I giocattoli devono rimanere solo oggetto di divertimento.

Il gruppo  Mattel ha presentato una nuova versione della sua Barbie, la bambola di  plastica,  diventata dal 1959 il giocattolo preferito di tutte le bambine  del mondo. Si tratta di una novità perché  Barbie , tradizionalmente  bionda e con gli occhi azzurri, si presenterà questa volta con il velo islamico per rendere omaggio alla schermitrice americana Ibtihaj Muhammad, divenuta, nel 2016,  la prima atleta americana a gareggiare co n l’ hijab  alle Olimpiadi. 

In verità si tratta di un’iniziativa  di marketing per rilanciare il gruppo nel momento in cui il Wall Street Journal pubblica la notizia che la rivale Hasbro, la produttrice di Monopoli, lancia una scalata per acquistare proprio la Mattel. 

 Non è la prima volta del resto che Mattel rende omaggio ad un’atleta americana, riproducendone i lineamenti: lo aveva già fatto nel 2012 con una Barbie prodotta  all’immagine della ginnasta nero-americana Gabby Douglas .

Una campionessa dello sport non puo’ che essere il simbolo della liberazione femminile quindi una donna in hijab rappresenterebbe effettivamente  una donna potenzialmente libera 

Potrebbe sembrare aneddotico, ma non è cosi’; velare questa icona americana sarebbe come velare la Statua della Libertà, 

Anche se il gruppo naviga oggi in cattive acque, il 92% delle bimbe  tra i 3 e i 12 anni di tutto il mondo ha o ha posseduto  una Barbie, diminutivo di Barbara, dal nome della figlia del fondatore di Mattel . Anche in Europa una bambina senza una Barbie era come una casa senza televisione, rappresentava un’anomalia sospetta

Una Barbie non è un giocattolo anomalo , non è un oggetto come dovrebbe esserlo una semplice bambola , non è il bambolotto  della bambina , ma rappresenta la bambina  stessa che gioca a fare la donna.

E la Barbie ha rappresentato sempre quel modello d’adulto,forse  banale, ma tutto colore e lustrini,che  tanto è stato avversato in tutte le polemiche femministe, ma che , nonostante tutto ha conquistato l’immaginario collettivo mondiale .

Anche se oggi  Barbie cambia, cercando di adeguarsi ai tempi e alle mode, la realtà rimane sempre eguale : le bambine  ricercano una  loro identificazione al mondi degli adulti.

Sin dalla sua origine la Barbie ha rappresentato una donna del suo tempo, forse pure la caricatura di una donna del suo tempo . Come ogni  giocattolo  d’imitazione deve forzare i tratti proprio per essere riconosciuto  la Barbie , con il suo nasino all’insu’, le  labbra rosse, le gambe lunghissime e i  capelli biondi  ha rappresentato sempre un modello occidentale di donna, forse pure il modello della diva di Hollywood che oggi – times are changing-  Mattel vuole nascondere dietro un velo  islamico .

Lasciamo i giocattoli quali sono, piccoli strumenti di divertimento in un universo di giochi che mette nella stessa scatola dopo le invenzioni ludiche, cow-boy e indiani, GI e kamikaze,  senza ritrovarci motivi militaristi o razzisti e, soprattutto, senza volere adeguare uno strumento di divertimento ai tempi che corrono.

Che la Barbie indossi pure un velo, anche se noi lo riteniamo una forzatura di mercato e crediamo invece  che , in linea con l’immaginario collettivo creato dal giocattolo,  se oggi dovesse effettivamente indossare un velo , la Barbie non sceglierebbe certo un  connotato religioso  come la schermidrice musulmana ma  preferirebbe indossare , come la bellissima Grace Kelly , proprio  un foulard in stile Hermés , per non spettinare la  chioma bionda scorrazzando a bordo della  sua  bianca  cabriolet  Bentley sui tornanti della Corniche  di Montecarlo.

Eugenio Preta