Sul vertice euro-turco di Bruxelles

Il buon napoletano Gian Battista Vico avrebbe ben ragione ad inorgoglirsi oggi che ritornano attuali le sue teorie sui “corsi e ricorsi ” e la Storia si ripete con un parallelismo sconcertante : 1683 assedio e liberazione di Vienna, 2016 vertice euro-turco di Bruxelles …
In questi giorni si sta infatti svolgendo a Bruxelles un vertice tra Unione Europea e Turchia. Sul tavolo ci sono gli argomenti dell’attualità tragica dell’ammassamento di migranti alle frontiere dell’Europa, in bilico tra territori sovrani in stato di ostilità latente, -Grecia e  Turchia  – dall’altro la necessità di decidere la sorte di questi poveretti facendo sempre appello ad una solidarietà occidentale che però ormai ha dato e non ha più niente da dare.
 
In realtà stiamo assistendo ad un nuovo “assedio”  turco al continente europeo. 
La Turchia, che costituisce un’importante frontiera strategica per i mercati europei in oriente, oggi ci chiede di pagare non solo economicamente e materialmente il suo ruolo ma ce ne chiede conto anche politicamente e mette sul piatto delle rivendicazioni, soldi e partnenariato all’UE. 
 
Non c’è’ bisogno di essere esperti di geopolitica per comprendere che oggi si sta giocando l’avvenire del continente europeo. 
 
Il presidente  Erdogan è politico esperto e consapevole della sua forza  ed è ben convinto del ruolo che deve svolgere la Turchia nel bacino mediterraneo e nell’intero orbe terrarum. Per anni ha consentito ai migranti, in maggioranza di origine islamica, di attraversare la Turchia per entrare nello spazio Schengen, senza dimenticare i milioni di emigrati turchi che ormai risiedono stabilimente ma poco assimilati, sul territorio europeo. E questo a fronte dell’afasia dell’europa, impegnata oggi ad applicare senza obiezioni le raccomandazioni che le arrivano dall’ONU -vale a dire non ostacolare la migrazione massiccia di popolazioni, oltremodo prolifiche, in provenienza dal sud del mondo
 
Come  un cammello che vogliamo far passare dalla cruna di un ago, ci sforziamo di accettare l’inaccettabile. 
Esiste infatti   un accordo  tra Dovotoglu, premier turco e Junker presidente dell’esecutivo, già avallato da Germania e Francia che consiste nell’equazione “un siriano contro un siriano”, in realtà un migrante economico in Turchia  in cambio di un profugo dirottato verso l’Europa. 
Un imbroglio che costerà parecchi milioni ai contribuenti europei perché in realtà, gattopardescamente, non cambierà nulla, peggio l’invasione continuerà e sempre a spese dell’Europa.
La Turchia ha alzato ancora il prezzo dell’accoglienza: 3 miliardi di euro supplementari in aggiunta ai 3 già ricevuti (ma si parla di un pacchetto di oltre 19 miliardi) e l’accelerazione dei programmi di adesione all’Ue.
 
In realtà’ Erdogan non farà domani quello che ha sempre rifiutato di fare ieri; sta solo cercando di imporre un sistema di accoglienza massiccia di migranti spesso giudicati indesiderabili, come dice il primo ministro ungherese Orban, in questo spalleggiato da Cameron, uno dei pochi leader europei che rifiuta di partecipare a questo vertice Euro-turco.
Tutto ruota intorno ai controlli alle frontiere.
Senza Schengen, cioè con la  eventuale sospensione dell’esercizio di una delle quattro libertà fondamentali, – la  libertà di spostamento, base dei principi insiti nei Trattati costitutivi – pratica non ci sarebbe più Europa politica. 
Ma l’Europa è prima di tutto un territorio ed uno spazio di sensibilità comuni e valori condivisi; Dichiarare di voler mantenere il trattato di Schengen oggi vorrebbe dire mettere a rischio pure la sopravvivenza dei popoli europei, privilegiare il contenente al contenuto. 
In verità il trattato di Schengen ha reso l’Europa uno spazio troppo aperto; la sua sospensione, che molti Stati membri attuano già in maniera parziale, permetterebbe alle nazioni Europee di ripristinare l’ordine alle loro frontiere e iniziare a regolamentare i flussi incontrollati e organizzati in maniera criminale di migranti. 
Alla fine questo Vertice europeo, al di là dell’ignavia dimostrata dalle autorità europee di fronte ai ricatti turchi, sembra aver dimostrato chiaramente che, oggi, le frontiere da restaurare non sono  solo quelle materiali ma anche quelle spirituali, morali e intellettuali di questa Unione che batte ormai  la sua celebre “chamade” … il suono dei tamburi che annunziavano la sconfitta ..
Eugenio Preta