GRAZIE PRESIDENTE CUFFARO

L’altra Sicilia come noto è stata e rimane attenta e pronta a denunciare fatti e misfatti Siciliani, e rimane convinta che la classe politica Siciliana non sia ancora in grado di governare la Sicilia e di proiettarla verso una situazione economica e sociale di livello europeo.

Però in questi ultimi due mesi, si stanno cominciando ad evidenziare le capacità del Presidente Cuffaro ed i risultati della sua opera tesa a smuovere l’atavico immobilismo del Governo della Regione Siciliana per far sì che finalmente lo Statuto Siciliano sia rispettato ed attuato, e quindi governare con responsabilità diretta e personale verso gli elettori.

Nel contempo, non ci è sfuggita, e quindi abbiamo l’obbligo di sottolinearla, l’attenta politica di piccoli passi che sta comunque dando quei frutti promessi in campagna elettorale da Cuffaro. La strada è ancora lunga ed i problemi decennali sul tappeto sono tanti e gravi e il Presidente non sembra sia ancora riuscito a modellare il Governo secondo le sue idee e programmi visto che i componenti dell’attuale maggioranza non sembrano avere idee chiare e soprattutto sembra che non abbiano ancora perso l’abitudine a pensare al proprio orticello anziché agli interessi dei siciliani e della Sicilia in generale.

La questione dello Statuto messa pesantemente sul tavolo del Governo nazionale ha anche il merito di evidenziare come l’ignoranza delle norme Costituzionali e dello Statuto Siciliano regni sovrana non solo in Sicilia ma soprattutto ad alto livello politico nazionale.

Non si può infatti non evidenziare l’infelice e deprecabile affermazione quale “se fosse vero scatenerei un pandemonio” del Governatore della Regione Veneto e “dello stupore e dell’incredulità” del Governatore del Friuli Venezia Giulia (e già qui l’uso dei sostantivi Veneto e Friuli Venezia Giulia anziché dell’aggettivo come la Regione Siciliana dovrebbe far riflettere GALAN e TONDO) pubblicate sul Gazzettino di Venezia il 9 gennaio us., circa l’obbligo, Statutario e quindi Costituzionale, del Presidente della Regione Siciliana a partecipare con il rango di Ministro di Stato a tutte le riunioni del Consiglio dei Ministri del Governo nazionale ed intervenire con voto deliberativo nelle questioni che interessano la Regione Siciliana.

Per comodità dell’articolista del Gazzettino, dei suoi lettori e dei presidenti Galan e Tondo si riporta l’articolo 21 dello Statuto che ricordiamo loro è stato approvato il 15 maggio 1946 (prima della Costituzione Italiana con la quale lo Statuto è stato “coordinato” dopo essere stato sottoposto all’approvazione dell’Assemblea Costituente) e non nel 1963 o nel 1971, :”Col rango di Ministro partecipa (ndr.: il Presidente della RS) al Consiglio dei Ministri con voto deliberativo nelle materie che interessano la Regione”. La disposizione è chiara e non si presta ad interpretazioni e la partecipazione del Presidente della RS ai Consigli dei Ministri è diritto/dovere c o s t i t u z i o n a l e e non necessita di autorizzazioni, richieste e/o inviti del Presidente del Consiglio.

La Commissione Stato/Regione ha semplicemente e definitivamente chiarito, su pressione del Presidente Cuffaro, che la partecipazione è un diritto/dovere del Presidente della Regione. A nulla vale se per oltre 56 nessun presidente di regione l’ha fatto.
Si è scritto di una situazione sull’orlo di una crisi istituzionale soltanto perché, aggiungiamo noi, i governatori del Veneto e del Friuli Venezia Giulia starebbero facendo campagna elettorale sulle spalle della Sicilia. Al Gazzettino che si chiede se il comunicato stampa della RS possa essere un’interpretazione dei desideri, consigliamo di informarsi prima di pubblicare notizie così delicate.

L’altra Sicilia

Bruxelles, 10 gennaio 2003