Nuovi precari a Campofelice di Roccella? No, grazie!

L’Altra Sicilia ricorda che è proprio vero che il lupo (homo politicans siculus) perde il pelo, ma giammai il vizio, quel vizietto di promettere posti fittizi in cambio di voti, magari alimentando illusioni che squinternano le casse dei nostri enti locali, ne pregiudicano le spese infrastrutturali e di sostegno allo sviluppo, fanno scendere i servizi pubblici in fondo a qualunque classifica mondiale, fanno gonfiare i tributi locali o i piagnistei verso Regione e Stato.

Il TGS del 12 agosto, asettico, dà la seguente notizia, come nulla fosse, da vero giornalismo critico e pungente: il Comune di Campofelice di Roccella, nel cefaludese, dà un “piccolo compenso temporaneo” (300 euro mensili) ai “disoccupati” per ripulire la spiaggia e così … aiutare il turismo.

La solita solfa. Poi magari si costituiranno in cooperativa e si finirà per doverli stabilizzare.

Ma ci rendiamo conto che la massa di dipendenti pubblici che manteniamo in Sicilia è la più grossa palla al piede che abbiamo, che non ha pari al mondo, che dobbiamo completamente voltare pagina se vogliamo sopravvivere. Per i soldi andremo a chiederli prima o poi a Calderoli o a Tremonti che in cambio vorranno il nostro di dietro… La solita storia, è ora di finirla!

Non ha il Comune di Campofelice personale in esubero a cui far adempiere l’ingrato compito? Non ha precari che non si siano stancati di lavorare per guadagnarsi il loro misero salario? Complimenti, sarebbe uno dei pochi comuni in Sicilia…

Non ha dipendenti da chiedere alla Regione o ad altri enti in mobilità temporanea? Non può appaltare il servizio a un’impresa di pulizie che farebbe certo il servizio meglio e a minor costo? Vuole risolere così il problema della disoccupazione?

Ci ricorda quel triste episodio di Palermo di alcuni anni fa in cui i bidelli degli asili comunali vennero promossi per integrare il loro misero salario e l’indomani mattina nessuno voleva più fare le pulizie nelle scuole (che infatti furono riservate agli onnipresenti precari) perché erano diventati “assistenti tecnici” o qualcosa del genere, quindi da adibire appena ad uscierato o a fotocopie, etc. Nessuno ha però mai messo in mobilità questo personale in esubero.

Se vogliamo non dar più ai dipendenti pubblici stipendi da fame ne dobbiamo avere di meno: è una relazione matematica.

No! Signor Sindaco di Campofelice di Roccella, quei soldi non so da dove li prende, ma certo l’operazione puzza lontano mille miglia, e alla fine del giro i suoi elettori li pagheremo noi, cittadini siciliani, perché in epoca di federalismo fiscale nessuno pagherà più queste vergogne.
Dopo la denuncia, ora l’appello.

Presidente dello Stato Regionale di Sicilia, Ministro/Assessore regionale al Bilancio, date il segnale. Bloccate questa vergogna. Vi farete qualche nemico a Campofelice, ma molti più amici nel resto dell’isola che vuole vivere del proprio lavoro e che concepisce la missione di “civil servant” come un lavoro produttivo e non come un peso morto alle spalle della società. I disoccupati si aiutino con buoni alimentari e casa, con pasti caldi e ospizi per mendicanti, con l’assistenza e non con il lavoro pubblico, costituzionalmente riservato al pubblico concorso.

Nei fatti concreti bisogna dimostrare di essere diversi dagli altri, diversi dal passato, altrimenti non cambierà mai… Ribelliamoci tutti, soprattutto i giovani che non vogliono “fare coda” davanti alle segreterie politiche per i quali questa politica dissennata significa la negazione di ogni futuro.

Antudo.