Boicottiamo

Palermo, 3 febbraio 2006

Dopo averci tolto il Banco di Sicilia,


dopo aver fatto chiudere tutte le imprese siciliane che non fossero solo produttori di materie prime o di componenti per le imprese della Penisola a prezzi stracciati,


dopo averci trasformato in un Popolo di precari pagati (una miseria) per votare e consumare i prodotti politici ed economici della Penisola,


dopo averci derubato del nostro petrolio e del nostro gas,


dopo averci derubato della nostra Autonomia con una classe politica di complici ed una corte costituzionale che ha “riscritto” lo Statuto castrandolo delle parti più significative,


dopo averci annientato come Popolo negando dignità autonoma alla nostra civiltà e alla nostra lingua, etichettate come “regionali” e “dialettali” sin dai banchi di scuola quando la maggior parte delle nazioni europee è ben più insignificante della Sicilia,


dopo aver ridotto le nostre università in centri di formazione per le imprese del nord con docenti sempre compiacenti alle consorterie nazionali pur di fare carriera,


dopo aver alimentato inutili campanilismi per dividere la Nostra Patria secondo il collaudato modello romano del “Divide et impera”,


dopo aver annientato le nostre imprese di pubblici servizi o averle bruciate sul nascere,


dopo aver accordato una più che centennale impunità ad una classe dirigente e politica sostanzialmente mafiosa in quanto tutrice dell’illegalità, del sottosviluppo e della dominazione italiana della Sicilia,


dopo aver mandato i carabinieri ad impedire la diffusione di giornali siciliani ai siciliani, anche se – per sfuggire alla censura nazionale – questi sono redatti all’estero come la nostra “Isola”,


dopo aver fatto tutto questo ed anche di più,
adesso è l’ora della “soluzione finale” per tutto il Popolo Siciliano.

Come?

Ma semplice! Facendo “chiudere” le ultime istituzioni nostre che sopravvivono.
Si aprono non università private siciliane, ma succursali di università private italiane dove non si fa ricerca ma si fa didattica con l’appoggio finanziario delle università siciliane che si preparano per la loro chiusura o per il loro definitivo declassamento.

Si aprono non giornali nuovi ma redazioni di giornali italiani per far chiudere quelli nostri.

E infine, si regolano – attraverso quei giornali – i conti con la madre di tutte le battaglie siciliane: l’Autonomia Speciale, mai applicata veramente, odiata nel Continente, osteggiata in ogni modo e – quel che è peggio – “per” la penna di traditori siciliani che, se avessero un po’ di dignità, dovrebbero soltanto andarsene da una Terra che odiano e sulla quale sputano ogni giorno veleno e fango in cambio di un qualche salario.

La redazione della Repubblica di Palermo, la quale si ostina “a fare finta che non esistiamo”, la quale ha consapevolmente deciso di non rispondere mai alle nostre lettere, è la principale tribuna per fare ai Siciliani il lavaggio di cervello contro la Nostra Autonomia.

Ogni occasione è buona e certo Cuffaro non fa molta fatica a prestare il destro a questi “traditori” (lo ripetiamo con convinzione e rabbia) per prendersela con le nostre istituzioni conquistate con il sangue dei nostri martiri.

E’ come se la cattiva politica di Berlusconi fosse un buon pretesto per chiedere l’annullamento del Risorgimento e la riconsegna all’Austria del Lombardo-Veneto!

La Sicilia – nonostante tutto il controllo mafioso e clientelare del voto – è ancora un paese democratico. Se i Siciliani avessero la giusta alternativa politica, quel 40 % circa che non va più a votare si sveglierebbe. Nel frattempo accettiamo democraticamente chi – bene o male – ci governa o ci malgoverna e non usiamo argomentazioni false per attaccare ogni giorno, davvero ogni giorno, la Nostra Sicilia!

Prima era Spataro, ora che l’abbiamo preso di petto ha un po’ ceduto la penna ad Amelia Crisantino che titola in prima pagina:”Il sogno reazionario della nostra autonomia”.

Vergogna!
Soltanto vergogna!

La Sicilia è sotto ogni aspetto – o “quasi” secondo taluni, ma poco cambia – una vera Nazione ed è già tanto se si accontenta di un rapporto confederale con l’Italia, anche se “velato” sotto il termine riduttivo di Autonomia Speciale. Se tenderete ancora la corda alienerete del tutto i Siciliani non dalla Sicilia (che, come la madre, non può mai rinnegarsi) ma dalla stessa Italia, con la quale persone e movimenti responsabili come noi non vogliono troncare affatto i rapporti.

L’organo ufficiale della sinistra siciliana (evidentemente incapace di brillare di luce propria da quando ha chiuso L’Ora) è perciò quanto di più reazionario possa essere proposto per la Sicilia di oggi.

Per quanto ci riguarda da oggi in poi cominceremo ad invitare tutti i nostri iscritti, amici, lettori e simpatizzanti a boicottare questo foglio non comprandolo e consigliando di non comprarlo mai più.

Possiate fallire insieme al Vostro disegno reazionario di annientarci.

ANTUDO!

L’ALTRA SICILIA – Ufficio stampa