Il Comites di Ginevra: “Fare chiarezza sulle forti irregolarità del voto estero”


Il Comites di Ginevra, nella persona di Francesco Celia, Presidente dell’organismo, ha inviato ieri una nota al Viceministro Franco Danieli, e per conoscenza – fra gli altri – all’Ambasciatore d’Italia a Berna, Giuseppe Deodato, nella quale si chiede alle istituzioni consolari italiane, oltre che alla magistratura, di fare luce e chiarezza sui brogli che ci sono stati durante queste ultime elezioni all’estero.

E’ una “richiesta di chiarimenti sulle irregolarità rilevate nel corso dello scrutinio del voto degli italiani all’estero”, infatti, quella del Comites di Ginevra. “Nel corso dello scrutinio delle schede del voto degli italiani all’estero, avvenuto a Castelnuovo di Porto, si sono verificati casi di presunti brogli che sono attualmente oggetto di indagini da parte della magistratura”.

Inizia così la lettera indirizzata a Danieli. “Si è avverato che migliaia di schede di voto presentavano vistose anomalie grafiche sia per il colore che nella testura della carta, nonché ricorrenti preferenze espresse per uno stesso partito e candidati di questo stesso partito, scritte apparentemente con la stessa calligrafia”.

La nota continua: “È nello scrutinio del voto espresso in Svizzera e in particolare nelle circoscrizioni consolari di Ginevra, Losanna, Berna, Basilea, Lugano e in misura minore a San Gallo e Zurigo, che sono state reperite migliaia di queste schede anomale. Solo il tempestivo intervento dei rappresentanti di lista, e l’accortezza di alcuni presidenti di seggio hanno impedito che il presunto broglio assumesse dimensioni tali da alterare il risultato complessivo del voto e quindi l’assegnazione dei seggi alla Camera dei deputati.

Le agenzie di stampa italiane e i telegiornali svizzeri hanno ampiamente riferito su queste gravi manipolazioni elettorali.

Il presunto broglio, unitamente ad altri clamorosi disguidi organizzativi, pone interrogativi urgenti in ordine alle misure messe in atto dalle autorità consolari in Svizzera per garantire la regolarità del voto per corrispondenza. Le domande riguardano in particolare le modalità di invio dei plichi, una precisa informazione circa la scelta delle tipografie addette alla stampa delle schede, il numero, la destinazione e la registrazione dei plichi non recapitati.

Esse riguardano anche la gestione degli uffici elettorali e del personale che vi era impiegato nei giorni del voto, nonché le garanzie di custodia delle schede votate, rispedite ai consolati”.

Il Comites di Ginevra si affida naturalmente “all’indagine della magistratura”, ma allo stesso tempo chiede “alle autorità consolari e agli organismi di rappresentanza della comunità italiana di prendere posizione sulla vicenda e di adoperarsi per fare luce su questa grave manipolazione. Solo un immediato chiarimento sulla vicenda può restituire credibilità ad un momento di democrazia come il voto degli italiani all’estero”.

Il comunicato inviato dal presidente Celia, “è stato approvato all’unanimità dai membri del Comites di Ginevra nel corso della loro riunione del 23 aprile 2008”.

L’ALTRA SICILIA – Antudo