E se la Sicilia facesse un referendum sull’Unione Europea?


Il referendum dell’Irlanda, l’unico democratico, non conta niente per l’Europa dei banchieri e dei loro mantenuti, la casta dei politici asserviti e dei giornalisti ruffiani.

L’Europa si farà, come si è fatta l’Italia, perché così è stato deciso. La sovranità popolare è solo una burla.

Al limite si farà senza l’Irlanda, con cui si negozierà un trattato speciale, come si è fatta senza San Marino, le Faer Oer, le Isole del Canale, il Liechtenstein, la Svizzera, la Norvegia, Gibilterra, l’Isola di Man e la Groenlandia… Tutte piccole terre marginali, stati sovrani o no che siano, che nel tempo hanno rifiutato il mostro tentacolare di Bruxelles o se ne sono sottratti in tempo.

Perché non sognare di provarci anche con la nostra Sicilia?

Lasciatecelo sognare! La Sicilia è regione a statuto speciale, anzi eccezionale, e i trattati possono adeguarsi di conserva. Alla fine Bruxelles non reagirà più di tanto. Il boccone che le interessa è l’Italia e i politicanti italiani hanno già deciso.

Perché non uscire dalla morsa dell’euro e dell’Europa?

Ma ve lo immaginate? La Sicilia come le Isole Normanne del Canale; con una propria moneta, con le proprie leggi, magari con l’esercito e la bandiera italiani, ma per il resto come uno stato semiautonomo nel centro del Mediterraneo.

Ma ve lo immaginate? Se controllassimo la nostra energia e il nostro petrolio senza dare conto a un Tremonti qualunque che ce lo vuole tassare un po’ di più? Magari così ci arriva più caro alla pompa?

Ci immaginiamo una tassa proporzionale sui redditi personali del 20 %, una sui redditi d’impresa del 10 % e un’IVA al 4 %. Niente o quasi debito pubblico e reprimende da Francoforte. Banche e porti strazeppi di capitale straniero. Disoccupazione a zero. Servizi pubblici finalmente degni di un paese civile. Interessi sui prestiti sotto controllo e moneta “vera” il cui valore non sia ostaggio delle consorterie internazionali. Equilibrio nei rapporti tra lavoro e capitale. Impieghi pubblici leggeri, ma ben pagati per i professionisti che ci lavorano, e tanta voglia di fare finalmente diffusa in tutta l’isola. Niente più fiumi di soldi che vengono dall’Europa e dall’Italia e che ingrassano solo politici e mafia. Turismo e cultura da record. Rientro dei cervelli.

Tutto questo è possibile ma dobbiamo liberarci dai poteri forti italiani ed europei. Per questo non c’è che una strada: lasciare l’integrazione europea agli altri, agli europei continentali. Noi non siamo sul continente europeo! E tanti saluti!

Non credete a chi vi dice che saremmo isolati, poveri, abbandonati. Quello è ciò che siamo oggi, sotto la patina di un unitarismo ipocrita. Con la libertà verrà tutto il resto. L’Irlanda insegna.

Volete sapere che terra miserabile sarebbe oggi se avesse dato ascolto agli unionisti uccelli del malaugurio che non le predicevano sopravvivenza separata da Londra? Fatevi un giro nel desolato Ulster, miserabile terra mantenuta assistenzialmente dall’Inghilterra.

Abbiamo l’esempio davanti agli occhi e restiamo ciechi.

Via l’Unione Europea dalla Sicilia! Manteniamo solo lo Spazio Economico Europeo come la Norvegia e l’Islanda (le 4 libertà di circolazione di merci, servizi, persone e capitali). Via l’Italia da tutti i poteri abusivi che oggi detiene nell’isola!

W la Sicilia e la libertà!

ANimus TUus DOminus

L’ALTRA SICILIA – Antudo
Movimento Politico dei Siciliani “al di qua e al di là del Faro”