Un comizio getta nel ridicolo il paese di Librizzi. insieme a tutta la Sicilia

Il termine comizio, in epoca romana rivestiva un carattere fondamentale: indicava i luoghi  stabiliti per radunare le assemblee e consentiva ai cittadini di conoscere personalmente chi li avrebbe rappresentati nelle assemblee popolari.

Al giorno d’oggi, seguendo proprio i comizi elettorali, alla fine i cittadini prendono coscienza della qualità del candidato  che chiede alla comunità di poterli rappresentare nell’ istituzione.

Se risponde effettivamente a verità che il vero  limite alla tracotanza politica sia la risposta che può dare la cultura, siamo rimasti molto preoccupati quando, scorrendo le pagine di un giornale web, abbiamo seguito proprio la presentazione di un candidato di un piccolo paese dei Nebrodi, Librizzi, i cui abitanti erano stati chiamati a rinnovare il consiglio comunale.

Il candidato, spalleggiato da colui che è poi stato eletto sindaco, ha dato il meglio di sé in una specie di scenetta già vista al cinema e in televisione – eh sì, strumenti  ormai  misura di tutto –  quando ha esposto i suoi programmi che consistevano nel raddoppiare i campi da tennis e centuplicare gli addetti forestali. Finiva sbeffeggiando addirittura chi versa in condizioni economiche disperate e dalla politica si aspetta, invece, una risposta seria alle sue difficoltà esistenziali.

E questo, tra i lazzi di colui che oggi è  sindaco, e gli applausi di un pubblico sicuramente poco cosciente di quello che gli sarebbe capitato di lì a poco.

Questo comizio ci è sembrato, per Librizzi,  quel presagio infausto che  in epoca romana, avrebbe interrotto la consultazione e che oggi, diventati tutti moderni e filotelevisivi, ha decretato il successo di un candidato. A  dispetto di quella professione pubblica di sciatteria, di mancanza di stile, d’ ignoranza e di cattivo gusto,  questo  signore di “gran classe”  aspira  oggi alla carica di assessore (speriamo che non sia alla Cultura…) o addirittura a quella  di vicesindaco.

Resta che i librizzesi lo hanno premiato.  Adesso siamo convinti che molti di loro non si ritrovano assolutamente nelle parole  di questo signore e censureranno questo suo modo di fare.  Vogliamo sperare che questo episodio non sia assolutamente indicativo del  quoziente di intelligenza medio del paese e dei siciliani.  E si spera anche che il successo elettorale di questo “showman” sia  da attribuirsi ad un combinarsi di concause imponderabili, prima fra tutte la protesta  e la disaffezione alla  politica da parte di molti cittadini, e non solo  di Librizzi.

Stupisce però che il ‘politico’ in questione abbia ottenuto centinaia di consensi che, alla fine , speriamo non dipendano dalle sciocchezze che è stato capace di raccontare,  ma da una sua  ben celata  preparazione culturale  ( che, onestamente  però facciamo fatica a ritrovare nell’approssimazione grammaticale e verbale riscontrata nel suo exploit).

Adesso rimane una sola strada ai cittadini di Librizzi per  tutelare il paese e i suoi abitanti: costituire un comitato cittadino per tutelare il nome di Librizzi, per chiedere, senza tergiversare, le urgenti dimissioni del nuovo eletto, protagonista di un siparietto indegno della storia e della cultura del Comune nebroideo, ma chiamato oggi a rappresentare tutto  il Paese in un importante ambito istituzionale.

Eugenio Preta