Palermo 19 ottobre 1944. Un crimine di guerra: la strage di Via Maqueda

Ricorre oggi il 67° ANNIVERSARIO DELLA STRAGE DI VIA MAQUEDA, avvenuta, appunto, il 19 Ottobre del 1944, nella centralissima Via Maqueda, ad opera dei militari italiani.
La nebbia della politica burocratica ha avvolto questo crimine per decenni, noi riproponiamo con forza ad ogni ricorrenza il nostro pensiero a quei morti innocenti così come rinnoviamo la richiesta di giustizia. E’ una macchia per l’Esercito italiano e per lo stato che si definisce democratico. I crimini di guerra non si prescrivono neanche se sono morti gli autori. Una condanna, postuma, darebbe giustizia ai siciliani e riconsegnerebbe l’onore perduto in quel terribile giorno all’esercito italiano.
Fu una STRAGE orrenda, nella quale persero la vita almeno VENTIQUATTRO persone (la maggioranza delle quali erano giovani). Mentre i feriti furono alcune centinaia. La Via Maqueda restò coperta di sangue e fu necessario chiamare i pompieri per “RIPULIRLA”.

Tutto partì da una manifestazione popolare di protesta di diverse migliaia di persone che chiedevano pane, lavoro, libertà, giustizia, progresso, ripristino dei servizi essenziali. E si chiedeva anche l’impegno “SERIO”, da parte del Governo Italiano e da parte dei suoi rappresentanti in Sicilia, contro la FAME e contro il CAROVITA. Così come si chiedeva un impegno altrettanto “SERIO” contro l’INTRALLAZZO e contro la MAFIA (che si andava riorganizzando in combutta con i politicanti). Si protestava contro la mancanza di ALLOGGI. Esigenza primaria, questa, in una Città sovraffollata e semi-distrutta dai bombardamenti della seconda guerra mondiale.
La folla, che, strada facendo, si era ingrossata, marciava verso la Prefettura, che allora aveva Sede in Via MAQUEDA n° 100. Nel Palazzo COMITINI, cioè, che oggi è Sede della Presidenza della Provincia Regionale di Palermo.

Abbiamo già accennato a quale fu, a suo tempo, la risposta delle Istituzioni.
Lo ripetiamo. Fu chiesto l’intervento della Questura, che inviò sul luogo due camion di soldati con armamento da GUERRA. Si trattava di soldati appartenenti alla Divisione Sabauda, che era stata trasferita dalla Sardegna in Sicilia per fronteggiare il SEPARATISMO. Ai soldati in questione erano state attribuite funzioni di ordine pubblico e di pubblica sicurezza. Così come a quell’epoca si usava per le COLONIE italiane in Africa.

E fu subito STRAGE. I soldati spararono con armi da guerra e con bombe a mano contro i cittadini DISARMATI.
Erano queste le disposizioni alle quali attenersi. Soprattutto in Sicilia. L’azione di DISINFORMAZIONE e di MANIPOLAZIONE delle notizie iniziò subito. Si imbrogliarono le carte e si cercò di minimizzare la gravità del “caso”. Si cercò anche di attribuire la responsabilità della manifestazione ai “Separatisti”, che in quel momento erano – se non gli unici – i più convinti e leali sostenitori delle ragioni del POPOLO SICILIANO. A prescindere dal fatto che i dirigenti del Movimento Indipendentista (quello VERO, guidato da Andrea FINOCCHIARO APRILE) eranio partiti per TAORMINA per partecipare al 1° Congresso del Partito.

Insomma: si fece di tutto per esimere da responsabilità il Governo Italiano dell’epoca, guidato da IVANOE BONOMI, e tutti gli esponenti dei partiti politici italiani rappresentati nel Governo stesso. Dall’estrema Sinistra all’estrema Destra, passando per il Centro. Responsabili, tutti costoro, moralmente, politicamente e giuridicamente del PUGNO DI FERRO usato contro la SICILIA che rialzava la testa.
L’appello che oggi l’FNS sente il dovere di rivolgere ai Siciliani tutti è quello di non fare passare sotto silenzio questo anniversario. E’, questa, anzi, a giudizio dell’FNS, un’occasione per difendere e riaffermare il diritto alla memoria storica e il diritto alla giustizia, alla verità, nonchè il diritto al rispetto della DIGNITA’ del Popolo Siciliano.
Ognuno può e deve fare qualcosa anche individualmente, come meglio può ed in modo diffuso. E’ dimostrato, infatti, che la percentuale di Siciliani che conosce questa tragica vicenda è MINIMA.
Non è, quindi, un caso che oggi, per ricordare quella STRAGE, – da parte delle Istituzioni, – esista solo la LAPIDE posta all’interno del Palazzo Comitini nel 1994, in occasione della ricorrenza del 50° Anniversario.

Nei cinquant’anni precedenti non vi era stato nient’altro che le proteste, puntuali, dell’FNS ed il composto, costante, struggente e commovente ricordo delle Famiglie delle Vittime, riunite in Associazione.
Doveva trionfare la regola del SILENZIO. Diamo, quindi, atto all’Amministrazione “MUSOTTO” di avere infranto il muro del silenzio e diamo atto a tutte le Amministrazioni che si sono succedute negli anni successivi, di avere continuato a rendere omaggio alle Vittime ad ogni ricorrenza.

Occorre, però, fare di più. Occorrono monumenti e lapidi nelle strade e nelle piazze di ogni Città e di ogni Centro abitato della Sicilia, per far sì che ogni cittadino possa ricordare ed onorare questi nostri “Cittadini”, questi nostri FRATELLI, che sono stati i Martiri, ancora sconosciuti ai più, che si sono sacrificati per la Rinascita ed il riscatto del Popolo Siciliano, della NAZIONE SICILIANA. Non dimentichiamolo. Non facciamo che altri Siciliani dimentichino o ignorino questa Pagina di STORIA SICILIANA!

Fonte: Osservatorio-sicilia.it