Mafia, Cosa Nostra e la sconfitta di Rita Borsellino

Dico subito che sono un elettore del Partito Radicale di Marco Pannella ed Emma Bonino oggi confluiti nella Rosa del Pugno, speriamo bene. Ho 33 anni, sono siciliano, ingegnere, e lavoro qui a Roma da circa 3 anni.

Andiamo al dunque. Non so come finiranno le elezioni per il rinnovo del parlamento italiano del prossimo aprile ma so come finirà il confronto alle amministrative siciliane che si svolgeranno poco dopo: un’altra vittoria di Totò Cuffaro contro l’esponente antimafia della sinistra, Rita Borsellino.

Dire “La Mafia mi fa’ schifo e i Mafiosi mi fanno schifo”, una frase che Totò Cuffaro ha detto e usa come slogan per la campagna elettorale delle prossime amministrative siciliane, in realtà la paternità di questa frase è però da riconoscere all’onorevole azzurro Angelino Alfano che in una trasmissione su Raidue la coniò per la prima volta qualche mese fa, mi spiace dirlo ma non ha assolutamente alcun significato!

E’ la stessa cosa che dire che “la Malinconia mi fa schifo e i Malinconici mi fanno schifo” perché la Mafia, secondo analisi logica italiana, o siciliana?, è una parola astratta!

Quello che voglio far rilevare è una cosa banale. Esiste una distinzione fondamentale tra la Mafia e Cosa Nostra. Mi spiego meglio. Cosa Nostra esiste solo perché in Sicilia esiste una cultura che definiremo per comodità “mafiosa”, potremo dire anche Mafia, basta mettersi d’accordo e utilizzare dei vocaboli con un significato condiviso; in breve, si potrebbe dire che la Mafia ha generato Cosa Nostra, il contrario non sarebbe stato possibile.

Si dice ancora in certe parti della Sicilia “acqua mafiosa” per dire che l’acqua è buona ed ottima e in certi periodi di siccità in Sicilia avere dell’acqua mafiosa è un bene!

Il nostro attuale Presidente della Regione Siciliana se avesse detto:-“Cosa Nostra mi fa schifo e gli Uomini d’Onore di Cosa Nostra mi fanno schifo” allora il senso della sua frase sarebbe stato totalmente diverso, avrebbe detto tutta un’altra cosa! E’ insomma tutt’altra faccenda dire Cosa Nostra o Mafia. Cosa Nostra è un blocco sociale oltre che un’organizzazione criminale portatore d’interessi e non privo di relazioni con altri poteri forti, economici, politici.

Falcone nelle sue sentenze parla di Cosa Nostra non di Mafia. E tutti dobbiamo riconoscere che è proprio grazie a Falcone che si deve dare questa distinzione con la sua opera di magistrato.

Eliminare Cosa Nostra non equivarrebbe ad eliminare la Mafia ma sicuramente in Sicilia si starebbe molto meglio. Le parole, soprattutto in Sicilia, hanno il loro peso.

Ma questo vero e proprio blocco sociale di Cosa Nostra all’interno non è un tutt’uno, monolitico e uniforme.

Esistono delle connivenze con quella parte di società che la combatte? Parlo di questo Stato poco autorevole che da più di 40 anni viene messo in scacco da un uomo con la licenza elementare, chissà se è riuscito a conseguirla, e che quindi riesce a tenere a bada tutte le forze dell’ordine italiane, tutti i nostri servizi segreti, e, chissà, anche la Cia e l’Interpol mettendo in ridicolo, secondo me, tutti i Ministri degli Interni degli ultimi anni. E’ forse proprio per queste connivenze che lo Stato Italiano non ha mai emesso una taglia di molti milioni di euro nei confronti di questo superlatitante o di quell’altro latitante affiliato? Si ha paura che questo blocco sociale si sfaldi come neve al sole portando alla luce ciò che è coperto completamente.

All’interno di Cosa Nostra, esistono uomini, donne, anziani ma anche bambini e bambine abituati da generazioni a vivere in un ambito familiare da sempre impregnato di cultura mafiosa e orgogliosi di far parte di questa vera e propria comunità perché nessuna alternativa mai è stata data loro.

Non voglio dire che le cose sono in stretto collegamento, però non ho mai sentito un esponente antimafia animato di carità cristiana, penso a un Don Ciotti dell’associazione Libera ad esempio, che abbia mai teso una mano a questi mafiosi, o meglio, a questi Uomini d’Onore e alle loro famiglie. Sono sempre figli di Dio anche anche quelli che scontano il 41/bis.

Se mai qualcuno dall’interno di tale situazione vorrebbe venirne fuori dovrebbe denunciare il fratello, la sorellina più grande e ancora, la madre, il padre, i nonni e così via tutta la parentela. In una società familistica normale ciò non accade immaginiamoci quindi in un ambiente chiuso e violento come questo.

Una reale volontà di lotta nei confronti di Cosa Nostra in Italia non è mai esistita basti pensare ai risultati di tutte le commissioni antimafia, soprattutto quella della Regione Siciliana, che non so da quanti anni non si riunisce più.

In questo scenario desolante perché essere contro Cosa Nostra? Le consiglio di andare a vedere il contratto che l’attuale Governatore della Regione Siciliana, riprendendo quanto aveva fatto lo stesso anno il nostro Presidente Silvio Berlusconi, firmò con i siciliani per la campagna elettorale del 2001; erano 9 punti nei quali non compariva alcun riferimento alla lotta alla criminalità organizzata. Ciononostante alla fine Totò Cuffaro stravinse le elezioni con circa 1.600.000 voti, non c’è che dire un ottimo risultato! Ebbe 20 punti in più sull’ex sindaco di Palermo Orlando, il quale, pur facendo meglio della propria co-alizione, non è ando’ al di là del 36,6% dei voti.

Quindi dove non s’intravvede nessuna alternativa allo status quo è sicuramente Totò Cuffarò portatore d’interessi generali che in Sicilia fanno comodo e convengono a molti a cominciare dai 10.000 LSU (Lavoratori Socialmente Utili) di Orlando ormai assunti a tempo indeterminato proprio da Cuffaro.

Cuffaro, è sostanzialmente un politico di centro, molto conservatore, ed è quello che in questo momento la Sicilia chiede perché non c’è nulla di nuovo sotto il sole. E lui è proprio bravo a comunicare con i siciliani, bacia tutti. Come forse sa è conosciuto in Sicilia come Totò Vasa Vasa (“vasa” sta per “bacia”). E’ chiacchierato, e forse anche sospettato di comportamenti torbidi per la figura di un Presidente di una grande regione italiana sempre alla luce di quanto sta emergendo da alcune inchieste della magistratura, recente è un sui rinvio a giudizio per questioni di mafia, ma chi sono quei politici siciliani che non sono chiacchierati? E comunque in generale penso che qualsiasi politico in qualche modo lo sia solo che da noi il chiacchiericcio finisce con il sospetto e poi con la colpevolezza.

Il fatto che un politico sia indagato non significa che agli occhi degli elettori ciò rappresenti una grave onta; vorrei ricordare solo per un attimo il caso Musotto. L’attuale Presidente della Provincia di Palermo accusato e incarcerato per le solite questioni di Mafia. Ciò non impedì una volta uscito dal carcere di presentarsi di nuovo a concorrere alla Presidenza della Provincia di Palermo e di essere rieletto a furor di popolo.

Con tutto il rispetto per l’attività della Dott.ssa Rita Borsellino se vincerà, e non credo proprio in quanto la politica Antimafia in Sicilia a fini elettorali non paga alla luce di quello che ho appena detto, essa rappresenterà un momento di alternanza e non di alternativa, che è quello in definitiva di cui ha bisogno la mia Sicilia.

La lotta che è in atto non è fra destra e sinistra come sappiamo tutti ma è tra riformisti e conservatori.

Rita Borsellino ha un’unica possibilità se vuole vincere, essere un candidato riformista, e dare una vera alternativa che i siciliani desiderano per sé e per l’Italia tutta; deve avere il coraggio di mettere fra i suoi punti quanto segue:

1. legalizzazione delle droghe (ricordo che in questi giorni l’ultima relazione della Commissione Antimafia presieduta dall’On. Centaro di Forza Italia viene riportato proprio che i massimi introiti vengono dal traffico di stupefacenti)

2. esclusione dal pagamento di tasse per aziende che investono in Sicilia per 5 anni

3. sganciamento del contratto dei lavoratori siciliani dai contratto nazionali

4. privatizzazione della maggior parte delle aziende partecipate della Regione Siciliana, dalla Provincie e dai Comuni. dei per la liberalizzazione del mercato dei rifiuti, dei trasporti, e dell’energia

5. facilitazioni per l’accesso al credito anche a gente con non notevoli garanzie …

Anche se sembrano punti per una campagna elettorale politica e non per una campagna elettorale amministrativa ricordo che la regione siciliana è a Statuto Autonomo ed ha grossi poteri anche su questioni di competenze nazionali.

Se la candidata del centro-sinistra non metterà sul tavolo della campagna elettorale le questioni antiproibizioniste e liberali che ho appena evidenziato in Sicilia ci appresteremo a vivere altri 5 anni di un Governatore mediocre, sospettato di collusioni, che è bravo a prendere voti e incapace di avviare delle riforme che portino la sua, e la mia, terra verso uno sviluppo economico che si aspetta da secoli ormai.

Cordialmente,
Cluter