A proposito di ponte sullo Stretto…

L’Altra Sicilia, associazione di diritto internazionale a tutela della Sicilia
e dei Siciliani “al di qua ed al di là del Faro”, apprende
dalla stampa di domenica di una dichiarazione “singolare” del Sig.
Bossi sull’opportunità di distrarre i fondi destinati al “ponte
sullo Stretto” per le “esigenze del Nord” dove i soldi sarebbero
spesi meglio.

L’Altra Sicilia vuole con l’occasione denunciare lo sporco gioco delle parti
che il partito nordista persegue in questo teatrino. Da un lato è alleato
(e complice) di chi vuole questo dispendio inutile e dannoso e non muove un
dito per impedirlo, dall’altro parla ai propri elettori il solito linguaggio
razzista secondo cui noi non saremmo capaci di spendere il denaro senza sprecarlo.

Su una cosa sola siamo d’accordo con il “senatur” e non ce ne vergogniamo:
il ponte è inutile! Anzi dannoso! Per la Sicilia e per l’Italia.

Sul resto vogliamo dire che sulle “nostre” risorse nessuno si azzardi,
nemmeno per provocazione o gioco delle parti, a mettere gli occhi o le mani.

Sanno i Siciliani di quanti miliardi di euro lo Stato italiano ha defraudato
la Sicilia negando i fondi perequativi previsti dall’art. 38 dello Statuto?
E’ un conto stratosferico, difficile persino a farsi. Si tratta della differenza
tra il gettito tributario da redditi di lavoro dipendente che la Sicilia ha
effettivamente rispetto a quello che avrebbe se i propri redditi medi pro
capite fossero uguali a quelli medi italiani. Se l’Italia desse questo contributo
alla Sicilia non ci sarebbe forse bisogno di nessun altro trasferimento dallo
Stato centrale per ridurre il gap economico che ci separa dal Continente;
non avremmo bisogno di cento più piccoli trasferimenti che non ci danno
indipendenza economica e che ci trasformano in un Popolo di accattoni che
vive di elemosine.

I poteri forti della Penisola dicono, sottovoce perché se ne vergognano
un poco, che le finanze italiane non potrebbero sostenere questo onere a favore
della Sicilia (per i soliti debiti accumulati ai “bei tempi” di
tangentopoli); non dicono però che poi gli stessi soldi si trovano
per mille finanziamenti assistenzialistici inutili (che creano solo dipendenza)
o per l’idiozia del millennio rappresentata dal ponte.

Rinunci lo Stato a questa gigantesca mangiatoia alle nostre spalle e ci dia
in cambio quello che ci spetta per diritto costituzionale e, prima ancora,
morale per gli spogliamenti e le vessazioni che la Sicilia ha subito in quasi
duecento anni di “dominazione” della Penisola Italiana ai nostri
danni; l’unica vera dominazione della nostra storia, oltre a quella romana
dell’antichità, che ha creato un vero deserto produttivo che costringe
i nostri giovani all’emigrazione ed all’umiliazione.

Sapremo noi ben amministrare questi fondi – non è affare del Sig.
Bossi come lo intendiamo fare – per realizzare le vere infrastrutture che
ci servono: le strade, gli acquedotti, i tram, le metropolitane, gli aeroporti,
le autostrade del mare, le ferrovie, le infrastrutture civili, i rimboschimenti…
Tutte messe assieme queste opere costano meno, molto meno, di questa “genialata”
del ponte per cui invece i soldi si trovano…

Ma forse a qualcuno in Italia l’idea di trasformare la Sicilia in un paese
civile fa storcere il naso come cosa inusitata… Siciliani! Attenti ai Fratelli
d’Italia! Spesso si comportano da veri fratellastri!

Palermo,07/03/2005