OMS: libertà sessuale e fecondazione artificiale per tutti

Siamo governati da sistemi anti democratici che si sono circondati,per espletare il loro compito, di organismi e istituzioni che forse avevano un loro diritto di cittadinanza, quando i reggitori erano statisti veri e lungimiranti. Oggi, purtroppo, tutto crolla sotto la mannaia dell’improvvisazione e del progressismo e… “tout court”, sarebbe più giusto eliminarli, per evitare l’ennesima ingerenza nelle sovranità propria degli Stati, da parte di organismi soprannazionali creati artificiosamente.

L’elenco sarebbe lungo e qualificato: Unione europea, Onu, Nato ma anche le agenzie satellite che supportano i grandi centri decisionali mondiali, come l’Organizzazione mondiale della sanità. Fondata nel 1948 per fini preminentemente di coordinamento delle misure medico-sanitarie dalle Nazioni Unite, l’OMS è diventata ormai una specie di infermiera con velleità di riformatrice dei diritti dell’uomo.

Attualmente, annunci altisonanti e misure iperprotettive, animate più da freddo sensazionalismo, che dal dovuto rigore scientifico: dalla carne rossa, prima cancerogena, poi forse cancerogena, per poi finire di nuovo tra i prodotti non cancerogeni, agli alcolici, ai farmaci generici, passando per la sigaretta elettronica, l’OMS si pone, sempre più alla mercé di burocrazia e industria, legata più che alla salute dell’umanità, alla tutela di interessi particolari.

Proprio oggi infatti, mentre si sta decidendo la nomina del Direttore generale che guiderà l’organizzazione per due anni (fra i candidati: l’italiana Bustreo, ma anche un etiope, una pachistana e un politico francese che ha perduto la poltrona in patria), questa agenzia, edita e distribuisce, tra i vari sistemi scolastici dei paesi membri, un opuscolo che elenca gli standard indicativi per l’educazione sessuale dei giovani alunni.

Secondo le indicazioni di questo opuscolo, i ragazzini, già prima di aver compiuto i 4 anni, dovrebbero essere largamente informati, sul piacere e la soddisfazione legati alla conoscenza del proprio corpo, toccarsi le parti genitali e quindi avviati alla masturbazione infantile precoce.

L’obiettivo prefissato da queste scemenze, è che il bambino possa prendere coscienza della sua identità sessuale, discutere con gli adulti delle sensazioni provate, ed esprimere i suoi desideri e i suoi limiti (ripeto: prima dei 4 anni di età).

Sembra che l’OMS non sappia veramente come utilizzare i 4miliardi e mezzo di dollari del suo bilancio, tanto più che firma e persiste con un’altra proposta che va al di là del consentito: concedere lo statuto di disabile a tutti quelli che non riescono a trovare un partner sessuale.

Quante volte allora nella nostra gioventù, quando esili ragazzette o prosperose ragazzotte ci rifiutavano un ballo o un tentativo di “rimorchio” ci facevano sentire brutti e inutili, avremmo dovuto ammettere, come l’OMS cerca di imporre oggi, di essere disabili sessuali? E ancora, ripensandoci… che peccato non aver potuto rivendicare questo statuto allora, quando le politiche sanitarie ci avrebbero pure fornito un’assistenza d’ufficio con prestazioni che l’OMS sicuramente non mancherà di definire…

Ma non è finita, oltre l’opuscolo di informazione sessuale, l’OMS persiste, e firma un’altra proposta a favore dei celibi, delle nubili e degli omosessuali col sogno di avere dei figli, questi, potrebbero ricorrere alla fecondazione in vitro come le coppie tradizionali, alle quali è consentito per ragioni mediche. Non dimentichiamo che nel 1990, questo organismo, aveva incluso l’omosessualità nell’elenco delle malattie mentali, come può oggi arrivare al paradosso di riproporla come un handicap, quindi una malattia?

In effetti, si sta facendo di tutto, per costruire un diritto universale per l’uomo nuovo, il diritto di riproduzione per tutti, comprese le persone che, semplicemente, non troverebbero… le loro scarpe sotto il letto.

Naturalmente, innumerevoli le critiche che sottolineano come l’OMS stia ormai superando i limiti consentiti, addirittura cercando di “farmacopeizzare” le difficoltà relazionali di alcune categorie di cittadini.

Per il momento la proposta fa parte solo delle raccomandazioni OMS, non è quindi una direttiva che si impone alla legislazione degli Stati. Permettiamoci un sospiro di sollievo, ma restiamo vigili e… preoccupati

Eugenio Preta