Da Capo d’Orlando una vera svolta.


L’Altra Sicilia plaude ed è al fianco del Sindaco di Capo d’Orlando, Sindoni, per la sua coraggiosa decisione di iniziare a rimuovere le targhe dei nostri conquistatori, a cominciare soprattutto dal falso eroe Garibaldi. Non è la prima volta che come movimento stiamo al fianco di questo eroico primo cittadino siciliano, e siamo contenti di potere festeggiare ancora insieme a lui questo importante gesto.
Non va sottovalutata l’importanza di questo gesto.

La vera rivoluzione di cui la Sicilia ha bisogno è innanzitutto una rivoluzione culturale, e un gesto come questo ha avuto il merito di scuotere le coscienze. Il Siciliano comune vede finalmente che qualcosa sta cambiando. Per ora i simboli, ma dietro i simboli poi ci saranno i fatti.

E pazienza se qualche arretrato si attarda a Salemi a fare la retroguardia, a consegnare a un buffone italico l’amministrazione di quel nostro comune. Il futuro è ormai segnato e non si torna indietro. E bene ha fatto il Presidente Lombardo ad appoggiare l’iniziativa.

Molti siciliani reagiscono, si irritano: ma come? la patria? Ecco, è ora di capire che l’Italia sarà anche il nostro stato, ma non è la nostra patria, è la nostra sventura. Dal 1860 è depressione economica, mafia, arretratezza…

In quale paese libero si dedicano strade e piazze a chi ha distrutto un popolo? Solo noi in Sicilia siamo stati sinora così servi da farlo.

Garibaldi ha sterminato siciliani, era corrotto dal denaro inglese, le sue battaglie erano truccate.

Garibaldi ha creato un governo provvisorio in Sicilia (la “dittatura”, bel nome per iniziare con l’Italia, non c’è che dire) che lui stesso dileggiava.

Emetteva decreti e li pubblicava a nome dei ministri che non ne sapevano niente.

Estorse con l’inganno l’appoggio dei liberali siciliani ai quali aveva promesso la convocazione (o ri-convocazione) del Parlamento di Sicilia e subito impose la sua volontà di generale occupante: molti siciliani entusiasti (ma meno di quelli che la propaganda riporta) al suo passaggio pensavano di lottare per l’indipendenza da Napoli e si trovarono in pochi mesi schiavi di Torino e soggetti a legge marziale; altri pensavano che si sarebbe risolta la questione agraria e mandò gli sgherri a fucilarli.

Derubò le casse dello stato di Sicilia e del Banco di Sicilia non restituendo più i soldi. Ma soprattutto cancellò uno stato e una nazione che avevano almeno mille anni di storia. E i Siciliani, umiliati, ebbero la faccia tosta persino di invitarlo nel 1882 (un anno prima che morisse) a celebrare il 6° centenario del Vespro!
Proprio del Vespro di cui forse celebravano finalmente il funerale!

Via dalle strade il criminale nizzardo! Via dalle scuole e dalle istituzioni! Riprendiamoci la nostra dignità e il nostro futuro!
Ma soprattutto ricordiamoci che non saremo mai liberi se non faremo scendere dagli altari chi ha istituzionalizzato la mafia e le ha consegnato la nostra bella terra.

Poi ci vorranno tante, tante altre cose, ma questo di oggi è un successo di cui essere soddisfatti.

Ufficio stampa
L’ALTRA SICILIA – Antudo