La fierezza identitaria dei Siciliani della diaspora

Da quando L’Altra Sicilia ha lanciato una campagna di proteste contro un personaggio che dovrebbe andare fiero del proprio sangue siciliano, ma che invece sembra avere solo spumante Asti nelle vene, continuiamo a ricevere lettere accorate da tutti i continenti.

Non ci aspettavamo una rezione simile da parte delle nostre comunità sparse nel mondo.


Ci convinciamo sempre di più che all’estero – come scrive un nostro simpatizzante – l’identità sia molto più sentita tra i siciliani della diaspora. Siciliani che, per il fatto stesso di vivere al di fuori della dittatura mass-mediatica nazionale, hanno meno subito gli effetti della nefasta opera di rieducazione culturale messa in atto – fin dall’alba dell’unità d’Italia – per mortificare e distruggere l’identità dei popoli meridionali.

La propaganda anti-siciliana, dispiegata attraverso la scuola, la cinematografia e, più in generale, attraverso il potere mass-mediatico italiano, ha avuto come effetto macroscopico l’omologazione dei siciliani di Sicilia a una vaga identità nazionale italiana. Un sado-masochismo che si spinge fino al punto di sentire come patria una paese colonizzatore che nulla dà e tutto toglie!

D’altro canto la propaganda è così ben organizzata ed efficace che ormai l’Italia ci ha messi nelle condizioni di dover operare una scelta: o siamo Siciliani, quindi mafiosi, disonesti, incapaci, corrotti, violenti contro tutti, e in particolar modo contro le donne; o siamo italiani, quindi onesti, per bene, efficienti, civili, rispettosi del prossimo, e in particolar modo del gentil sesso. Questa è la verità ufficiale, il vangelo che con regolare cadenza ci viene propinato attraverso film, documentari, inchieste giornalistiche e financo le dichiarazioni di un razzista Ministro della Repubblica.

Si arriva al paradosso che i siciliani di Sicilia si infastidiscono quando noi siciliani della diaspora ricordiamo loro che sono siciliani: essi ci rispondono che si sentono italiani (sic!).

Pertanto ci commuove la pioggia di lettere e messaggi che le nostre comunità sparse nel mondo continuano a inviarci da tutti i continenti, e in particolar modo dal Nord America. Terra in cui i nostri compatrioti si sono particolarmente distinti in tutti i campi e a tutti i livelli, nonostante le ostilità della prima immigrazione, i pregiudizi e l’abbandono della madre patria. Una patria più matrigna che madre, che si mise financo a lucrare sulle rimesse di questi nostri laboriosi emigrati.

A tal proposito vale forse la pena di ricordare come quella emigrazione di dimensioni epocali verso le Americhe sia l’effetto più palese del cosiddetto Risorgimento d’Italia, che la storia farebbe meglio a ribattezzare Risorgimento Economico del Nord d’Italia o Colonizzazione Economico-Culturale delle Due Sicilie.

Pubblichiamo due accorati messaggi come esempio delle testimonianze di sdegno e della fierezza identitaria di questi nostri compatrioti Siciliani. Il primo è a firma di Antonio Sciascia, presidente del Congresso Nazionale degli Italo-Canadesi – Federazione Siciliana del Québec, nonché rappresentante CSNA (Confederazione Siciliani Nord America) in Canada. Il secondo, in inglese, è a firma di Alvino Adamo, Presidente di Trinacria di Florida – Società della Cultura Siciliana.

Piermarco Burrafato
L’Altra Sicilia – Olanda


Ministro Amato,

Tutti gli italocanadesi sono praticamente rimasti esterrefatti dalle sue gratuite dichiarazioni sulle tradizioni siciliane in occasione di un convegno sull’integrazione in cui lei ha detto che: “Nessun Dio autorizza un uomo a picchiare la donna. E’ una tradizione siculo-pakistana che vuole far credere il contrario”.

La sua giustificazione, in relazione alla dichiarazione di cui sopra, nella quale ci indica che si riferiva a un certo passato, non è né logica né ha senso: se ogni popolo dovesse riflettere su quanto esiste di negativo in ciascuna cultura potremmo avere tutti gli ingredienti per un’anarchia spregiudicata e un razzismo senza confini.

Lei saprà – forse meglio di molti – che la Sicilia vanta di un passato storico non indifferente; all’ombra dell’Etna si sono annoverate vicende storiche tra le più importanti della storia occidentale, dai tempi della Magna Grecia fino al nostro Rinascimento. I siciliani con le loro opere in tutti i campi si sono distinti per valore, cultura e arte. E lei, impunemente, si permette di soffermarsi su pregiudizi ormai per fortuna sorpassati, che non hanno nessun valore rispetto agli obiettivi del convegno al quale lei ha partecipato.

In Canada siamo ben coscienti di vivere con diverse comunità di varie religioni e di varie culture; il dialogo positivo non si intreccia con pregiudizi e con affermazioni che prendono di mira usi e costumi che non rappresentano e che non hanno mai rappresentato un popolo.

In qualità di Presidente del Congresso Nazionale Italocanadese (Regione Québec), e anche a nome della federazione siciliana del Québec che fieramente rappresento, mi sento personalmente e collettivamente offeso dalle sue dichiarazioni. Un ministro della Repubblica Italiana, con un curriculum eminente come il suo, con un compito importante in un dicastero chiave dell’amministrazione italiana, dovrebbe riflettere qualche minuto in piú prima di proferire certe dichiarazioni inutili e offensive.

Gli Italiani d’oltreoceano da anni combattono i pregiudizi e le discriminazioni con il loro esempio, con la loro industriosità e con il loro saper fare in tutti i campi e ceti sociali; non hanno certo bisogno di un ministro italiano che ricordi loro i pregiudizi negativi e gli stereotipi a cui devono far fronte.

Una persona del suo rango, con delle responsibilità non indifferenti, dovrebbere prendere atto delle dichiarazioni che ha fatto e agire di conseguenza in maniera matura e responsabile… lasciamo a lei le conclusioni e le decisioni.

ANTONIO SCIASCIA
Presidente Congresso Nazionale degli Italo-Canadesi
Federazione Siciliana del Québec
C.S.N.A.


I take this opportunity to answer this interior minister Giuliano Amato in the English language.
No, not because I do not speak Italian, in contrary I do speak it very well, but because many of us are solely english speaking Sicilian-Americans.
Giuliano Amato has no business being involved as a minister in the Italian Parliament, especially since he is of Sicilian heritage. The Sicilian Region has had enough in being denegrated from its northern counterparts, we do not need another “pazzo” to further their cause, even though he is not correct in his ascertations.

I come from a family of Sicilian people. My Mother from Sambuca di Sicilia (AG) and Father from Patti (ME). They were emigrated from Sicily at the turn of the century. Their relatives were all of Sicilian ancestry. My wife Rosalia, has the same past.
Her Father from Palermo and Mother from Menfi. We have never heard of any husband beating their wives. This is an absurdity!

As President of Trinacria di Florida, Sicilian-American Cultural Association, I must say that la Sicilia is the epitome of culture. We passed it on to the rest of Europe and that is why, ministro Amato, your past and its teachings, possibly tainted by another culture, is totally unacceptable to us. What you have already said, demands your resignation from the Italian Parliament lest you continue to shame us all.
I am one of three sons and I will never forget my father stating, “raising your hands to any woman, is the first sign of your cowardice”. The word coward “vigliacco” is probably the worst thing that any pure blooded Sicilian wants to be called.

As president of this cultural society organized in 1993, we demand your apology and suggest your retirement from your position, today!

Alvino Adamo,
Presidente
Trinacria di Florida – Società della Cultura Siciliana