Che imparino anche dalla Scozia…

Bruxelles, 25/09/2009 – Quante gite turistiche i nostri rappresentanti siciliani hanno fatto per il mondo… Ma che cosa poi, dopo i baccanali e le spese folli, hanno riportato nella memoria?

Hanno visitato i continenti, hanno visto le città del mondo (con i nostri soldi) ma che cosa poi ne ha ricevuto la Sicilia?

Se avessero almeno fatto esperienza di quanto vedevano, avrebbero riportato in patria il sentire degli altri popoli e non solo i conti da pagare.

Andare domandando avevamo scritto in un editoriale – e questo per ricordarvi quanto siamo in vantaggio rispetto a quanto poi avviene – andare domandando il vero essere di gente fiera della loro appartenenza, la natura di costruzioni e istituzioni, il senso del dover rappresentare, se chiamati a cariche elettive, gli interessi della propria gente, le aspettative del proprio popolo.


Siamo andati chiedendo in Catalogna, e abbiamo riportato l’identità di un popolo che riesce ad imporsi alle autorità centrali, un popolo che esige rispetto per le proprie istanze e lo fa attrraverso gente seria che interpeta il ruolo pubblico come missione identitaria.

Siamo andati chiedendo in Scozia, e riportiamo negli occhi il blu intenso e la croce bianca di quelle bandiere sventolate su tutti gli edifici, negli androni dell’aeroporto, nelle piazze, nei pub, fieri di un’appartenenza,
del coraggio di quell’appartenenza che aveva portato William Wallace ad immolarsi contro gli inglesi e che porta oggi,”i tempi canciunu”, Sean Connery a girare con il tatuaggio “Scotland forever” sulla spalla destra, che porta, oggi, il partito indipendentista ad avere restituita, dopo centinaia di annni, la Pietra del destino, tenuta impropriamente dagli inglesi, a governare il paese, interprete della fierezza di quel popolo ritenuto barbaro.

Siamo andati chiedendo nelle fattorie e nelle campagne il perchè del fiorire da ogni finestra di queste bandiere con la croce di sant’Andrea, come spiegavamo in una nostra cartolina che illustrava il valore di un simbolo come la bandiera della Trinacria e ci siamo immaginati le campagne siciliane, nelle masserie, nei bagli, nei palmenti sventolare il nostro simbolo.

La realtà purtroppo ci rimanda campagne abbandonate, frutti marciti sugli alberi che nessuno vuole cogliere, sterpi che invadono i sentieri, carragiani e cassonetti di immondizie che nessuno vuole più raccogliere (fineru i soddi) tanto che tutti quelli che visitano ormai la Sicilia, riportano la memoria di luoghi bellissimi ma anche il ricordo di sporcizia, abbandono e degrado.

Perchè ci siamo meritati questi rappresentanti?

La rabbia maggiore è che li abbimo scelti noi (voi) e che se domani tornassero a chiederci il voto, con un senso di assoluta superiorità, che è disinteresse, saremmo anche disposti a concederglielo questo voto, tanto piccola è la stima e tanto piccolo è il senso del dover essere rappresentati da gente degna che ci sostiene.

Se riuscissmo a investire di responsabilità il senso del nostro voto, sicuramente daremmo vita ad una nuova maniera di fare politica, per la gente e con la gente, per la Sicilia e con la Sicilia.

v
Invece continuiamo a concedere il diritto di rappresentarsci a gente che sembra non avere alcuno scatto di orgoglio, a non avere reazioni, come malati giunti all’encefalogramma piatto.

Da tempo chiediamo la possibilità di rappresentare la Sicilia e i Siciliani con la proposta di elettorato passivo e attivo per le comunità siciliane all’estero, convinti come siamo che soltanto i siciliani che vivono all’estero, confrontati quaotidianamente ai problemi della disopccupazione, dell’identità, aumentati dal fatto di essre noi, ospiti in paesi stranieri e quindi i primi a pagare le recessioni, i licenziamenti, le crisi economiche, possono effettivamente portare nei centri decisionali le esigenze e le aspettative del popolo della diaspora.

Quanto tempo sprecato ! Già nel lontano 1999, insieme all’USS (Unione Siciliana Svizzera) proponevamo l’istituzione, in parallelo al voto degli italiani all’estero, del voto dei siciliani all’estero, creando una circoscrizione italia, visto che i sicilaini costituiscono più del 70% delle comunità regionali emigrate nel mondo.

Possa Santa Maria Odigitria, patrona della Sicilia e dei Siciliani, aprire le coscienze di un popolo che langue….

Ufficio stampa

L’Altra Sicilia

Al servizio della Sicilia e dei Siciliani