Creeranno un deserto e lo chiameranno ancora Stretto di Messina

Bruxelles, 27 Aprile 2001

Non ci sono sfuggite le proteste per l’emergenza del
Boccetta, quartiere di Messina.


Un serpente di auto, camions, gas, inquinamento
acustico, inquinamento ambientale, anidridi carboniche
lanciate nell’aria mentre passano bimbi e anziani, il
pericolo sempre in agguato con l’obbligo imposto ai
lavoratori del gommato, ai camionisti, di guadagnare
qualche secondo sui concorrenti al posto sulle navi
traghetto.

Già le navi traghetto… quindi i trasporti, quindi il
ponte, lo scempio ambientale, la confusione della
memoria, a questo nessuno ha mai pensato. Cosa sarebbe
il Boccetta, cosa sarebbe Messina se ci fosse anche
il Ponte… altro che fiaccolate, gli abitanti
sarebbero costretti a trasmigrare, questo si’, e
lasciare finalmente libera l’amministrazione comunale
di disporre della strada senza più colpo fierire:
stanno creando un deserto e continueranno a chiamarlo
Stretto di Messina.

Si parla oggi, e i politici fanno a gara per avere
l’imprimatur e il copyright dell’idea, del ponte, di
un’opera fissa per l’attraversamento dello Stretto di
Messina.

Tralasciamo lo « scillaecariddi » della memoria, ormai
andato;

Tralasciamo l’inganno di « Morgana », (e chi lo ha più
visto?);

Tralasciamo il pane dello spirito, la memoria che,
secondo noi, dovrebbe sempre venire salvaguardata
proprio per fare di un uomo un essere pensante e non
un nomade, di una città come Messina un punto della
memoria e non il niente nella confusione ormai del
cemento e della maleducazione imperante ma,
praticamente, come fare passare nel continente quei
Tir incolpevoli ed obbligati, per legge, a violare
Messina alla conquista dei mercati del nord,
lasciando la Sicilia ancora e sempre colonia ?

Un ponte, sinonimo di progresso, ma ritorno indietro
nella barbarie del cottimo mafioso, delle attività
illecite, della criminalità che appalta, di lavoratori
convinti di aver risolto per sempre le loro
preoccupazioni di sopravvivenza…

Dove sono gli apostoli del cielo buio, quei
fantomatici adepti di una associazione ambientalista
che ci contestavano quattro lampadine che
illuminavano il pilone di Punta faro?

Dove sono quegli apologeti degli uccelli notturni,
delle falene e delle zanzare che insorgevano per 100
watt lanciati nel’incanto delle notti dello Stretto
per indicare la via del cuore e della memoria , la
casa del genitore, il cortile e la piazza della
fanciullezza?

Dove saranno quando Ganzirri e i suoi laghi
scompariranno per sempre?

Dove sono ora che i gas mordono l’asfalto e avvelenano
> l’aria, gli ecologisti del cielo buio?

Dove sono i lungimiranti politicanti che oggi
affermano quello che L’ALTRA SICILIAZ propone da
sempre: una via del mare, possibile con pochi soldi
per spostare a sud gli approdi.

Ma perchè Franza e compagni devono sempre gaudagnarci su tutta la linea?

Gli approdi potrebbero essere costruiti a sud: pochi
soldi, perchè non ci immagineremmo certo che se
fossero costretti dalle autorità a traslocare dal
centralissimo Viale della Libertà, i traghettatori,
Caronti spietati, sacrificherebbero più di qualche
soldo per costruire approdi improvvisati e precari,
una strada dicevamo che oltrepassi l’abitato,
qualunque esso sia, centro o contrada, imbarcando il
gommato fuori dall’area cittadina.

Non sarà certo la
panacea, ma almeno i cittadini del Bocccetta
ricattureranno il diritto di vivere nel loro
quartiere.

L’ALTRA SICILIA non vuole speculare su
una vicenda disgustosa di politica improvvisata, ma
non puo’ piu’ tacere e deve intevenire per quei
cittadini violati nel loro diritto all’abitazione,
alla calma, alla tranquillità e alla vita e comunica
ai suoi numerosi amici di voler passare oltre gli
inetti politicanti nostrani preparando una petizione
che sarà presentata al Parlamento europeo.

Eugenio Preta,
Francesco Paolo Catania