Celebrazioni europee a Roma: nuova pelle per una vecchia cerimonia

I Vertici dell’Unione europea si sono ritrovati a Roma per celebrare i 60 anni della firma dei trattati CECA,( ad onor del vero firmati già in precedenza nel corso della riunione di Messina) antesignani dei trattati targati poi unione europea e tanto contrastati nel tempo.

Osservando il rituale della cerimonia veicolata dai media vi abbiamo rinvenuto la solita procedura autoreferenziale con la pervicace insistenza di continuare nella costruzione di un’unione in senso federale , come se i fallimenti che rileviamo ogni giorno in campo economico, occupazionale e sociale siano incidenti di percorso , non debbano essere addebitati alle politiche intraprese, ma vadano offerti come viatico obbligato per risolvere le difficoltà correnti. Ancora “nuova pelle per una vecchia cerimonia”, parafrasando le poesie “musicate” di Leonard Cohen.

Proseguendo nella loro cecità , i dirigenti europei fingono di non accorgersi della protesta dei cittadini , ignorano la loro collera e le loro angosce e per di piu’ arrivano a tacciarle come populismo, termine la cui antinomia resta sempre il plutocratismo , nella migliore delle ipotesi, sovranismo la cui antinomia pero’ è “sottomissionismo”.

Come dimenticare infatti che nel 1992 , nonostante una debole partecipazione(69,70%) al voto del referendum di Maastricht , il Si’ poi espresso a quel trattato omonimo l’aveva spuntata con il 51% dei voti espressi, il 3,4% di schede bianche o nulle e una infinita serie di brogli elettorali?

Nonostante la massiccia campagna referendaria, in gran parte basata su menzogne e ricatti messa in atto dalla classe politica succube di lobby e di potentati finanziari, quel trattato veniva votato in maniera molto minoritaria e cosa gravissima e foriera di futuri guai , la sua approvazione metteva una pietra tombale al principio della preferenza comunitaria che aveva caratterizzato il trattato originario di Roma.

Si era trattato di piegare l’Europa alle regole della mondializzazione imperante che l’OMC , imporrà ai popoli del mondo , senza il loro accordo , due anni piu’ tardi a Marrakech.

Nel 2005 poi l’iperbolica Europa riportava un testo di costituzione all’esame del popolo e di riscontro riceveva sul muso il netto NO di Francesi e Danesi , a cui si aggiungevano , qualche tempo dopo anche gli Irlandesi, che rigettavano cosi’ quel progetto di Costituzione europea che sarebbe rimasto sepolto nel dimenticatoio se la casta politica francese, UMP e Socialisti, allora in perfetto accordo, asservita alle multinazionali, non avesse deciso il tradimento del popolo francese facendo approvare solo con il voto parlamentare quel Trattato, diventato nel frattempo trattato di Lisbona ( new skin for a old cerimonia, avevamo detto piu’ sopra) esattamente la copia conforme della Costituzione presentata , ma bocciata dal popolo.

Oggi, mentre i popoli europei continuano a rifiutare questa Europa della burocrazia e delle banche di Bruxelles, la classe dirigente europea, invece di rivedere il modello corrente, quello federalista perseguito solo dalle elites , continua imperterrita nelle forzature che allargano ulteriormente il deficit democratico .

Forse, azzardiamo, un nuovo Trattato questa volta preparato su base confederale, consacrato poi dal voto favorevole dei cittadini e adottato dai Singoli Stati membri potrebbe rilanciare questa costruzione europea traballante e ormai rifiutata dai popoli.

Episodi come il recente responso del Brexit o il voto olandese che ha bloccato l’accordo europeo con l’Ucraina, a cui aggiungeremmo , nel corso del vertice G20 di Baden Baden del 17 e 18 marzo scorso, il rifiuto della delegazione americana di firmare la tradizionale dichiarazione comune che loda il commercio libero e stigmatizza il protezionismo, lasciano sperare nel rinsavimento del buon senso economico e politico.

Forza, ancora un piccolo sforzo: come ha dimostrato la celebrazione di Roma, questi santuari della burocrazia antidemocratica sono ormai soltanto stanze vuote abitate da veri zombie autoreferenti. Ne sono prova il declino fisico dimostrato da modelli una vota vincenti come il francese Hollande o il lussemburghese Juncker, impietosamente inquadrati mentre boccheggiavano assonnati addormentati durante il discorso di Bergoglio, venerdi’ sera in Vaticano.

Eugenio Preta