I rappresentanti degli Italiani nel mondo


Non dimentichiamoci di chi dovrebbe rappresentare le comunità all’estero nella Camera e in Senato, non ci sembra giusto che si metta il silenziatore.

Da troppo tempo non si parla più di italiani all’estero, se non per le vicende negative come quelle che hanno coinvolto quel furbone di Di Girolamo, restituito dalla magistratura al suo luogo d’elezione: le patrie galere.

Una vicenda che L’ALTRA SICILIA aveva previsto già nel suo delinearsi e annunciato contro tutti e contro tutto, tanto da meritarsi una denuncia per diffamazione intentata proprio dall’ex senatore del regno della casta.

Questo galantuomo ci rimproverava di averlo trattato da farabutto…

Parcere victis et debellare superbos, questo il senso del nostro comportamento ma anche di questo articolo alla vigilia del ritorno al voto, prima che i soliti noti ritornino a bussare alle nostre porte.

Ora, la presunzione di innocenza è principio indubbiamente da osservare, ma il fatto di essere stati testimoni oculari del reato, la pur dovuta presunzione aveva ceduto il posto alla convinzione di colpevolezza.

I fatti sono noti e sono stati riportati fedelmente dal nostro bimestrale “L’Isola”.

Per la cronaca ricordiamo che il nostro presidente Francesco Paolo Catania, alla ricerca delle dovute firme per poter presentare la lista dei candidati de L’ALTRA SICILIA alle elezioni politiche del 2008, aveva la ventura di incontrare a Bruxelles, presso il Consolato, il famoso Gian Luigi Ferretti, personaggio del brutto mondo che rotea, a Roma, intorno al mondo dell’emigrazione, oggi direttore di un foglio che forse legge solo lui ma che viene ben oleato dai soliti amici, primo fra tutti l’ex ministro Tremaglia, fino a quando il vecchio bergamasco si è accorto che gli venivano regolarmente a mancare migliaia di euro ed ha troncato il sodalizio, con pubblica denuncia di ruberia.

Ferretti quindi aveva trovato nuovi amici e con uno di questi si presentava proprio a Bruxelles per regolarizzare al Consolato,15 giorni prima del voto, la obbligatoria residenza di 5 anni all’estero prevista per la candidabilità di quel signore, presentato già come futuro senatore.

La spocchia dei due veniva poi ridimensionata, nel corso dell’inchiesta, dagli interrogatori di due italiani di Puglia, Oronzo Cilli e Dario Ferrante, che dichiaravano al giudice che il futuro senatore pagava 500 euro mensili per l’affitto del loro appartamento a condizione di risultarne, pure lui, titolare.

E come successo per Di Girolamo, ancora oggi si agita il sospetto che molti degli eletti all’estero abbiano presentato certificazioni di residenza quinquennale all’estero fasulla, confermata dal pervicace rifiuto, alle richieste avanzate da un loro compagno di partito dei vari Fantetti, Di Biagio e Picchi di presentare pubblicamente copia del certificato che attesti la loro residenza estera per evitare ogni illazione.
Certo poi potranno anche giocare con i cavilli della residenza saltuaria o indeterminata, fatto sta che se tanto ci da tanto, questi tre personaggi, abilitati a rappresentarci nelle aule parlamentari non possono dimostrare la benché minima attività espletata nelle comunità da cui hanno detto di provenire, specialmente nel caso della Croazia.

Se poi, nel corso del tempo si sono trovati nomine e prebende grazie ai loro titolati sponsor, ciò’ non può’ farci dimenticare che la loro elezione risiede nella violazione dei dettati della legge elettorale, quindi nella truffa perpetrata ai danni degli italiani all’estero.

Poi sappiamo che la Casta, come già accenno’ a fare nel caso Di Girolamo, (vero Follini?) consente a questi personaggi di rappresentare gli italiani senza averne il titolo, ma sappiamo anche che quando cominceranno “a fare ammuina”, le comunità italiane all’estero saranno capaci di mandarli a casa.

Se poi il sospetto che alcuni di questi signori abbiano potuto usufruire del voto combinato in accoppiata Camera/Senato con l’acclarato farabutto Di Girolamo (25.000), beh allora chiediamo per l’ennesima volta alla magistratura di indagare e rispondere senza più indugi alle richieste degli italiani truffati e traditi: di chi sono i voti collegati a quelli di Di Girolamo, già giudicati frutto di truffa e criminalità? .

Il sig. Di Biagio, insieme a Fantetti per il regno Unito, dimostri la sua effettiva residenza in Croazia. Perchè rifiutano di rispondere alle richieste del suo stesso partito? Ora telefoni e minacci pure querele, gli italiani all’estero continuano ad essere convinti della sua malafede e glielo dimostreranno molto presto, si Diu voli.

Ufficio stampa
L’ALTRA SICILIA – Antudo