Il Consiglio dell’Abate Vella: Eliogabalo

Per interpretare i risultati elettorali di domenica, cercheremo di dare risposta alle seguenti 4 domande:

1. Chi NON è andato a votare?

2. Chi NON ha votato Miccichè?
3.Chi NON ha votato Crocetta?
4. Chi ha votato per Cancelleri?

Andiamo nell’ordine.

Alla prima domanda, tutti hanno già dato la risposta più scontata, quella che più li aggrada: l’astensione è una protesta contro questo sistema politico, contro questi politici (che poi nello specifico siciliano lascia intendere prevalentemente Lombardo). Una risposta funzionale a chissà quali progetti di riscrittura costituzionale (incluso annullamento dello Statuto Siciliano) ed alla giustificazione del successo di determinate forze politiche apparentemente verginee.

Una cosa incontrovertibile però è che in Sicilia più della metà dell’elettorato non sembra partecipare delle logiche clientelari sempre propagandate come anima di questa terra (evito di commentare coloro i quali per non ammettere ciò cominceranno a sostenere che la mafia si è astenuta).
Questa semplice considerazione comunque non ci rende allineati con l’interpretazione corrente dell’astensionismo siculo: nessuno ancora ci può garantire che quel crollo non sia invece dovuto alla mancanza di piccioli nelle tasche dei partiti (è già, la crisi colpisce anche loro). Il risultato è lo stesso (la fine della moderna democrazia parlamentare, non solo di una classe politica), ma la dinamica sarebbe molto differente.

A questo aggiungiamo un altro pensierino: se è vero, come lasciato intendere dagli stessi giornali di sistema, che il 18% di Cancellieri è espressione di ulteriore voto incondizionato, allora la percentuale di siciliani liberi dal giogo clientelare sarebbe ancora maggiore. In pratica non si capirebbe più come “la casta” (e la mafia) abbiano potuto governare dal dopoguerra ad oggi.

Passiamo al punto due. Tra i voti conteggiati per i partiti della coalizione di Miccichè e quelli dello stesso candidato presidente, vi è uno scarto negativo di circa il 5%, con Musumeci che aveva anticipato il dirottamento di voti di area Lombardo su Crocetta. E questo ci porta al punto 3.

Chi non ha votato per Crocetta? E sì, perchè se la denuncia di Musumeci è corretta, per Crocetta vale lo stesso discorso di Miccichè: senza i voti di Lombardo il saldo sarebbe negativo più o meno del 5% (va rilevato che in questo caso senza il dirottamento di cui sopra il presidente sarebbe oggi proprio Musumeci).

A chi sono andati questi voti? Siamo così arrivati all’ultimo punto: l’unico ad avere beneficiato del voto disgiunto è stato Cancelleri. Di nuovo siamo intorno al 5%.

Voto libero, o qualcuno ha mandato un ordine da Roma? D’altronde abbiamo visto tutti che Berlusconi si è beccato la sua prima condanna non appena si è azzardato a chiamare Lombardo per suggerirgli di non votare Miccichè.

Ovviamente quella discussa è solo una delle possibili interpretazioni. Di sicuro c’è che quel 5% vagante sa molto poco di voto libero e molto assai di italica liberal-democrazia. Un 5% che ha dato ai siciliani il loro imperatore decadente già incaprettato per l’ecatombe sotto la lama del politico che più di tutti riassume in sè le idiosincrasie ed i difetti (ma anche i pregi, per chi li sa apprezzare) del nostro popolo: Raffaele Lombardo.

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