Una notizia al terzetto Monti, Cancellieri e Fornero: questa è la Sicilia del posto ”fesso”

Egregio prof. Monti ed egregi Ministri, le vostre esternazioni sul lavoro fisso e vicino mamma e papà, non possono essere giustificate e sono vergognosamente offensive nei confronti di qualche milione di ragazzi in cerca di lavoro, ma anche di quei “fortunati” siciliani, che un posto, “fesso”, non fisso, lo hanno.
Le vostre parole sono offensive anche in considerazione che sono l’esatto contrario delle “vostre” situazioni …, se è vero, come appare vero, che il figlio del ministro Cancellieri ha un posto fisso da 500.000 euro l’anno e che la figlia del ministro Fornero insegna nella stessa università della signora e … del papà.
Predicare bene e razzolare male ?

Certamente i vostri figli sono meritevoli dei loro incarichi … ma quanti figli di persone “normali” sono meritevoli quanto o più dei vostri figli eppure sono senza lavoro … ?
Voi parlate di monotonia, di flessibilità, di equità sociale, ma dalle vostre esternazione si evince che, malgrado la vostra “alta” cultura e la vostra professione di docenti anche universitari, non solo non conoscete la realtà sociale ed economica dell’Italia, ma ignorate, e questo è grave per chi pretende di governare, la situazione la realtà meridionale e siciliana in particolare.
Parlate di equità, di sicurezza del lavoro, di lotta all’abusivismo, all’evasione e alla corruzione ma nella realtà siciliana queste affermazioni sono poco più che “dichiarazioni di intenti” che mai hanno riscontro nella quotidianità della vita.

Diritti e doveri, legalità e giustizia sociale, sono solo parole che responsabili delle istituzioni utilizzano per nascondere la loro incapacità (?) a garantirli e a farli applicare.
Ed è così che dilaga lo sfruttamento dei lavoratori, costretti a subire le angherie di certi imprenditori negrieri che in spregio alle legge e al comune senso della dignità e dell’onesta, sfruttano oltre ogni limite sopportabile i lavoratori.
Una piaga sociale che si alimenta dell’assenza dello stato. Paghe secondo contratto indicate sulla busta paga ma con percezione del salario di molto inferiore al previsto da parte del lavoratore, giornate lavorative festive pagate in modo forfettario ed irrisorio, orari di lavoro abbondantemente oltre quelli previsti contrattualmente, straordinari quasi mai pagati, etc.
Insomma, una situazione allucinante che appare quasi impossibile non sia nota alle autorità che avrebbero l’obbligo di controllo.

Noi abbiamo incontrato molti di questi lavoratori a Marsala e tutti ci hanno raccontato storie identiche, uno in particolare ci ha riferito di aver lavorato per almeno cinque anni presso un negozio di alimentari e di aver scoperto dopo due anni e mezzo che non era stato messo in regola. Dopo averlo scoperto riferisce di essere riuscito a far regolarizzare la sua posizione ma – continua – “non ha mai avuto la sua busta paga …”, non ha mai potuto godere di tutte le ferie obbligatorie, ha svolto attività lavorative bel oltre gli rari previsti, in questi ultimi mesi non ha ricevuto parte del suo salario fino a costringerlo a lasciare il lavoro sperando di recuperare, in modo amichevole, quanto gli spettava.

Cose comuni a moltissimi lavoratori che subiscono e tacciono per paura di perdere anche questo posto da schiavo del terzo millennio.
Inutile fare causa. Ad alcuni imprenditori non frega assolutamente niente delle cause. Anzi, per certi aspetti appare quasi come un vanto avere cause aperte presso il Giudice del Lavoro.
A Marsala di queste situazioni se ne riscontrerebbero moltissime e si perpetuano nel tempo.
Il che è tutto dire !
La Sicilia come ai tempi dei feudi. Il popolo schiavo e senza diritti che attende che uno schiavo muoia (ovvero si licenzi o venga licenziato) per prendere il suo posto sotto il giogo di certi imprenditori schiavisti.

Prof. Monti, ministro Cancellieri e ministro Fornero, cercate almeno di garantire giustizia ed equità a chi il posto “fesso”, lo ha già.
Tutelando questi “fortunati” schiavi del terzo millennio, potete vantarvi di aver già svolto metà del lavoro che vi siete impegnati a fare…

Michele Santoro