Il voto, le comunità e gli eletti all’estero

Il 7,1% dei votanti è la dimostrazione lampante del disinteresse delle comunità all’estero per le elezioni europee, nonostante i proclami dei soliti noti che hanno fatto e fanno dell’emigrazione la loro sola risorsa.

A Roma qualcuno non ha voluto che a queste elezioni le comunità all’estero votassero; comunità fatte per il 90 e passa per cento da siciliani, sardi, campani, pugliesi e calabresi. Quindi qualcuno temendo il voto dei meridionali ne ha compresso il diritto di voto non facendo arrivare a tempo il certificato elettorale.
Vorremmo ricordare solamente che il giorno 8 giugno venivano ancora recapitati dalla posta i certificati elettorali non più per raccomandata ma come posta ordinaria.

Possibilmente, visto il ritardo, la posta belga ha dato l’ordine di accellerare la consegna in maniera ordinaria. Nessuna colpa, della mancata consegna, ricade agli uffici consolari in quanto l’invio è stato fatto direttamente dal Ministero dell’Interno.

Ritorna cosi’ la tematica delle rappresentanze all’estero.

I Comites* in attesa di riforma (ma riforma da che, se non hanno mai funzionato?) non si sono mobilitati, i consolati, dove ancora ne esistono, hanno cercato di fare un lavoro immane per le comunità che di votare per una patria lontana letteramente e fisicamente, non ci pensano neanche lontanamente. Chiedete poi a queste comunità che cosa è il CGIE* (chissà che cos’é) e agli eletti all’estero come si siano mobilitati, specialmente i senatori, ancora in attesa di conoscere la fine della vicenda giudiziaria Di Girolamo, ancora in sospeso…. Ma intanto le comunità all’estero non dimenticano.

Il 7,1% è la prova lampante di un preoccupante disinteresse e chi ancora richiede l’esercizio del voto per corrispondenza dimostra la sua cattiva fede e la sua palese volontà di avallare quelle pratiche del mercificio delle schede, tanto in voga nel corso delle due prime consultazioni dell’esercizio del diritto di voto attivo/passivo.

Quegli eletti ancora ringraziano Tremaglia e la sua ottusità per grazia ricevuta e oggi dimostrano di non avere minimamente a cuore le comunità all’estero, tranne piccoli messaggi di congratulazioni; nessuna proposta, nessuna iniziativa, la Camera vissuta come eremo privilegiato alla faccia di quegli italiani alll’estero a cui si ripropongono di interessarsi esattamente tra 3 anni e 10 mesi.

L’ALTRA SICILIA

* Comitato degli italiani all’estero
* Consiglio generele degli italiani all’estero