ELEZIONI: SILENZIO STAMPA SUI SICILIANI ALL’ESTERO

Bruxelles, 18 aprile 2006

L’Altra Sicilia denuncia la scandalosa campagna del “silenzio” sul voto degli italiani all’estero e, in particolar modo, di quello della comunità siciliana, passato sotto silenzio con una congiura degna da “grande fratello”.

Non pretendevamo certo che si parlasse solo di noi, ma la totale negazione della realtà non è nemmeno accettabile.

Tre le pietre dello scandalo:

– il silenzio sui risultati ufficiali per quello che ci riguarda, soprattutto da parte dei mezzi di informazione siciliani;

– il silenzio sui gravissimi brogli che hanno segnato questa prima, e forse ultima, tornata di voto dei cittadini residenti all’estero;

– la sistematica denigrazione di questi cittadini italiani, evidentemente considerati “meno” italiani e soprattutto “meno” cittadini degli altri.


I giornali siciliani si sono limitati ad approfondire i risultati sul territorio siciliano ignorando che una lista con tanto di Trinacria si fosse presentata per rappresentare i diritti di quell’altra Sicilia che evidentemente, per il solo fatto di essere stata espulsa dalla propria patria per motivi di carattere economico e sociale, si considera altrettanto espulsa dalla comunità civile.

Poco importa se questa lista ha conseguito in Europa (almeno sui dati ufficiali) un 2,1 % che sulla comunità siciliana rappresenta una percentuale per lo meno di tre volte superiore;


poco importa se nessuna lista autonomista ha raggiunto un risultato paragonabile in Sicilia… Il Giornale di Sicilia ha dedicato uno “special” sull’evento ed ha accuratamente evitato di fare il nostro nome.


Centonove, pure non insensibile ai temi dell’Autonomia, evidentemente ne parla solo se quest’autonomia è incarnata da chi piace a loro; niente conta la volontà dei Siciliani all’estero.

Peggio, se peggio può essere, per l’informazione nazionale. Non ne hanno parlato i “vincitori” (che evidentemente non hanno interesse a farlo) ma non ne hanno parlato nemmeno gli sconfitti, che di fronte al pericolo del risorgere di un’identità siciliana fanno quadrato con il nemico quasi come se fossero un unico partito.

Canale 5 ha mandato la notte del sabato di Pasqua un’edizione del settimanale “Terra” sul voto degli italiani all’estero: hanno intervistato esponenti di tutte le forze politiche tranne la nostra;


il termine “siciliano” è stato finché possibile accuratamente evitato e nascosto dietro quello “italiano”.


L’Altra Sicilia, manco a dirlo, non esisteva: nemmeno in Germania, nemmeno in Belgio dove è la quarta forza politica italiana! In un passaggio si è detto che in Belgio 6 italiani su 10 hanno scelto per l’Unione e i restanti per la CdL… Ogni commento è superfluo.

Poveri Siciliani! Umiliati in patria, costretti ad emigrare, non hanno diritto neanche all’estero ad uno straccio d’identità; possono, al limite, rivendicare solo quella italiana, che appartiene loro ma che non basta a definire il Nostro Popolo.

I Sardi hanno diritto di veder parlare del loro circolo all’estero (come si è fatto nella citata trasmissione); tutti hanno diritto alla loro identità regionale, ma i Siciliani no, o italiani e basta (senza altro aggettivo o determinazione) o niente… Forse perché se gliela diamo questa identità, poi si accorgono di costituire una Nazione?

Sul secondo punto, gli scandali, meglio non dir nulla a quanto pare. Ci continuano a pervenire denunce di elettori che non hanno ricevuto la corrispondenza elettorale (che evidentemente altri hanno votato per loro) ma non importa… Nessuno si è accorto di ciò che è passato a Striscia la Notizia l’altro giorno. La Cassazione fa finta di niente…

L’unico politico che ha raccolto il nostro invito (senza darcene la paternità ma non possiamo pretendere troppo) è stato Tremaglia, ma è stato linciato moralmente come neanche noi ci siamo mai sentiti di fare per il solo fatto di aver detto un’ovvietà quale quella che le troppe irregolarità del voto all’estero impongono una nuova votazione con maggiori garanzie. Ma nell’Italia bielorussizzata queste cose non hanno importanza.

Ci sentiamo umiliati come cittadini residenti all’estero e come cittadini in generale per dover vivere in un regime dupolistico che va avanti nell’ipocrisia generale.

Sull’ultimo punto, infine, si tocca il colmo. Non solo questi cittadini “avrebbero” (il condizionale a questo punto è d’obbligo) con il loro voto consentito di dare una maggioranza al paese, ma avrebbero avuto il torto di aver diritto a votare.

Non sono veri italiani (già, molti di loro, meridionali e siciliani di alcune generazioni fa non erano nemmeno italianizzati linguisticamente), non sanno niente di noi, non pagano le tasse, non gliene importa niente dell’Italia e così via.

Più di altre, scandalosa la nota de La Sicilia che offende tutti i Siciliani emigrati (lo ricordiamo, circa 1/3 dell’emigrazione “italiana”).

Qual’è il problema?

Ci siete rimasti male a Catania che i Siciliani nel mondo, costretti ad emigrare per una classe dirigente dell’isola ascara e indegna, non hanno dimenticato la loro patria e hanno votato la Trinacria?

Avete paura che tornino in Sicilia a spodestarvi?

E del resto, voi, organo ufficiale di questa classe dirigente, cosa avete fatto di questa Sicilia?

Avete dato la vostra benedizione a chi l’ha ridotta ad una massa informe di diseredati che vendono il loro voto in cambio di promesse mai mantenute.

Avete plaudito all’MPA di Lombardo che ha stretto un’alleanza con il razzismo antisiciliano dei leghisti; alleanza che dovrebbe gridare vendetta nel cuore dei Siciliani e che invece si perde nel torpore generale.

Ma noi siamo qua e, anche grazie ad alcuni giornalisti indipendenti e coraggiosi, ci faremo conoscere anche dai Siciliani in Sicilia. E’ solo questione di tempo: “cu lu tempu e cu la paghia matùranu li zorbi”. Non li terrete all’oscuro di noi per molto.

Quanto poi a quelli della diaspora ci stiamo organizzando in maniera stabile, sull’onda dell’affermazione elettorale, e il silenzio stampa non avrà su di loro alcun effetto se non quello di rafforzarci.

Antudo!