Marsala: il balzello dei medici di famiglia

Marsala, 15 settembre 2006

Siamo nel terzo millennio, viviamo in un mondo cosiddetto civilizzato ed industrializzato. Ci vantiamo del nostro sapere e della nostra cultura ma in fondo in fondo il Siciliano, quando è relegato nell’ignoranza, rimane estraneo al concetto di socialità e legalità.

Si lamenta il Siciliano “colonizzato”, protesta in silenzio, senza esporsi, convinto che l’ingiustizia e l’illegalità siano più forti delle istituzioni.
Se analizziamo quello che succede a Marsala forse il cittadino non ha tutti i torti .
Infatti l’abuso, meglio dire l’illecito, messo in atto dai medici di famiglia sotto il naso delle silenti istituzioni ha dell’incredibile.
Chiunque si reca da un medico di famiglia è invitato, meglio dire costretto, ha lasciare un obolo (pizzo?) che varia da uno a cinque euro a favore del salario del segretario/a del medico che ovviamente lavora in nero.
E chi non paga? Semplice, viene messo nel libro dei cattivi ed emarginato!

E’ difficile credere che di questo le istituzioni, vedi Carabinieri, Guardia di Finanza, ispettori del lavoro etc. non ne siano a conoscenza perché le moglie, i mariti ed i figli di questi certamente utilizzano il medico e quindi… pagano anche loro il pizzo.
Forse il bandito Garibaldi quando scelse Marsala per l’approdo sapeva già di poter contare sul silenzio e sulla connivenza.

Ufficio Stampa

L’Altra Sicilia-Antudo
Il Movimento politico dei Siciliani “al di qua e al di là del Faro”