Aspettando il risveglio

Lo svolgersi della storia non è per niente originale. Ripete situazioni e ripercorre cammini già utilizzati senza tenere conto degli errori e degli sbagli compiuti.

Quando ci riferiamo al passato possiamo forse vivere la nostalgia dei momenti più felici ma non possiamo certo tener più conto né fidarci delle euforie trascorse.

L’insegnamento potrebbe derivare esclusivamente dall’esperienza che, spiazzata pero’ da questo svolgersi della Storia, viene cosi’ rimessa in discussione.

Non potremmo daltronde avere la certezza di affermare principi e convinzioni assolutamente universali se tutto poi viene rimesso in gioco dal momento, dall’attualità.

Oggi che tutto cambia – non possiamo sapere se in meglio – è necessario fare astrazione dall’insegnamento passato e mettere cosi’ sullo stesso piano nuove ipotesi e vecchie sperimentazioni.

Avevamo salutato con inusitata speranza il successo di un cambiamento che ci sembrava quantomeno dare uno scossone alle consuetudini ed ai modi della politica.

Tutto avveniva nel momento in cui si avvertiva un bisogno di cambiamento generalizzato e la politica, la necessità di rivedere gli attori della rappresentanza, per prime sentivano la voglia del cambiamento. Nuovi aspiranti si offrivano quindi all’agone politico, pero’ senza la necessita’ di dover certificare un’esperienza in materia che non fosse quella dell’assoluto primato del proselito, dell’assolutamente puro.

Ma se i quadri dei partiti, travolti dalle inchieste giudiziarie, accolte queste dalla gente senza bisogno di analisi e dovuto filtro critico, non potevano più fornire i necessari cambi, offrire gente nuova, dove si sarebbe potuto attingere per ripopolare la politica?

La società civile faceva cosi’ il suo ingresso nel dibattito.: società civile, partitivo indefinito che certamente avrebbe offerto la garanzia del nuovo ma non necessariamente del valido, del competente.

Ecco allora che nuove figure si affacciavano fatalmente nel firmamento della politica divenuta ormai terreno di competenza di affabulatori vari, veline e letteronze, tronisti e bellimbusti.

Umanità che ha poca dimestichezza con la filosofia e il diritto e spesso anche con la sintassi, ma che il sistema informativo ha messo, all’attenzione della gente e in prima linea abilitandola.a dissertare di politica e valori , additandone come norme valide i comportamenti e i gusti.

Ma questo paese, vivaddio, non è fatto soltanto da letterine e tronisti ma da tante menti che forse oggi rimangono in disparte ma che non aspettano altro che l’occasione per ribellarsi e rimettere la coscienza , la conoscenza e l’educazione a parametro delle aspirazioni di farsi carico del bene collettivo e reggere la cosa pubblica.

Eugenio Preta