamo il meno possibile i notiziari e quando lo facciamo, facciamolo in maniera critica e non passiva, lo stesso quando guardiamo i film o ascoltiamo i politici; per i nostri figli scegliamo videogiochi che non abbiano scene violente, ma soprattutto quando un “non posso”, un “non ce la faccio”, una scena di scarsità o un senso di colpa si affaccia alla nostra mente, apriamo un’immaginaria pattumiera e…buttiamo tutto dentro!

That’s all folks

17 novembre 2006