L’Iran, il lupo e l’agnello

Quando qualche giorno fa ho letto che il National Intelligence
Estimate, cioè il rapporto che riassume i risultati delle ricerche delle sedici
agenzie di spionaggio americane, Cia e Nasa in testa, quindi la crema delle
creme dell’intelligence di Washington, affermava che l’Iran aveva bloccato il
proprio programma di nucleare militare dal 2003, sono scoppiato a
ridere.

Ma come? Sono due anni che George W. Bush grida che l’Iran sta
preparando la Bomba, che è vicinissimo ad ottenerla, che in ragione di ciò ha
imposto all’Onu due risoluzioni che infliggono pesanti sanzioni a Teheran, che
quattro portaerei armate di ‘atomiche tattiche’ incrociano nel Golfo, che Stati
Uniti e Israele approntano piani militari per distruggere, sempre con l’aiuto di
qualche atomichetta ‘tattica’, i siti nucleari iraniani e tutto ciò che è loro
vicino, e che infine, il presidente Usa allarma l’intero pianeta arrivando a
dichiarare, non più di un mese fa, il 17 ottobre, che un Iran atomico
“porterebbe dritto e di filato alla Terza Guerra Mondiale”, e adesso apprendiamo
dagli stessi servizi segreti degli Stati Uniti che questo nucleare iraniano non
esiste, non è mai esistito o se è esistito è stato volontariamente interrotto
dagli ayatollah cinque anni fa?

Ci si sarebbe aspettati che Bush si
scusasse se non con Teheran almeno con la cosiddetta comunità internazionale e
che annunciasse che le sue risoluzioni Onu, che gli iraniani hanno sempre
considerate arbitrarie e ingiuste, sarebbero state ritirate perchè non hanno, e
non hanno mai avuto, alcuna ragione d’essere. E invece no. Bush non è uomo da
lasciarsi smuovere per così poco.

Il giorno dopo le sconcertanti, e si
sarebbe tentati di dire esilaranti se non si trattasse di questioni così
inquietanti e gravide di pericolo, rivelazioni del National Intelligence
Estimate, ha dichiarato che “l’Iran era pericoloso, è pericoloso e sarebbe
pericoloso se possedesse le conoscenze necessarie per costruire un ordigno
atomico”. E ha aggiunto: “Se gli iraniani avevano un programma nucleare chi ci
dice che non possano riprenderlo?”. Elementare Watson. Bush ha poi interpretato
la relazione del National Intelligence Estimate così: “Nulla suggerisce che
dobbiamo smettere di preoccuparci. Al contrario, sappiamo che l’Iran continua a
cercare di arricchire l’uranio, passo importante per un Paese che voglia
sviluppare una Bomba”. Peccato che lo stesso National Intelligence Estimate
abbia confermato che gli iraniani, come hanno sempre dichiarato, stanno
arricchendo l’uranio a soli scopi civili e non è colpa loro se questo è un
“passo importante” anche per arrivare alla Bomba, perchè allora bisognerebbe
impedire anche la riapertura della centrale di Caorso se l’Italia ritenesse di
ritornare all’emergenza nucleare.

Bush ha poi prospettato una terza
risoluzione Onu che preveda sanzioni ancora più dure nei confronti di Teheran,
perchè, secondo lui, sono state proprio queste risoluzioni a fermare gli
ayatollah. Ma com’è possibile una cosa del genere se le risoluzioni Onu, con
relative sanzioni, sono del luglio e del settembre del 2007, mentre Teheran ha
fermato il suo programma nucleare atomico cinque anni prima?

Sembra di
rivedere la storia della guerra all’Iraq dove i pretesti per attaccare quel
Paese venivano di volta in volta cambiati man mano che venivano smentiti dai
fatti o di rileggere la favola esopiana del lupo e dell’agnello, anche se
capisco che sia ostico per il lettore vedere Ahmadinejad in questa parte. Il
lupo, che beve a monte, dice all’agnello: “Tu stai intorbidando le mie acque”.
Non è possibile risponde quello, perchè io sono a valle. Il lupo rizza i peli,
ci pensa un pò su, e poi dice: “Sei mesi fa mi hai fatto un torto”. “Come
potevo” replica l’altro “se sei mesi fa non ero ancora nato?”. Allora il lupo,
schiumante di rabbia, ringhia: “Beh, se non sei stato tu, saranno stati i tuoi
genitori”. E se lo mangia.

Massimo Fini
Fonte: www.ilgazzettino.it
07.12.2007