STORIA DI UN CONCORSO TRUCCATO…

OVVERO LÀ DOVE IMPERA IL POTERE DEI BARONI.

Messina, 9 luglio 2006

Ancora una volta ci si trova a confrontarsi con i segreti di Pulcinella dei Concorsi Universitari. Ci si aspetterebbe che, allorquando si debbono affrontare problemi di salute, nel rivolgersi a Docenti Universitari si affidi la propria vita alle persone più quotate sul piano della preparazione e della competenza. La storia dell’ennesimo concorso truccato denunciata dalla Professoressa Maria Adelfina Anna Barbuscia la dice lunga sulla gestione del potere.


In questa circostanza si tratta di un concorso per docente di prima fascia ad essere entrato alla Procura della Repubblica di Messina con l’autorità che un sigillo di un notaio può conferire.

L’Ateneo è proprio quello di Messina e la vicenda riguarda proprio la Professoressa Barbuscia che, avendo visto modificato il profilo del concorso a cui doveva partecipare, il 10 ottobre 2005 ha depositato un testamento olografo presso il notaio Vincenzo Grosso nel quale venivano indicati non solo i vincitori ma anche i Docenti che avrebbero composto la Commissione Giudicatrice, il tutto prima che la stessa venisse composta.

Tutto questo è dovuto alla perspicacia di chi è abituato a confrontarsi quotidianamente con un meccanismo perverso in cui la vincita ad un concorso universitario parte da lontano ed è frutto, non certo di merito, bensì di accordi e del perfetto e collaudato meccanismo del do ut des.

Come già riportato nel testamento olografo, sulla scorta di queste considerazioni, era logico pensare che anche nel Concorso in oggetto si continuasse con lo scambio di favori e pertanto, seguendo criteri di opportunità e di presunti accordi tra gruppi di Professori Ordinari, era semplice per la Prof.ssa Barbuscia prevedere che “la Commissione sarà così costituita dal Prof. Paolo Melita, membro designato dalla Facoltà, e dai Proff. Gastone Veroux, Claudio Cordiano, Massimo Saviano, Andrea Renda e che i vincitori del Concorso saranno i seguenti Candidati: Letterio Calbo e Giovanni De Manzoni”.

Detta procedura concorsuale inizia con il bando del 5 maggio 2005, pubblicato sulla G.U. il 13 maggio. Essa fa seguito ad una richiesta inoltrata dal Prof. Paolo Melita, Direttore della Cattedra di Chirurgia Generale, al Dipartimento di Patologia Umana cui la Cattedra afferisce.

Detta richiesta, scrive la Docente nel testamento, fu da me elaborata sulla scorta di appunti olografi dello stesso Prof. Melita, apportati su profili di precedenti concorsi (in particolare concorso di prima fascia bandito nel 1999 presso l’Università di Messina e concorso di seconda fascia bandito sempre nel 1999 presso l’Università di Pisa).
La richiesta, dopo una piccola formale modifica, suggerita dal Prof. Melita e da me appuntata sul 1° foglio, venne ristampata, protocollata ed inviata al Dipartimento.

In entrambe le stesure è chiaramente espresso l’impegno scientifico “consolidata esperienza in Chirurgia Generale ed in particolare Chirurgia dell’Apparato Digerente e delle Ghiandole Endocrine” e didattico “insegnamento e coordinamento didattico nell’ambito del S.S.D. tanto nel Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia che nelle Scuole di Specializzazione afferenti alla Facoltà, specie in Chirurgia Generale e dell’Apparato Digerente” previsti.

Inserita, con ordine del giorno aggiuntivo, nell’adunanza del 14.06.01 del Consiglio di Dipartimento, unitamente ad una richiesta generica di n° 2 posti di Professore Universitario di seconda fascia e di n° 2 posti di Ricercatore, detta istanza diveniva oggetto di ampia ed approfondita discussione a conclusione della quale “il Consiglio perviene, con parere unanime, alla conclusione di inoltrare al Consiglio di Facoltà le proposte di attivazione di procedure di valutazione comparativa”. Veniva ribadita la tipologia di impegno scientifico e didattico già espressa nella richiesta del Prof. Melita.

Dopo aver esaurito tutta una serie di esigenze da parte di altri Settori Scientifico Disciplinari, con delibera del 04.05.05 si avviava, finalmente, la procedura concorsuale che portava al successivo bando; in tale sede tuttavia ne veniva totalmente sovvertita la tipologia dell’impegno scientifico e didattico, senza che in aula ne venissero spiegate le motivazioni: nell’allegato D, parte integrante del bando, si legge “Tipologia dell’impegno didattico e scientifico: Il candidato deve possedere documentata esperienza clinica e scientifica nel campo della Chirurgia Generale, in particolare nel settore Endocrinochirurgia, un comprovato impegno didattico nei Corsi di laurea, nelle Scuole di Specializzazione e nei corsi di perfezionamento.
Come la Docente scrive nel testamento: “E’ legittimo chiedersi il perché di detta variazione di indirizzo dal momento che essa non risponde ad alcuna dichiarata esigenza del Settore Scientifico Disciplinare. E’ forse finalizzata a favorire un qualche candidato?”

Ed inoltre “Alla luce di quanto sopra è ipotizzabile che gli stessi accorgimenti verranno utilizzati nelle votazioni (previste per il periodo 10-19 ottobre p.v.) per la nomina delle Commissione Giudicatrice del concorso in oggetto. A tale scopo intendo precisare che in occasione di precedenti procedure concorsuali, nelle quali erano candidati allievi del Prof. Melita risultavano spesso Commissari alcuni Docenti. In particolare la sottoscritta intende focalizzare l’attenzione su due procedure concorsuali:
Concorso di I fascia presso l’Università di Parma, in cui sono risultati vincitori il Prof. Vincenzo Violi, Professore Associato dell’Università di Parma, tempestivamente chiamato nella stessa sede, e il Prof. Eugenio Cucinotta (parente del Prof. Claudio Cordiano e collaboratore del Prof. Paolo Melita).
Concorso di II fascia presso l’Università di Verona, con membro interno il Prof. Cordiano e commissari il Prof. Paolo Melita ed il Prof. Eugenio Cucinotta ed i cui lavori sono stati, in maniera del tutto inusuale, espletati non nella sede che aveva richiesto il concorso bensì presso i locali della Chirurgia Generale di Messina. In detta procedura sono risultati vincitori il Dott. Calogero Iacono, dell’Università di Verona e il Dott. Cesare Lorenzini (collaboratore del Prof. Paolo Melita), dell’Università di Messina”.

La Prof.ssa Barbuscia conclude il suo testamento allegando una ricerca bibliografica PubMed sui singoli candidati.

Dell’intera vicenda, nonché dell’esistenza del testamento olografo, è stato tempestivamente investito il Rettore. Lo stesso, dopo una attesa di tre mesi, non ha inteso chiarire tutte le perplessità a suo tempo espresse dalla Docente; ha provveduto solo all’invio delle note del Preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia Prof. Emanuele Scribano ,secondo cui “sarebbe irrilevante perché pleonastico riportare nel bando la Chirurgia dell’Apparato digerente” in quanto, a suo dire “si è andata sempre più consolidando negli anni l’identificazione della Chirurgia Generale con l’ambito addominale”.

Tuttavia nella declaratoria descrizione dei contenuti scientifico-disciplinari, che a proposito del MED/18 così recita: Il settore si interessa dell’attività scientifica e didattico-formativa, nonché dell’attività assistenziale a essa congrua nel campo della fisiopatologia, della semeiotica funzionale e strumentale e della clinica chirurgica generale; il settore ha inoltre specifica competenza nella chirurgia d’urgenza e pronto soccorso, nella chirurgia dell’apparato digerente tradizionale, endoscopica e mini-invasiva, nella endocrinochirurgia, nella chirurgia oncologica e nella chirurgia sostitutiva, ricostruttiva e dei trapianti d’organo, non si avverte alcuna prevalenza né “identificazione” di una qualsivoglia disciplina con l’etichetta del S.S.D.
Naturalmente il Concorso viene esplicato dalla Commissione e con l’esito che la Prof.ssa Barbuscia aveva previsto.

Spetterà al Tribunale Amministrativo competente valutare i giudizi espressi dai singoli Docenti e quelli collegiali dalla Commissione Giudicatrice, soprattutto in merito al curriculum ed alla continuità e qualità della produzione scientifica dei Candidati.
Resta l’amarezza di sapere ancora una volta come la logica dei Concorsi Universitari obbedisca, ancora oggi, a regole non scritte ma che non sono certo quelle del merito, del sacrificio e della dedizione. Non deve quindi meravigliare se i fatti di cronaca rivelano, spesso con risvolti tragici, le magagne di un sistema certo non cristallino in cui solo le rendite di posizione vengono premiate con la connivenza di chi si nutre di questo sistema.

Lettera Firmata