La politica italiana? No, grazie. Occupiamoci della Sicilia

Tutti contro tutti. L’uno contro l’altro armati. Bersani contro Monti, Casini contro Bersani, Berlusconi nell’ordine contro: Bersani, Monti, Maroni, la magistratura, la sinistra e Napolitano. E, ancora, Maroni contro Monti e Berlusconi, Monti contro Berlusconi e Bersani, Grillo contro tutti, Antonio Ingoia rancoroso contro Piero Grasso e chi più ne ha più ne metta.

Questo è lo sconfortante quadro politico di inizio anno che viene offerto, da questa classe politica di irresponsabili, agli italiani in vista delle imminenti scadenze elettorali. Il tutto in un Paese sempre più sul baratro e, stando così le cose, condannato a rassegnarsi ad un futuro senza speranza.

Tutto questo senza il minimo rispetto nei confronti degli Italiani e mentre aumentano povertà, disoccupazione. Mentre si riducono i consumi e la produzione. Mentre viviamo, giorno dopo giorno, i rincari dei generi di prima necessità, agli alimentari ai carburanti, dall’aumento delle tariffe della varie utenze alla riduzione del potere d’acquisto dei lavoratori (quei pochi che hanno salvato il loro posto di lavoro) e dei pensionati. Davanti a tutto questo, i signori della politica italiana che continuano a litigare tra loro – causa ed effetto di questo disastro – si ripropongono spudoratamente come se niente fosse successo alla guida di un Paese ridotto da loro stessi ad una colossale bisca in cui le uniche cose che funzionano e che sono in crescita sono, appunto, autorizzate e avallate da questo Stato biscazziere e cioè i gratta e vinci, il dieci al lotto, il superenalotto, il lotto, il calcio scommesse, il bingo, le macchinette mangiasoldi e tante altre diavolerie.

‘Bische’ statali che, saccheggiando dalle loro tasche miliardi e miliardi di euro, hanno ridotto milioni di italiani allo stato di ludopatici. Questo è un Paese corrotto ed in sfacelo, nel nome di uno Stato tutt’altro che etico e morale, che ci consegnano tra le macerie coloro che ci hanno governato sino ad oggi e che si ripresentano e si ripropongono alla guida del Governo, come intendono fare soprattutto Berlusconi e Monti con tanto di agenda dettatagli dalla Chiesa e dei “poteri forti”, per completare l’opera di impoverimento e di distruzione portata avanti scientificamente e senza soluzione di continuità..

E i siciliani dinanzi a questo quadro deprimente della politica nazionale che non promette nulla di buono per il loro futuro, saranno ancora una volta inerti spettatori? E’ giunto il momento, al cospetto di questi scenari deprimenti fatti di liti, di meschinità e di rivalità personali che nulla hanno a che fare con la dignità della politica, davanti a questi scontri finalizzati alla tutela dei poteri forti e a discapito delle classi più deboli e delle zone più emarginate del Paese, davanti a tutto ciò è arrivato il momento di rialzare la testa e rivendicare con forza, rispetto al potere centrale, la propria autodeterminazione con la piena applicazione dello Statuto siciliano da sempre disatteso ed in gran parte mai applicato da una classe politica ascara e servile ai desiderata romani

E’ una strada obbligata se si vuole restituire alla Sicilia e ai siciliani, a dispetto di chi vuole cancellarne la storia, l’identità e l’autonomia, il loro diritto di essere a pieno titolo e con pari dignità cittadini e non colonia di questo Paese.

E’ una strada che, a quanto ci è stato dato da intendere, ha intrapreso il nostro presidente della Regione, Rosario Crocetta, quando ha affermato all’atto del suo insediamento “L’Autonomia regionale va difesa. Nessuno si aspetti mediazioni infinite, nessuno ci crei imbarazzi di sorta, perché i siciliani non sono più disponibili alle mediazioni con il passato”.

Un messaggio che va accolto positivamente dai siciliani di buona volontà, all’alba di questo 2013 ricco di incognite, come un augurale e buon viatico di speranza per il loro riscatto e per il loro futuro.

E’ arrivato il momento di lavorare per la Sicilia e non per uno Stato italiano al quale i siciliani non credono più. Uno Stato che, per 150 anni, ha negato la nostra identità. Occupiamoci della Sicilia.

Ignazio Coppola

Fonte: http://www.linksicilia.it/